Casamicciola festeggia la sua patrona Maria Santissma Maddalena Penitente Il Vescovo Lagnese torna dopo tre anni nel luogo della Basilica terremotata
UN RITORNO QUELLO DEL PRESULE DELLA DIOCESI ISOLANA CARATTERIZZATO DA DUE SENTIMNENTI CONTRAPPOSTI DI GIOIA E DI TRISTEZZA / La storia del Comune di Casamicciola è segnata da un terribile terremoto, avvenuto nel 1883, in cui il comune venne totalmente distrutto. L’epicentro fu proprio in questa piazza e la Chiesa che vediamo oggi è infatti un edificio moderno. Il campanile fu l’unica struttura che si resse in piedi fermando il tempo con le lancette sull’una e dieci, l’ora precisa del sisma.Il vecchio edificio risaliva al ‘300 ed era dedicato a San Severino, nel ‘500 fu poi ampliata per volere di Don Bartolomeo Monti e abbinata, per devozione al culto di Santa Maria Maddalena. Fu il parroco Giuseppe Morgera a sollecitare la sua ricostruzione che tardava ad arrivare, i lavori partirono, infatti, solo nel 1894 quando Monsignor Giuseppe Candido il Vescovo di Ischia dell’epoca, posò la prima pietra e impartì la prima benedizione.
Di Giovan Giuseppe Lubrano
L’altro ieri sera mercoledi 22 luglio, il Vescovo di Ischia S.E. Mons. Pietro Lagnese ha onorato la solennità di Santa Maria Maddalena Penitente recandosi per la prima volta dopo tre anni circa alla Basilica Pontificie di Casamicciola ove la Madonna è venerata. E’ stato un ritorno quello del presule isolano, caratterizzato da due sentimenti contrapposti :di gioia e di tristezza che il Vescovo Lagnese non ha potuto nascondere.
Di gioia, per i segni evidenti della festa che ha richiamato nei giardini ben curati ed adattati a platea per i numerosi fedeli accorsi insieme al Sindaco del paese ing. Giovan Battista Castagna e all’ intera Amministrazione Comune e corpo dei vigili urbani locali davanti al sagrato della Chiesa parzialmente agibile, dopo i doverosi rilievi statici del sacro edificio per decreto dello stesso sindaco Castagna. Di tristezza invece per il dolore che i casamicciolesi ancora avvertono nell’ anima e nel corpo per il dramma del terremoto ultimo del 21 agosto del 2017 che colpì a morte il paese di sopra e le strutture abitative e di culto come la Chiesa madre di Casamicciola della Maddalena. Al di là del ricordo che ancora lacera e limita i propositi di una rinascita che non arriva, l’altra sera il Vescovo Lagnese nel suo Pontificale cerimoniato all’aperto, ha portato parole di speranza e di fede verso Santa MARIA Maddalena penitente rilanciando l’ esempio del Beato Prroco Giuseppe Morgera luce e vanto della Casamiciola cristiana.
La soloennità della Santa Patrona ha riaperto i cuori più di quanto lo erano già ai fedeli di Casamicciola, specie dopo la preghiera-messaggio del Parroco Don Gino Ballirano che prima della festa annunciata aveva recitato con le seguenti parole: “ “La nostra fede – ha ricordato il Parroco – già provata dal terremoto, quest’anno è stata messa a dura prova dalla pandemia e dalla mancanza di lavoro. Ma non disperiamo quando tutto sembra crollare e attorno è buio e tristezza. La nostra Patrona ci ricorda che chi è fedele sotto la croce vedrà il Cristo Risorto. Non smettiamo di fissare il suo sguardo, presto ci donerà la vittoria.” Buona festa a tutti i casamicciolesi”. La storia rende giustizia e conserva le cose belle che amiamo. Proprio al centro di piazza Maio, immersa in un ampio e cutato giardino sorge la Chiesa di Santa Maria Maddalena. La storia del comune di Casamicciola è segnata da un terribile terremoto, avvenuto nel 1883, in cui il comune venne totalmente distrutto.
L’epicentro fu proprio in questa piazza e la Chiesa che vediamo oggi è infatti un edificio moderno. Il campanile fu l’unica struttura che si resse in piedi fermando il tempo con le lancette sull’una e dieci, l’ora precisa del sisma.Il vecchio edificio risaliva al ‘300 ed era dedicato a San Severino, nel ‘500 fu poi ampliata per volere di Don Bartolomeo Monti e abbinata, per devozione al culto di Santa Maria Maddalena. Fu il parroco Giuseppe Morgera a sollecitare la sua ricostruzione che tardava ad arrivare, i lavori partirono, infatti, solo nel 1894 quando Monsignor Giuseppe Candido il Vescovo di Ischia dell’epoca, posò la prima pietra e impartì la prima benedizione. Due anni dopo, così come ricorda anche una lapide posta all’ingresso della Chiesa, fu inaugurata. La facciata, immersa nel verde, è suddivisa a lesene in tre parti presentando un tempio a pianta basilicale suddivisa in tre navate e coperto da un soffitto a cassettoni. I casamicciolesi si raccolgono nella preghiera soprattutto accanto alla tomba, posta nella navata sinistra della chiesa, del Parroco Giuseppe Morgera che nel 2002, l’allora Papa Giovanni Paolo II dichiarò venerabile.
Il sindaco di Casamicciola, Giovan Battista Castagna, firmò l’ordinanza che disponevac la riapertura parziale della Basilica di Santa Maria Maddalena Penitente. Nel dispositivo il primo cittadino limita fruizione esclusivamente alla navata centrale. L’edificio di culto era inagibile a seguito del sisma che colpì la cittadina termale il 21 agosto 2017. Decisiva, al termine di una serie di lavori, la relazione del capo dell’ufficio tecnico ing. Michele Maria Baldino, che ha rilevato come “la navata centrale dell’edificio denominato Basilica di Santa Maria Maddalena Penitente abbia conservato le caratteristiche statiche esistenti prima dell’evento sismico del 2017, in quanto non risultano segni evidenti di compromissione dell’apparato resistente né segni di distacchi o danneggiamenti delle connessioni con gli elementi non strutturali”. “E’ un risultato decisamente significativo per la comunità tutta di Casamicciola Terme – ha commentato il sindaco Giovan Battista Castagna – che recupera la fruizione di un edificio di culto che è nel cuore dell’intera cittadinanza.
Siamo soddisfatti del lavoro portato a compimento, soprattutto per il modo minuzioso in cui sono state condotte tutte le indagini e i rilievi sulla scorta di quello che da sempre è stato un mio dogma imprescindibile, quello di garantire la massima sicurezza degli edifici da restituire alla pubblica fruizione. Io e la mia amministrazione siamo felici, ma certo non ci culliamo sugli allori e continuiamo il nostr lavoro nel ricordo del parroco santo”. Giuseppe Morgera (Casamicciola, 1º gennaio 1844 – Casamicciola, 17 aprile 1898) è stato un religioso, scrittore e predicatore italiano; fu parroco di Casamicciola dopo il disastroso terremoto del 28 luglio 1883, dove ricostruì la chiesa parrocchiale e assistette i poveri e i bisognosi fino alla morte. Riconosciutane l’eroicità delle virtù, la Chiesa cattolica Don Giuseppe Morgera nacque il 1º gennaio 1844, a Casamicciola, da Francesco e Maria Giuseppa De Luise, primo di otto figli. Fu battezzato con il nome di Giuseppe Antonio Francesco nella chiesa parrocchiale che a quel tempo era situata in Contada Majo. Su desiderio del nonno materno, Francesco de Luise, trascorse la sua infanzia nella Casina Reale di Villa dei Bagni, dove questi, sergente dragonale, ne era il custode. Quest’ultimo fu il suo maestro e si apprende da alcune testimonianze gli insegnasse a leggere e a scrivere dalla sacra Bibbia. Sin da bambino espresse il desiderio di diventare sacerdote. Fu nominato chierico della Cappella della Casina Reale e grazie all’aiuto dei Borbone poté entrare in Seminario.
Dopo essere stato ordinato sacerdote il 22 settembre 1866, si recò a Roma dove si iscrisse ai corsi di teologia morale presso la Pontificia Università Gregoriana, ma nel maggio del 1869, per la morte del padre, dovette far rientro a Casamicciola. Nel 1870 fu nominato su indicazione dei marinai casamicciolesi, dal vescovo Mons.Felice Romano, cappellano della Chiesa del Buon Consiglio alla Marina, e vi rimase fino al 28 luglio 1883. Poiché la parrocchia, situata al Majo, era molto distante dal borgo della Marina, volle organizzare una scuola catechistica, ed in seguito, per poter meglio assolvere questo compito, aprì in casa sua anche una scuola privata. Soleva impartire lezioni a quanti ne facessero richiesta, senza mai domandare compenso. Era un’attività sociale e benefica, che il Morgera svolgeva per la sua amata Casamicciola. Tuttavia, dai racconti di Mons. Senese, si evince che ci fu chi lo denunziò, accusandolo di insegnare senza gli opportuni titoli di studio. Don Giuseppe non tardò a mettersi in regola, infatti conseguì il diploma di maestro di grado inferiore a Napoli il 2 agosto del 1877; nel 1879 quello di grado superiore. Con il passare del tempo la casa del Morgera diventò un piccolo centro culturale, da cui accorrevano alunni dagli angoli più remoti dell’isola. Come oratore fu ricercato in tutta l’isola e anche fuori. Già nel 1879 lo ritroviamo a tenere un corso di esercizi spirituali presso le Figlie della Carità a Napoli. Intraprese, in questo periodo, numerosi rapporti con la parrocchia di Lacco Ameno, non solo come predicatore ma anche per il motivo che essendo la parrocchia di Casamicciola molto distante dalla Marina, molti abitanti del borgo si rivolgevano alla parrocchia dell’Assunta di Lacco Ameno, più facile da raggiungere. Nel 1881 fu a Gaeta, dove lasciò vasta orma del suo operato. Si distinte per carità già nel terremoto del 4 marzo 1881. Il 9 gennaio 1882 dopo la nomina del parroco di Casamicciola, don Carlo Mennella, a Vescovo titolare di Mennith e ausiliare della Diocesi di Ischia, fu nominato viceparroco.
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