Coltivare il futuro, primo appuntamento alla Reggia di Caserta
La gestione dei giardini storici e degli orti botanici come opportunità per ampliare e ottimizzare la fruizione turistico-culturale: questo il tema affrontato dagli esperti che si incontreranno nuovamente il 12 e il 13 aprile a Ischia
La gestione delle aree verdi come motore di un’economia turistica e culturale dalla vocazione green al servizio del territorio. È quanto emerso nell’incontro inaugurale alla Reggia di Caserta di “Coltivare il Futuro – Giardini Storici e Botanici: dalla gestione alla valorizzazione culturale”, convention giunta alla seconda edizione che tornerà in programma il 12 e il 13 aprile con un doppio appuntamento a Procida e Ischia e due convegni a Villa Arbusto. Gli interventi del panel di relatori ha avviato un’attenta riflessione in merito al “sistema del verde storico”, inteso come insieme integrato di giardini, parchi, siti di rilevanza storica, artistica, paesaggistica e rurale d’interesse pubblico; una dimensione cosiddetta verde che occupa un ruolo funzionale di organizzazione del paesaggio ed è un elemento centrale nell’ambito della valorizzazione dei beni culturali e delle politiche pubbliche. Durante i saluti istituzionali, Rosanna Romano, Direttore Generale per le politiche culturali e il turismo della Regione Campania, in collegamento da “Fa’ la cosa giusta!” di Milano, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, ha evidenziato quanto il turismo sostenibile rappresenti una significativa opportunità per la Campania e per alcuni territori a vocazione green, come Ischia, che già si sono attrezzati per sviluppare modelli di accoglienza perfettamente integrati con le caratteristiche ambientali del territorio.
Tiziana Maffei, Direttore della Reggia di Caserta, ha invece sottolineato l’importanza di avviare una riflessione strutturata sulla correlazione tra architettura paesaggistica e valorizzazione culturale: la stessa residenza borbonica campana, ancora oggi, è una perfetta dimostrazione di sapiente disegno paesaggistico e visione produttiva del territorio, un binomio perfetto che oggi consente di far vivere straordinarie suggestioni culturali in un ormai riconosciuto attrattore dalle grandi potenzialità per lo sviluppo turistico del territorio. Nel corso del suo intervento, Manfredi Leone, Professore di Architettura del Paesaggio Università di Palermo, ha racconto di come il capoluogo siciliano, già nell’800, fosse un’autentica città giardino grazie a un’attenta valorizzazione dell’orto botanico. Ancora oggi a Palermo si possono scorgere dei particolari interventi botanici che rappresentano un elemento imprescindibile nella storia della gestione dei giardini storici, ricordando così al cittadino e al turista quanto sia fondamentale tornare a vivere gli spazi verdi anche in città. Tra i relatori anche Massimo Visone, docente della Facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli, con il suo ricordo di come Napoli e Caserta, durante il regno dei Borbone, abbiano potuto vantare una pianificazione paesaggistica importante, con giardini ispirati a quelli francesi, prerogativa che si può apprezzare in parte ancora oggi. A concludere la giornata Alberto Minelli, Professore dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, il cui intervento ha messo in risalto l’importanza della tutela delle prospettive monumentali del Parco della Reggia di Caserta, sottolineando al contempo quanto sia fondamentale la cura del patrimonio verde in ottica di valorizzazione di un luogo della cultura. A margine dei lavori, pubblico e relatori hanno partecipato a una suggestiva visita guidata al Parco della Reggia di Caserta con l’ausilio di navette a cura del Servizio Salvaguardia e Valorizzazione del Parco della Reggia di Caserta