CULTURA & SOCIETA'

“Ci siamo rotti i polmoni”, a Napoli il flashmob di Legambiente

L’obiettivo è quello di ribadire l'urgenza di ridurre l’inquinamento atmosferico: Napoli Centralina alla Ferrovia fuorilegge con 40 giorni di sforamenti per polveri sottili

Volontari di Legambiente, si sono ritrovati ieri mattina in Piazza Garibaldi alla Ferrovia indossando maschere antigas, per simulare una realtà non troppo lontana; uno scenario del prossimo futuro, se le emissioni inquinanti nelle città italiane non verranno immediatamente e drasticamente ridotte, in rispetto dei nuovi obiettivi europei ma, soprattutto, per rientrare nei nuovi e più stringenti limiti di esposizione fissati dall’OMSCI SIAMO ROTTI I POLMONI! È lo slogan del flash mob organizzato da Legambiente nell’ambito della Clean Cities Campaign, una campagna europea sostenuta da un cartello di associazioni dell’Unione Europea, che punta al miglioramento radicale della qualità dell’aria attraverso stili di mobilità più sostenibile, alla ridistribuzione dello spazio urbano in favore delle utenze deboli e alla conversione dei trasporti all’elettrico. L’obiettivo, dunque, è una mobilità a zero emissioni per le principali città italiane entro il 2030. Ma quello di oggi non è che l’inizio. Il flash mob, che si è svolto in contemporanea in sei città capoluogo italiane infatti, avvia una grande mobilitazione che vedrà protagonisti i Circoli di Legambiente su tutto il territorio nazionale, accanto ad altre associazioni, comitati e cittadini. La campagna sarà al centro dell’attività del cigno verde per tutto il periodo invernale e culminerà a febbraio con un’iniziativa itinerante nei principali capoluoghi italiani per fare il punto su quanto si sta facendo per far fronte all’emergenza della qualità dell’aria nei centri urbani.  

L’iniziativa di oggi è stata anche l’occasione per ricordare che l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea per aver superato il valore limite delle concentrazioni di particelle inquinanti #PM10, in modo continuato, dal 2008 al 2017 e negli anni successivi sino al 2021. Tutte le città interessate nella campagna Clean Cities durante il 2021 hanno avuto problemi di inquinamento atmosferico che stanno mettendo a rischio la salute dei cittadini. Infatti le medie annuali per il PM10 – registrate in tutte le centraline urbane di fondo o di traffico presenti in città – vedono tutti capoluoghi superare i nuovi limiti suggeriti dall’OMS per questo inquinante, 10 microgrammi/metro cubo come media annuale. La media, calcolata come media di tutti valori medi delle centraline presenti nella città, di Milano è di 30 microgrammi/mc, 3 volte sopra il valore suggerito dall’OMS quindi, seguita da Torino con 29, Roma con 24, Napoli e Bologna con 23 e Bari 22. La situazione dell’inquinamento atmosferico più acuta si è registrata a Milano e Torino e Napoli che hanno anche superato, con almeno una centralina di monitoraggio, il limite di 35 giorni con una media superiore a 50 microgrammi metro cubo: Milano Marche con 45 giorni di superamento, Torino Grassi con 55 e Napoli Ferrovia con 40 e Napoli Via Argine con 38

“Dalla nuova Amministrazione- commenta Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania– si attendono pertanto provvedimenti di radicale cambiamento di medio e lungo periodo con obiettivi di riduzione misurabili e verificabili. puntando al decremento del traffico motorizzato privato, alla decarbonizzazione del parco veicolare pubblico e alla promozione della mobilità attiva. Occorrono scelte di piano che disegnino il futuro della città, una programmazione per l’adeguamento e l’elettrificazione dei servizi di trasporto pubblico, incentivare la sharing mobility e la mobilità ciclabile favorendo l’intermodalità. Aspettiamo- conclude Ferro di Legambiente- scelte coraggiose e radicali in materia ambientale per disegnare una città in linea con le scelte europee di contrasto ai cambiamenti climatici che necessariamente devono passare attraverso le grandi città metropolitane”. Sono di un recente studio europeo, pubblicato sulla rivista The Lancet Planetary Health , i dati sulla mortalità correlata all’inquinamento atmosferico e sulla stima di decessi annuali prevenibili a causa dell’inquinamento atmosferico. Lo studio pubblicato a gennaio del 2021 su quasi 1000 città in Europa che le classifica in base an un ranking di mortalità legato al PM2.5 e al NO2 colloca 4 città capoluogo della Campania inclusi nello studio (Avellino, Caserta, Napoli, Salerno) tra le prime 150 per mortalità legate al PM2.5 e tra le prime 300 per il biossido di azoto. Lo studio ha evidenziato, inoltre, come con una riduzione delle contrazioni del PM2.5 fino ai valori suggeriti dall’OMS, avrebbe evitato circa 1500 decessi (1489) all’anno legati all’esposizione da questo inquinante, la maggior parte concentrati a Napoli ( 1352 decessi all’anno).

Napoli- commentano i circoli napoletani di Legambiente- si caratterizza ancora per alti livelli di congestione da traffico, inquinamento atmosferico ed acustico, spazio pubblico degradato e in gran parte ostaggio delle auto. E’ necessario cambiare paradigma, passando da un modello autocentrico a un modello di città a 15 minuti , in modo che i cittadini possano trovare entro 15 minuti a piedi da casa tutto quello che gli serve per vivere sviluppando la mobilità pedonale e ciclistica, riequilibrando la distribuzione delle funzioni territoriali in modo da ridurre gli spostamenti, restituendo lo spazio pubblico delle strade alla sua funzione storica di luogo di relazioni sociali e non a funzione asservita alle auto. In questo scenario è necessario attivare concrete politiche di mobilità sostenibile, con vaste ZTL, assi pedonali di struttura (Piazza Plebiscito/Mergellina), isole pedonali in ogni quartiere. Garantire l’accessibilità di strade e spazi pubblici a disabili, bambini, e persone a mobilità ridotta.

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