Caruso e i suoi “comandamenti”: «Sicurezza e trasparenza nella mia Serrara Fontana»
Nel pieno del secondo mandato, il sindaco del Comune montano parla degli obiettivi raggiunti, di quelli ancora da portare a compimento e si confessa in una lunga e inedita intervista a Il Golfo
A 37 anni, nel 2011, è stato il più giovane sindaco tra i sei Comuni dell’isola di Ischia. Si tratta di Rosario Caruso, ingegnere gestionale e primo cittadino di Serrara Fontana da ormai otto anni. A poco meno di due anni dalla fine del secondo mandato, Caruso si racconta a Il Golfo.
E’ nel pieno del secondo mandato da sindaco. In che cosa è differente rispetto al primo quinquennio in termini di esperienza sia personale che politica?
«Ogni anno che passa si matura esperienza, si acquisiscono informazioni che ti portano ad affrontare sempre meglio il ruolo di amministratore. Personalmente la mia esperienza nasce da lontano. Nel 2001 sono stato eletto per la prima volta e da allora tanta gavetta come consigliere comunale, poi assessore, vicesindaco. Nel 2011 sono stato eletto sindaco riconfermato nel 2016. Nel corso del primo mandato ho affrontato ogni giorno con l’entusiasmo della ‘prima volta’ e con un grande impegno che mi ha portato alla riconferma. Nel corso del secondo mandato sto lavorando per lasciare qualcosa che rimanga sul territorio in modo indelebile. Ed è questo ciò che sto facendo sia in termini di opere pubbliche sia che nelle modalità di amministrazione della res pubblica. Ad esempio abbiamo inaugurato circa un anno fa il campo di calcetto con annesso parcheggio interrato. Una struttura sportiva che mancava sul territorio di Serrara da circa cinquant’anni. Una struttura che non è solo un’opera pubblica, ma rappresenta un punto di aggregazione per i nostri giovani. E di questo ne sono davvero orgoglioso. Inoltre siamo in fase di definizione e di avvio per l’affidamento della gara per il depuratore di Sant’Angelo: un’opera strategica per il nostro territorio, per il nostro turismo e per la nostra economia. E poi…».
E poi?
«Nel corso di questo mandato, come amministrazione comunale, ci siamo dati una priorità: la sicurezza. Per questo abbiamo messo in sicurezza, dal punto di vista antisismico, tutti gli edifici pubblici di Serrara. Per ciò che riguarda il modo di amministrare, ho provato a trasmettere la mia idea. E mi rendo conto che siamo diventati una ‘casa di vetro’. On line, infatti, sono pubblicati tutti gli atti amministrativi che produciamo e sono anche facilmente consultabili. Ciò consente a tutti di sapere ciò che facciamo oltre che poter partecipare attivamente alla vita amministrativa. A breve, inoltre, prenderanno il via una serie di concorsi in cui la parola d’ordine sarà: meritocrazia. Non è un modo solo per riempirci la bocca, ci crediamo davvero perché le siamo trasparenti, corretti e cerchiamo di applicare ciò che diciamo».
L’estate appena trascorsa ha visto Serrara Fontana riacquisire una centralità in termini turistici anche attraverso una serie di eventi. Tra le montagne serraresi e il mare di Sant’Angelo non vi siete fatti mancare nulla…
«Grazie al lavoro di tutta l’Amministrazione comunale siamo riusciti ad allestire una serie di eventi importanti per la nostra comunità. L’assessore al Turismo Emilio Giuseppe Di Meglio con il direttore artistico della manifestazione Giuseppe Iacono Divina, grazie anche a finanziamento della Regione Campania hanno messo in campo una serie di eventi che hanno ottenuto il plauso dei nostri compaesani, di tutti gli ischitani e dei turisti. Il successo degli eventi è il risultato di un ottimo lavoro di squadra. Queste iniziative vanno ripetute e consolidate affinché si fidelizzi un turismo che possa scegliere il nostro territorio non solo per le nostre bellezze ma anche per gli spettacoli che offriamo».
Impossibile non fare un passaggio su quello che è il fatto più rilevante della politica isolana degli ultimi tempi e mi riferisco alla caduta da sindaco di Giacomo Pascale. Che idea si è fatto di quanto accaduto?
«Che cosa sia successo a Lacco Ameno, non lo so con certezza. Ciò che so lo conosco attraverso i giornali e la gente. Tutti dicono che ci sia la voglia da parte del senatore (De Siano ndr) di ritornare a candidarsi come sindaco. Aspirazione legittima. L’unica mia perplessità è legata al fatto che credo che la scelta fatta nelle ultime settimane sia ingiusta. Il mio pensiero l’ho palesato anche a Giacomo Pascale attraverso un messaggio. Credo che chi è stato eletto dal popolo debba sottoporsi al giudizio di chi l’ha scelto per un’eventuale conferma. Solo i cittadini possono decidere se un sindaco può andare a casa, non i consiglieri comunali. Questo è il mio pensiero che applico nel mio e vorrei che fosse applicato in ogni amministrazione comunale. Questa è la democrazia: bisogna far decidere al popolo se si ha amministrato bene e si merita la riconferma o meno».
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una feroce battaglia giudiziaria per la gestione del porto di Sant’Angelo che alla fine ha visto il Comune uscire vincitore. Quanto ha pesato sull’economia del territorio il periodo di “stop” agli approdi e in che misura ci si è ripresi da quel momento di forzata interruzione?
«Sicuramente la battaglia giudiziaria, che si è sviluppata in sede civile, penale ed amministrativa, è stata molto aspra. Posso dire che è stata davvero una battaglia senza esclusione di colpi. Devo però ricordare che non sono stato io come Comune a generarla. Anzi. Personalmente ho cercato di trovare un’intesa con i gestori del porto che però non avevano la nostra stessa visione. In ogni caso tutti i giudici hanno riconosciuto le ragioni del Comune e della Comunità di Serrara Fontana dato che abbiamo avuto ragione in tutte le sedi giudiziarie. Certamente quando c’è stata questa battaglia il porto non sempre è stato in funzione. In alcuni periodi è stato totalmente fermo, in altri ha funzionato poco e male. E di questo ne hanno risentito in tanti, specialmente coloro che hanno le proprie attività nei pressi del porto. Fortunatamente ci siamo messi alle spalle questo periodo dato che oggi ci sono parole di apprezzamento per la gestione attuale del porto da parte di tutti. E questo per me e per la mia amministrazione comunale è davvero una soddisfazione. E poi c’è anche un riverbero positivo anche per le casse comunali. Sono circa 500mila euro i fondi che il Comune introita annualmente dalla gestione del porto. Ovviamente questa è una somma dalla quale vanno sottratte le spese per il personale e per la manutenzione, ma comunque c’è un ricavo per il Comune. Grazie a questi incassi, per esempio, abbiamo il costo mensa più basso dell’isola. Grazie alla gestione diretta del porto e dal ricavo della stessa, infatti, riusciamo a sostenere il costo di servizi per la nostra cittadinanza».
L’ambiente continua ad essere i due problemi più visibili e condizionanti del tessuto isolano. Nel 2018 solo il 20% dei rifiuti a Serrara è stato differenziato. Secondo lei cosa si può fare per far decollare la differenziata e risolvere questo problema o almeno arginarlo?
«Non ci giro intorno: la percentuale di raccolta differenziata a Serrara è davvero bassa. Abbiamo un problema: la mancanza di un’isola ecologica. Non avere un posto dove poter stoccare i rifiuti penalizza la gestione del servizio di igiene urbana. Questa criticità la stiamo superando dato che abbiamo provveduto ad acquistare un terreno nei pressi del cimitero che ha ottenuto anche l’ok della Soprintendenza e presto ospiterà l’isola ecologica. I lavori relativi al primo lotto sono in ultimazione e per il mese di gennaio avremo finalmente un’area dove poter stoccare i cassoni ed i compattatori. Il 2020, quindi, sarà l’anno della svolta per la raccolta differenziata a Serrara Fontana e così potremo dimostrare se la ‘maglia nera’ ambientale l’abbiamo conquistata per colpa del Comune, dei cittadini o è legato, come sono convinto che sia, alla mancanza di quest’area come isola ecologica. Nel contempo devo sottolineare che i cittadini hanno avuto un vantaggio indiretto dalla mancata differenziazione dei rifiuti. La mancata differenziazione dell’umido, infatti, ha fatto sì che lo stesso non venisse conferito ad un importo di 340 euro a tonnellata che rappresenta un costo maggiore rispetto al costo dell’indifferenziato. Non sempre, quindi, un’elevata percentuale di raccolta differenziata rappresenta un coefficientamento del costo dei rifiuti. Fare una differenziata spinta sull’umido non sempre è sinonimo di risparmio. Presto, ovvero appena sarà pronta l’isola ecologica, partiremo anche noi con la differenziata».
Comune Unico sì, Comune Unico no, l’eterno dibattito: Caruso la vede come e perché?
«È un dibattito per gli altri. Personalmente resto della stessa convinzione: il Comune unico non può rappresentare una scelta utile per la nostra isola. Se maturiamo come cittadini, come società e come classe politica, forse il Comune unico potrebbe rappresentare qualcosa di utile. Ma non credo che lo sia in questo momento. Ci sono zone dell’isola che con il Comune Unico non sarebbero più rappresentate e ciò significa una minore cura dell’isola stessa. E poi credo che Ischia per le sue diversificazioni e peculiarità debba avere i sei Comuni. Siamo come un’orchestra che è formata da tanti strumenti differenti che quando suonano, insieme, creano una sinfonia meravigliosa. Allo stesso modo avere sei Comuni rappresenta una forza per la nostra isola, non certo una diminutio».
Francesco Del Deo all’Ancim, Giovan Battista Castagna ed Enzo Ferrandino nel direttivo ANCI. Ischia è pronta per essere ulteriormente rappresentata e quali sono le istanze che i suoi colleghi dovrebbero portare sui tavoli che contano?
«Politicamente Ischia è ben rappresentata. Abbiamo un senatore, un europarlamentare ed ora anche il presidente dell’Ancim e due componenti del direttivo dell’Anci. I colleghi che rappresentano la nostra isola in questi organismi sovracomunali sapranno ben rappresentarci e presentare le nostre istanze. Noi sindaci remiamo tutti nella stessa direzione e tra di noi c’è una buona sintonia. Ed anche questo è un buon valore per Ischia. Al di là di questo credo che la priorità credo che sia quella del riconoscimento di Ischia come isola disagiata. Solo in questo modo potremo aumentare la qualità di alcuni servizi come le scuole, l’ospedale o il tribunale».
Che cosa manca all’appello? Che cosa avrebbe voluto fare e forse non riuscirà? C’è un ‘sogno’ rimasto nel cassetto?
«Di cose da fare ce ne sarebbero ancora tantissime. Finiremo la consiliatura con l’adozione del Puc – piano urbanistico comunale- che è uno strumento di pianificazione del territorio al cui interno sono previste una serie di opere pubbliche anche in tema di viabilità e parcheggi. Un sogno che ho e che per il momento non sono riuscito a realizzare è quello di creare un collegamento veloce tra la parte costiera del mio territorio, ovvero tra la frazione di Sant’Angelo, con la parte alta che è Serrara e Fontana. Ma non demordo, chissà».