Caserma forestale, il processo “infinito” ma quasi prescritto
Di Francesco FerrandinoNAPOLI. Semaforo rosso anche stavolta. Il testimone Francesco Conte, chiamato dinanzi al Tribunale di Napoli a deporre nel processo per la costruzione della Caserma della Guardia Forestale a Casamicciola, ancora una volta ha brillato per la sua ormai consueta assenza. Il giudice Occhiofino ha quindi presieduto l’ennesima interlocutoria udienza di un processo che, ormai è chiaro anche ai muri di Palazzo di Giustizia, va avanti su un binario che si sa essere già morto. Di conseguenza, in aula ieri mattina alle 11:30 erano presenti soltanto i difensori degli imputati e di parte civile. Tra questi anche l’avvocato Andrea Rippa in rappresentanza del Ministero dei Beni e Attività Culturali. Dopo che il giudice ha ripreso contezza degli ultimi sviluppi (invero non troppi) di un processo ereditato la scorsa primavera dal collega Russo, trasferito ad altro incarico, l’udienza si è rapidamente concentrata sul consueto tema attorno a cui ruota la reale ripresa di un processo che per quasi tutte le ipotesi di reato sembra ormai prescritto: parliamo del consenso all’utilizzazione degli atti di causa (comprese quindi le testimonianze fin qui acquisite). Tutti i difensori presenti hanno dato il consenso a tale utilizzazione, mentre l’avvocato Tortora, che difende il sindaco Giosi Ferrandino e l’architetto Silvano Arcamone, per il momento si è riservato la decisione. Una circostanza che ha indotto il giudice Occhiofino a rinviare le parti al prossimo 21 dicembre, disponendo contestualmente l’inflizione di una sanzione pari a 300 euro al geometra Francesco Conte, convitato di pietra ormai abituale, per la sua ennesima mancata comparizione, a dispetto di una convocazione ricevuta a mani proprie, come ha dimostrato il pubblico ministero. L’avvocato Siniscalchi, difensore di Donato Carlea, ex direttore generale alle opere pubbliche di Campania e Molise, ha depositato una memoria, come già avevano fatto i colleghi nelle precedenti udienze. Difficile valutare l’immediato futuro dal punto di vista giuridico di questo processo che di fatto, come detto, è destinato a concludersi con un sostanziale nulla di fatto circa le accuse contestate agli imputati. Esse vanno dal falso ideologico alla distruzione del patrimonio ambientale. I magistrati della Procura di Napoli, hanno ipotizzato che i soggetti coinvolti, a vario titolo, al fine di aggirare i divieti di edificazione sull’isola verde (sottoposta a severi vincoli paesaggistici) avrebbero dato inizio ai lavori di costruzione della caserma su una particella catastale diversa da quella che era stata originariamente destinata dal Comune di Casamicciola. E questo, sempre secondo l’accusa, senza che vi fosse alcuna intesa tra lo Stato Italiano e la Regione Campania, mancando nei fatti un atto ufficiale. Tuttavia, le difese hanno più volte dichiarato di non voler usufruire in alcun modo della prescrizione ormai maturata, preferendo continuare il procedimento fino a veder riconosciuta la completa estraneità degli imputati alle accuse. Fra l’altro, con o senza la testimonianza di Conte, restano ancora da esaminare i testi indicati dalla difesa. Chi vivrà vedrà. Per ora, il prossimo episodio di questa telenovela che si trascina ormai stancamente da varie puntate, è fissato all’udienza pre-natalizia del 21 dicembre.