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“Casa Bianca”, oggi tocca alla Di Scala e Piro

DI FRANCESCO FERRANDINOISCHIA.

Nell’ambito dell’inchiesta denominata “Free Market”, stamane si terranno le audizioni di garanzia di Raffaele Piro e Maria Grazia Di Scala, slittate alla giornata di oggi a causa del fatto che martedì scorso alcuni concomitanti impegni professionali hanno impedito al sostituto procuratore, dott.ssa Loreto, di essere presente agli interrogatori, come da ella espressamente richiesto. Dopo Antonio Schiano e Giorgio Vuoso, indagati nell’ambito dei presunti illeciti organizzati dal tenente Stanziola servendosi dell’associazione pro loco “Testaccio Grandi Eventi”, oggi gli interrogatori riguarderanno il “secondo ramo” d’inchiesta, quello concernente principalmente la presunta tentata concussione in relazione alle trattative di vendita o locazione della struttura alberghiera “Casa Bianca”. L’avvocato Maria Grazia Di Scala, attuale consigliere regionale, all’epoca dei fatti consigliere di minoranza nel civico consesso di Barano, è accusata di tentata concussione in concorso con un suo assistito, Raffaele Piro, e con l’ex dirigente dell’ufficio tecnico di Barano, Nicola Antonio Stanziola, ai danni di Maddalena Migliaccio, proprietaria dell’immobile sito in località Maronti, e gestito dal Piro a partire dal 1985. Sulla struttura gravava un contenzioso sin dal 2007, quando la Migliaccio cercò di rientrare in possesso dell’immobile per inadempienze contrattuali da parte di Raffaele Piro, che negli anni aveva realizzato una serie di opere edili abusive senza l’autorizzazione della legittima proprietaria. Un’autorizzazione paesaggistica emanata nell’ottobre 2013, della cui falsità la Procura è convinta, e un’ordinanza di demolizione emanata due mesi dopo dal tenente Stanziola, all’epoca responsabile dell’Ufficio Tecnico di Barano, sono gli atti finiti sotto la lente dell’autorità giudiziaria che ritiene, specie per quanto riguarda l’ordinanza di demolizione, siano serviti per un tentativo di concussione ai danni della proprietaria dell’immobile, allo scopo di indurla ad abbassare il prezzo di vendita o di locazione della struttura. Verosimilmente, la difesa del consigliere Di Scala, sostenuta dagli avvocati Luigi Tuccillo e Amedeo Bucci De Santis, sarà diretta a illustrare l’infondatezza del concorso dell’indagata nella predisposizione e sollecitazione di un atto amministrativo, quale era l’ordinanza di demolizione, al fine di ottenerne qualsivoglia beneficio ai fini di acquisto o locazione, in quanto, secondo la difesa, la Di Scala non avrebbe mai saputo nulla della vicenda amministrativa di tale atto.

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