LE OPINIONI

«Caro Del Deo, ricordati dei figli delle isole campane»

Dall’isola di Arturo lettera aperta al sindaco di Forio, di recente eletto presidente nazionale dell’Ancim: arriva anche un accorato appello

Caro Sindaco Del Deo, voglio farti i complimenti per l’importante carica che andrai a ricoprire come Presidente di tutte le isole minori. L’ auspicio è che tu sappia guardare con estremo interesse e sensibilità ai problemi delle tre isole della Campania, garantendo agli isolani maggiori equità e sempre meno disagi.

In una tua recente intervista hai giustamente sottolineato che le isole minori vivono disagi che toccano quelli che sono i quattro pilastri di una società civile, a cominciare dai trasporti: per percorrere 35 km, pari a 18 miglia, spendiamo sette euro. Gli stessi 35 km sulla terraferma si percorrono con un euro e cinquanta centesimi. Se un isolano arriva sul porto di Napoli con un ritardo di pochi minuti, rischia di tornare a casa due o tre ore dopo, oppure, se si è perso l’ultimo collegamento, è costretto a pernottare a Napoli con ulteriori costi. Oppure la scuola: un cittadino isolano che manda un proprio figlio all’università o ad altra istituzione scolastica, che sull’isola non sono presenti, dovrà sostenere costi dieci volte maggiori rispetto a chi vive già in terraferma, viste le spese di trasporto, alloggio, vitto.

Problemi condivisibili che investono anche i procidani che, da tempo, non hanno più peso politico a livello istituzionale per vedersi riconosciuti i disagi che vivono da isolani a cominciare dalla sanità.

Nei prossimi giorni ti affiderò un compito gravoso ma che puoi considerare qualificante per questo tuo mandato. Assicurare il pagamento del biglietto residente ai Figli delle isole campane. A quelli che sono nati e cresciuti sui nostri territori e che, poi, per i motivi più vari, sono stati costretti ad allontanarsi dalle loro terre, dove hanno lasciato familiari, amici e radici e dove ogni qualvolta che vi fanno ritorno vengono trattati da “stranieri” subendo il salasso per sé e la propria famiglia pagando biglietti da “turisti”. Si sborsano 100 euro a famiglia per rimettere piede sulla propria terra se si viene a piedi, molti di più se si vuole venire in auto. Sono costi assurdi e assolutamente discriminanti rispetto ad altri cittadini che nei fine settimana vogliono far rientro presso i propri cari o alle proprie origini. Ti dico ciò, oltre per sollecitare la tua sensibilità sull’argomento, perché le isole minori della Campania sono le uniche in Italia che non prevedono trattamenti di favore per i propri Figli che vivono fuori. In tutti gli altri arcipelaghi italiani i nativi e i residenti alla nascita, con le loro famiglie, vengono trattati da cittadini residenti sulle isole, proprio perché per una parte della propria vita hanno già dovuto subire i disagi di essere cittadini, studenti, lavoratori isolani. E, poi, perché il legame con la propria isola e’ un rapporto “speciale” che non va fatto pagare a caro prezzo per mantenerlo vivo. Anzi, snaturare questo rapporto significa perdere gran parte di ricchezza umana e professionale per territori limitati che si vedono costretti ad esportare molte delle loro energie.

Ti sarei grato se volessi dedicare un po del tuo impegno nell’ANCIM per porre fine a questa discriminazione nazionale e a questa palese ingiustizia di cui soffrono gli isolani campani e di cui la politica fino ad oggi non ha mostrato interesse alcuno. Ritienimi disponibile per quanto ti possa occorrere a cominciare dai documenti utili che dimostrano come anche su questa questione in Campania siamo “ultimi”.

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Con affetto.

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