Casamicciola “orfana” dei tecnici, adesso è rischio paralisi
Scadute le assunzioni “sismiche”, l’ente del Capricho punta ora a una proroga a lungo termine e a un aumento delle unità da impiegare nelle attività di ricostruzione
I passi nei corridoi del Capricho riecheggiano ancor più del solito. La provvisoria sede degli uffici comunali di Casamicciola si ritrova di colpo più spopolata alla ripresa delle attività dopo la pausa di capodanno. Le cosiddette assunzioni “sismiche” sono infatti scadute il 31 dicembre. Da un giorno all’altro il Comune è costretto a fare a meno di ben dodici unità lavorative che erano state assunte per far fronte alle necessità poste dalle conseguenze del terremoto del 2017. Naturalmente la circostanza era nota da tempo, e da tempo l’amministrazione si è attivata per ottenere una proroga di tali assunzioni, anche sulla falsariga di quanto avvenuto per altre zone d’Italia colpite da eventi sismici. L’attività ordinaria va avanti, ma il problema sono appunto le attività relative alla fase di ricostruzione post-sisma. E si tratta di una mole di lavoro enormemente rilevante. Nell’ultimo mese, al protocollo del Comune sono giunte circa 120 istanze di condono edilizio: come è noto, senza la definizione di tali istanze, è impossibile accedere ai contributi stanziati per la ricostruzione post-sisma.
Sin dalla fine dell’estate il sindaco Castagna aveva sollecitato gli enti preposti, a partire dal Commissario Schilardi, allo scopo di “provvedere all’attivazione delle necessarie procedure tendenti ad ottenere un provvedimento che proroghi per il periodo “2021-2025” l’attività delle unità in forza presso il Comune di Casamicciola Terme con fondi a carico della Contabilità Speciale (anch’essa da prorogarsi almeno fino al 2025) e contemporaneamente svincoli le stesse dai limiti di cui all’art.19 del D. Lgs. 81/2015”.
Dunque, secondo l’amministrazione del Capricho non si tratta soltanto di ottenere una mera proroga: mettere in piedi l’opera di ricostruzione è un affare che non può risolversi nel giro di qualche mese, e il personale necessario deve essere assunto e inquadrato in un’ottica temporale almeno di medio termine. D’altronde, 123 milioni di finanziamenti sono una cifra che significa una enorme mole di procedure dirette all’esame delle pratiche, allo studio e alle progettazioni, all’indizione di bandi per mettere concretamente mano alle opere di ricostruzione. Una programmazione che richiede alcuni anni, non mesi.
Di più: l’ente di Piazza Marina chiede anche un aumento delle unità lavorative, almeno sei in più di quelle che erano impiegate fino a dicembre. D’altronde, nei corridoi e soprattutto nelle stanze dell’Ufficio tecnico tale esigenza è in qualche modo comprovata dalle dimensioni del lavoro con cui ci si deve confrontare. A Forio, con un impatto del sisma infinitamente più ridotto, oltre che del tutto circoscritto (19 terremotati), si sono finora avvalsi di quattro unità, mentre a Lacco Ameno, sicuramente molto più colpita con oltre trecento sfollati, le assunzioni “sismiche” erano otto. Ma anche i numeri del paese del Fungo impallidiscono di fronte alla dimensione delle conseguenze del sisma a Casamicciola, che tutt’ora è alle prese con 2400 sfollati, 1400 fabbricati in varia misura colpiti dal sisma, diversi edifici di culto e l’intero patrimonio edilizio scolastico danneggiato. Numeri che fanno intendere anche una sproporzione nelle assunzioni temporanee che erano state fin qui consentite.
Dunque, le direttrici lungo le quali al Capricho si stanno muovendo sono su due fronti: ottenere quanto prima una consistente proroga delle assunzioni, facendo appello anche alle normative previste per altre zone del Paese, e al contempo chiedere un aumento delle unità da inserire nell’organico, magari anche usufruendo di una parallela diminuzione di tali unità negli altri enti del cratere. Quotidianamente il sindaco è in contatto col commissario alla ricostruzione Schilardi, il quale del resto da parte sua già verso la fine del 2020 si era rivolto al governo mettendo in evidenza una particolarità negativa riservata solo all’isola d’Ischia, in quanto la dismissione del personale assunto e utilizzato per la ricostruzione non trova riscontro, nella gestione di nessuna delle altre emergenze che hanno colpito il Paese.
Sul punto, il Commissario aveva addirittura fatto presente che con il Decreto legge 14 agosto 2020 n. 104, il cosiddetto Decreto Agosto, all’articolo 57 comma 3 prevede che per assicurare le professionalità necessarie alla ricostruzione, a decorrere dal 1° novembre 2020 le regioni, gli enti locali e le unioni dei comuni ricompresi nei crateri del sisma del 2009, del sisma del 2012, e del sisma del 2016, possono assumere, a tempo indeterminato, il personale con rapporto di lavoro a tempo determinato in servizio presso gli Uffici speciali per la ricostruzione e presso gli enti locali dei predetti crateri con l’istituzione di un apposito fondo per gli anni 2020 e 2021, finalizzato al concorso degli oneri derivanti dalle assunzioni a tempo indeterminato presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
È in atto quindi una corsa contro il tempo per scongiurare il blocco delle attività di ricostruzione che nell’ultimo anno, grazie anche alla recente introduzione dell’articolo 24 bis del Decreto legge 109/2018, hanno avuto una notevole accelerazione, soprattutto per quanto riguarda l’esame delle numerosissime pratiche di condono e il conseguente rilascio delle concessioni edilizie. Se Castagna chiede una proroga a tutto il 2025, il Commissario ha invocato con forza presso il Governo un’estensione di almeno due anni delle assunzioni “sismiche” da parte dei comuni isolani terremotati. La situazione impone una sollecita definizione, pena l’impantanamento di tutte le attività di ricostruzione.