Il depuratore di Casamicciola nell’ex parcheggio Anas non s’ha da fare. A dirlo Giuseppe Conte, ingegnere ed ex amministratore pubblico che ha scritto al commissario Unico per la Depurazione Maurizio Giugni. Conte si dice «perplesso sulla collocazione dell’opera nell’area ex parcheggio ANAS, ritenendo necessario rivedere la progettazione in considerazione delle novità tecnologiche intervenute e delle molte criticità». Per l’ingegnere di Casamicciola il nuovo sito individuato non è idoneo, in quanto ci sono «problematiche connesse alle profondità alle quali l’impianto deve arrivare in prossimità del mare; la presenza di una importante falda termominerale contaminata lungo l’area costiera da fenomeni di mixing con le acque marine». E poi c’è la «necessità di difendere l’impianto con creazione di scogliere; nonché dati che non permettono una definizione dettagliata del modello geologico delle aree marine interessate della condotta di scarico a servizio del depuratore e problematiche connesse alla seconda fase della depurazione, con trasporto dei fanghi di risulta in terraferma con costi non proporzionati alla media nazionale». E su tutte c’è la «necessità di proteggere l’impianto dal costone franoso che sorge alle spalle del parcheggio dell’Anas, lungo la litoranea». Tutte problematiche che, ovviamente, fanno lievitare sia costi di costruzione che quelli di gestione. Conte, nello scambio di missive con la struttura del commissariato ha fatto presente come «è stato realizzato, in località “Topless”, un depuratore utilizzato solo parzialmente, grazie ad alcune vasche sfruttate dall’EVI spa ma che, fondamentalmente, è inutilizzato all’80%, che potrebbe essere adeguato e migliorato sfruttando le tecnologie moderne, evitando di creare un ecomostro nella parte centrale e commerciale del Paese già martoriato dal terremoto e dalla pandemia. «La mia azione – ha spiegato l’ingegnere di Casamicciola – è stata dettata dal desiderio di far capire che non sono contrario ai depuratori, ma dissento da un progetto per la realizzazione di una siffatta struttura nel piazzale ANAS». In pratica la soluzione migliore è, secondo quanto sostiene Giuseppe Conte, sotto gli occhi di tutti.
Nello scambio di missive con il Commissario Unico per la Depurazione Maurizio Giugni, il professionista di Casamicciola è stato chiaro: «il Progetto di fattibilità tecnica ed economica per l’intervento di realizzazione dell’impianto di depurazione a servizio dei Comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno”- Isola di Ischia”, redatto dalla RTP TECNOSISTEM S.p.A. (mandataria), localizzato presso il sito denominato “ex parcheggio A.N.A.S” di Casamicciola Terme, allo stato, non può essere dichiarato fattibile, sia dal punto di vista Tecnico che Economico».
Lo scorso febbraio, in occasione del Forum Acqua 2021 organizzato da Legambiente Campania, invece, il Commissario Unico per la Depurazione Maurizio Giugni annunciò con soddisfazione come «Per due nuovi depuratori è in corso la progettazione definitiva (Casamicciola-Lacco Ameno e Forio-Scrrara Fontana), mentre per l’impianto di Ischia-Barano si attende l’aggiornamento del progetto esecutivo. Molto importante per Ischia – ha aggiunto – è anche lo studio di fattibilità in corso di una rete fognaria duale per aumentare la copertura fognaria e risolvere il problema delle acque termali. che sono una grande risorsa per l’isola».
Il depuratore di San Pietro ha visto l’inizio dei lavori nel 2015 e fermi dal 2011 per via di un contenzioso con la ditta aggiudicataria. Lo scorso giugno, poi, il Tar Campania ha riconsegnato la struttura alla società Limparo, a cui era stata espropriata, per i lavori considerato che non sono stati rispettati i tempi di realizzazione dell’opera, previsti inizialmente per fine 2012 e successivamente slittati alla metà del 2016. Il costo previsto dei lavori è di oltre 30milioni di euro. Finanziati dal CIPE, il Comitato interministeriale per la programmazione economica – anche i lavori di altri due impianti, che servirebbero i comuni di Casamicciola-Lacco Ameno e Forio-Serrara Fontana, che però sono ben lontani dalla realizzazione. L’Italia già negli anni passati è stata sanzionata dall’Europa per il mancato rispetto della direttiva sulle acque reflue urbane. Sono ben quattro le infrazioni europee pendenti, rendendo quella della depurazione una vera priorità a livello nazionale. Per questo lo scorso maggio è stata nominata una struttura commissariale ah hoc – commissario unico Maurizio Giugni, subcommissari Stefano Vaccari e Riccardo Costanza – per adeguare i sistemi di collettamento, fognatura e depurazione italiani ai provvedimenti della Corte di Giustizia europea, che ha già condannato l’Italia in due casi: con la sentenza C-251/17, in sanzione pecuniaria, e con la C-85/13. Il Decreto clima ha poi ampliato le responsabilità della Struttura alla gestione delle altre due procedure in fase istruttoria (2014/2059 e 2017/2181).