Caos ospedale a Pozzuoli, tra contagi e paura è fuga dal coronavirus
Anche due isolani costretti a lasciare l'ospedale flegreo Santa Maria delle Grazie dopo la sua chiusura e i diversi casi di Covid-19: lo zio aveva accompagnato il nipote a sottoporsi a un intervento chirurgico. Intanto c'è preoccupazione per i possibili incroci tra medici presso il presidio ospedaliero di Procida. E si attendono i tamponi da Villa Mercede
Una bomba a orologeria. Ha creato scompiglio e tensione la chiusura dell’ospedale di Pozzuoli in seguito ai 23 casi di positività riscontrati tra il personale sanitario, innescati da una paziente ricoverata nel reparto di Medicina nei giorni precedenti. Nel mezzo di questa situazione si sono trovati anche alcuni cittadini isolani che fino a ieri pomeriggio erano all’ospedale di Pozzuoli ad assistere un giovane familiare, operato per la frattura scomposta della tibia dopo un incidente. Sono riusciti a ripartire insieme alle 17.30 alla volta della nostra isola, dopo aver inoltrato la comunicazione ufficiale di rientro al comune di residenza, e si sono posti in quarantena volontaria presso l’abitazione di parenti, dopo essere stati ovviamente sottoposti a tampone, vista la loro permanenza al “Santa Maria delle Grazie”.
La vicenda puteolana riguarda comunque le isole di Ischia e Procida molto più di quanto si possa immaginare. Il nosocomio di Pozzuoli potrebbe aver innescato un focolaio le cui propaggini potrebbero estendersi infatti alle strutture sanitarie isolane. È ben noto che a Procida i cittadini siano in larghissima parte dipendenti dall’ospedale “Santa Maria delle Grazie” anche per gli interventi di minore entità, cosa che espone a rischio molti di essi che sono ricoverati in loco, fra l’altro in attesa di tampone. E tuttavia proprio a Procida potrebbero essersi verificate le maggiori interrelazioni a rischio: nel presidio dell’isola di Arturo non c’è personale medico strutturato, ma si alternano medici provenienti dal Rizzoli, da Pozzuoli, da Giugliano e da Frattamaggiore. Ogni giorno è presente un chirurgo, un chirurgo internista, un ginecologo e un rianimatore, tutti provenienti a rotazione dagli ospedali delle località citate. Può quindi verificarsi una certa vicinanza, e i medici del Rizzoli potrebbero essersi “incrociati” con quelli di Pozzuoli. Di qui la comprensibile apprensione, ma soprattutto la necessità di verifiche da effettuare a strettissimo giro per evitare che il focolaio puteolano diventi una “bomba” le cui pericolose schegge coinvolgano in maniera pericolosa anche le isole, dove l’innesco di un focolaio locale potrebbe essere difficile da domare.
Avevamo già dato conto nell’edizione di ieri della morte di un’anziana signora, paziente della residenza di Villa Mercede e ricoverata a Pozzuoli, poi dimessa, infine ricoverata al Rizzoli, dove ha cessato di vivere. Due test rapidi ieri hanno dato esito negativo, ma si attende il responso dell’analisi sul tampone per dissipare definitivamente i dubbi, oltre ovviamente all’esito dei tamponi estesi a tutto il personale della residenza sanitaria assistenziale sita a Serrara Fontana.
Intanto, ieri è arrivato il durissimo attacco dell’onorevole Maria Grazia Di Scala, consigliere regionale di Forza Italia, che ha Antonio D’Amore, Direttore Generale dell’Asl Napoli 2 Nord:«Un accesso, uno solo», ha dichiarato la Di Scala, «trattato in dispregio delle procedure, ed ecco che all’ospedale di Pozzuoli si è diffuso a macchia d’olio il contagio, quello che non doveva succedere, con tutto ciò che ne consegue: personale medico ed infermieristico contagiato, chiusura dell’accesso alla struttura. Gli utenti dovranno rivolgersi ad altre strutture della Asl Na2 Nord, cittadini spaesati per la mancanza di informazioni e di notizie certe. Che senso ha restare a casa ed osservare diligentemente le prescrizioni, se la tutela primaria non avviene da parte del sistema sanitario?».
L’esponente di Forza Italia ha messo nel mirino anche il presidente Vincenzo De Luca: «Che fa il Presidente della Regione davanti a questo scandalo? È ancora colpa dei cittadini? Panico tra la popolazione dell’area flegrea e tra tanti abitanti delle isole di Ischia e Procida», prosegue la Di Scala, «che a quella struttura e ai suoi medici si appoggiano e fanno riferimento. Sindaci delle località con il sangue agli occhi. Mancanza di trasparenza, come al solito. No, caro direttore generale della Asl Na 2 Nord, non va tutto bene, come invece va ripetendo nelle varie interviste rilasciate. Lo chieda ai sindaci (non a quelli di Ischia – non tutti) cosa ne pensano, quegli stessi sindaci a cui lei ha scritto invitandoli a vigilare perché la gente sta in strada, declinando così le sue responsabilità; o lo chieda ai medici contagiati: la responsabilità organizzativa e gestionale è sua», conclude, «e la salute dei cittadini, dei medici e degli infermieri non può essere affidata a chi, in un paese serio, si sarebbe dimesso stamattina».