Cellammare: «Sì al nuovo Statuto, ma non sarebbe norma “ad personam”»
Il presidente dell’Assoforense ribadisce che non vi sarebbe alcun legame tra le modifiche statutarie, alle quali si dice favorevole, e la permanenza dell’attuale Direttivo: «Sono già stato confermato fino al raggiungimento degli obiettivi: mantenimento del presidio, riconoscimento di sede disagiata e nuovo personale»
Si continua a lavorare sui vari canali istituzionali per ottenere la sospirata stabilizzazione del presidio giudiziario ischitano. I sindaci isolani e l’Associazione forense locale sono in contatto con diversi parlamentari per fissare l’incontro con Ministero della Giustizia in cui esporre e possibilmente trovare una soluzione a questa e ad altre criticità che investono la macchina giudiziaria locale. La Legge Quadro sulle Isole Minori è in discussione nelle Commissioni Quinta e Ottava della Camera. Come si ricorderà, al Senato l’emendamento per ottenere la stabilizzazione e il riconoscimento di sede disagiata fu stralciato. Adesso si lavora per reinserirlo. Proprio rivendicando l’impegno incessante portato avanti da anni, l’avvocato Cellammare, presidente dell’Assoforense isolana, esclude l’ipotesi di nuove elezioni per il Consiglio Direttivo, pur accogliendo con favore la volontà di modificare lo Statuto associativo. «La modifica statutaria che i Colleghi vorrebbero approvare – dichiara Cellammare – non mi riguarda. L’attuale Direttivo è stato prorogato fino alla risoluzione dei gravi problemi, cioè la stabilizzazione della Sezione Distaccata e il reclutamento dei funzionari necessari al funzionamento della sede, che allo stato non mi risultano ancora risolti. Ecco che quella modifica statutaria per la quale si chiede convocarsi l’assemblea dell’Assoforense non serve a farmi ricandidare. Almeno nell’immediato non sono previste elezioni».
Dunque sì alle modifiche statutarie, ma nessuna elezione in vista. «Ben venga la modifica dello Statuto se serve a renderlo più democratico – continua il professionista – e ciò lo deciderà l’Assemblea. Io vado avanti con il mio lavoro nel solco tracciato per la stabilizzazione e il riconoscimento di sede disagiata. Nessun presidente ha mai avuto il coraggio di far modificare lo statuto per timore di vedersi poi criticare e accusare di aver fatto la riforma “ad personam”». E aggiunge: «Io potrei decidere anche di non candidarmi alle prossime elezioni se sarò riuscito a portare a compimento la mia missione basata sul raggiungimento del triplice obiettivo “stabilizzazione/riconoscimento di sede disagiata/magistrati e personale a sufficienza”, e magari anche la riattivazione della Sezione Lavoro e Previdenza. Questo è il mio unico fine, e non ho il sedere incollato a nessuna poltrona». Sulla possibile modifica allo Statuto, per la quale circola anche una proposta di modifica elaborata dall’avvocato Francesco Pero, che illustrammo giorni fa su queste colonne, Cellammare ci tiene a specificare: «Più che per non averne avuto il coraggio, direi che nessun presidente ha ritenuto opportuno far modificare lo statuto durante la propria Presidenza evitando così di prestare il fianco alle critiche. Io sono perfettamente cosciente del fatto che alcuni Colleghi ai quali non vado molto a genio mi attaccheranno. Non sono io a volere la modifica ma la vuole la base. E non lo modifico io lo Statuto, ma lo fa l’Assemblea. Quindi qualsiasi critica sarebbe fuor di luogo ed assolutamente infondata». E conclude: «È un cane che si morde la coda. Sembra uno Statuto immodificabile ed eterno. Invece io penso che le situazioni cambiano e che quello statuto è stato concepito 30 anni fa ed oggi rischia di essere anacronistico». In sostanza, il mandato all’attuale presidente e al consiglio direttivo sarebbe già stato espressamente confermato, e una eventuale modifica statutaria non avrebbe alcun legame con la durata degli incarichi associativi fino alla risoluzione delle criticità.