Campania “arancione”, solo il 2% degli infetti va in ospedale. In Italia il 5%

Il Direttore Scientifico e Responsabile dello Sportello Salute ANCI Campania Antonio Salvatore fa il punto della situazione sulla pandemia Covid in Regione Campania

Venerdì scorso il Ministro della Salute ha emanato l’ordinanza che prevede il passaggio della Campania nella “zona arancione” a partire dalla giornata di ieri. «Come avevamo già evidenziato, il trend epidemiologico nella nostra Regione è in costante miglioramento da circa un mese», così il Direttore Scientifico e Responsabile dello Sportello Salute ANCI Campania Antonio Salvatore fa il punto della situazione sulla pandemia Covid in Regione Campania. «Superata la fase acuta della settimana 8-14 marzo, con oltre 18 mila nuovi positivi, da ben 4 settimane, il numero medio dei nuovi positivi al virus – complice anche la massiccia attività di testing – è di circa 13 mila nuovi casi settimanali. Un dato che, sebbene sia ancora elevato, deve essere analizzato tenendo conto anche della maggiore incidenza di positivi al virus non ospedalizzati», continua. «In Campania, infatti, – sottolinea Salvatore – solo il 2% degli infetti necessita di ospedalizzazione. La media nazionale è del 5% con punte del 15% in Piemonte. Per diretta conseguenza, il tasso di occupazione dei posti letto, soprattutto in terapia intensiva, è in calo da qualche settimana.

Inoltre, la nostra Regione conferma il primato per minor tasso di letalità anche nei primi 4 mesi del 2021 (1,7% vs. 2,4% della media nazionale). Tutti segnali che inducono a ritenere che il rigoroso rispetto delle regole conduce alla mitigazione della diffusione virale, pur in presenza di varianti e della balbettante campagna vaccinale, che vede la Campania fortemente penalizzata per dosi ricevute». Il direttore scientifico dell’associazione Nazionale Comuni d’Italia riprende quanto detto dal presidente De Luca: «La nostra Regione, sino ad oggi, ha ricevuto una quantità di vaccini inferiore alla media nazionale. In base alla platea vaccinale, se fosse stato applicato il criterio del riparto graduale per età, la Campania avrebbe dovuto ricevere circa 216 mila dosi di vaccino in più». E chiosa: «Nonostante i segnali di miglioramento, i dati ci dicono che il virus è ancora presente e che continua a far danni. Solo la massiccia azione vaccinale e il rigoroso rispetto delle regole consentiranno di accelerare il ritorno alla normalità ed eviteranno che si laceri ulteriormente il tessuto socio-economico del Paese e della nostra Regione».

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