Cambiano le regole per i fitti brevi 

Il Decreto Crescita detta le nuove modalità per le strutture ricettive. Modifiche fiscali e per la comunicazione delle generalità degli alloggiati 

Arriveranno entro fine mese i dettagli per il codice identificativo delle strutture ricettive e per gli immobili concessi in locazione per meno di 30 giorni. Sarà un decreto ministeriale a dare vita al censimento. Tutti i dati degli immobili finiranno in una banca dati nazionale e identificati da un codice alfanumerico.

Una novità non di poco conto introdotta dal decreto crescita per chi fa impresa mettendo a reddito il proprio alloggio. I titolari delle strutture ricettive, gli intermediari immobiliari e i gestori dei portali online (tipo Airbnb o Booking) saranno obbligati a pubblicare il codice identificativo “in ogni comunicazione inerente all’offerta e alla promozione dei servizi all’utenza”. La pena prevista è una sanzione che da un minimo di 500 euro ad un massimo di 5mila euro, maggiorate del doppio in caso di reiterazione. Sull’isola di Ischia, quindi, saranno almeno 400 i codici alfanumerici che saranno assegnati. Basta dare un rapido sguardo a Booking.com che è uno tra i primi siti web di aggregatori di tariffe di viaggio e motore di metamotore di viaggio per le prenotazioni di alloggio, per capire che sull’isola di Ischia strutture extralberghiere sono presenti. Ed anche in abbondanza. Su 780 offerte di ospitalità, solo 300 sono alberghi. Quasi 500, quindi, le case vacanza, hostel, stanze, b&b, agriturismi e ville che vengono fittati da privati. E non solo. Su Airbnb, il portale online che mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi, con persone che dispongono di uno spazio extra da affittare, generalmente privati, ci sono oltre 300 annunci. 

Novità anche per quanto riguarda la comunicazione delle generalità delle persone alloggiate. Nella giornata di ieri le Commissioni I e II della Camera dei Deputati hanno approvato un emendamento all’articolo 5 del decreto-legge “sicurezza bis”, concernente la comunicazione delle generalità delle persone alloggiate, che i titolari delle strutture ricettive devono trasmettere alle Questure entro le ventiquattr’ore successive all’arrivo dei clienti, ai sensi dell’articolo 109 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.Il testo originario dell’articolo 5 riduceva sensibilmente i termini per tale comunicazione, stabilendo che – nei casi in cui il soggiorno ha una durata inferiore alle ventiquattro ore – essa dovesse avvenire “con immediatezza”. La nuova formulazione prevede che la comunicazione possa avvenire entro sei ore, mediante collegamento diretto tra i computer degli alberghi e il cervellone del Viminale. La norma entrerà in vigore non appena il Ministero dell’Interno definirà gli standard tecnici necessari per effettuare tale collegamento. Il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, nell’esprimere “soddisfazione per il contenuto dell’emendamento, che è stato presentato da oltre cinquanta parlamentari, della maggioranza e dell’opposizione, conferma la piena e consueta disponibilità degli albergatori a collaborare con le forze dell’ordine per contribuire alla tutela della sicurezza pubblica e ringrazia le Commissioni, i relatori ed il Governo, per aver tenuto conto dei suggerimenti formulati da Federalberghi nel corso delle audizioni parlamentari, adottando una soluzione, che consentirà di promuovere la sicurezza delle città senza arrecare disagi ai turisti e nel rispetto delle esigenze organizzative aziendali”. Soddisfazione anche dai vertici ischitani: “sino ad oggi gli alberghi hanno consegnato la chiave della camera agli ospiti subito dopo aver richiesto il documento di identità. La registrazione dei dati e la trasmissione dei dati alla Questura avvenivano in un momento successivo. Con il passaggio alla comunicazione immediata, i clienti avrebbero dovuto invece attendere la conclusione della procedura. Nelle ore di punta, si sarebbero potute creare lunghe code. E l’albergatore si sarebbe trovato di fronte a un dilemma, combattuto tra il desiderio di risparmiare l’attesa al cliente che arriva in albergo, magari dopo un lungo viaggio, e il rischio di incorrere in una sanzione penale, che può comportare sino a tre mesi di arresto. La soluzione che è stata adottata realizza il giusto equilibrio, utilizzando la tecnologia per accelerare la velocità della comunicazione e assegnando un termine ragionevole per l’esecuzione di quelle operazioni che richiedono necessariamente l’intervento umano”. 

Novità per chi fa turismo anche dal punto di vista finanziario. Il decreto crescita prevede che il ministero dell’Interno invii all’agenzia delle Entrate i dati di queste comunicazioni. L’Agenzia li renderà poi disponibili ai Comuni che hanno istituito l’imposta di soggiorno, e li userà per l’analisi degli adempimenti fiscali. Con questi dati, in pratica, il Fisco potrà controllare anche il fenomeno degli affitti brevi e potrà effettuare eventuali accertamenti sulle locazioni che non risultano in regola. Anche in questo caso, per l’attuazione della norma, si attende un decreto ministeriale, da adottare però entro fine settembre. Ma sarà bene, per i proprietari, non farsi trovare impreparati. Questo provvedimento potrebbe rappresentare una svolta per i Comuni dell’isola che potrebbero incassare maggiori somme dalla tassa di soggiorno. Nel 2018 sono stati poco più di 5 i milioni di euro incassati dai sei Comuni dell’isola di Ischia relativamente alla tassa di soggiorno. Nei giorni scorsi il vicepresidente regionale della Federalbeghi, Ermando Mennella ha denunciato come “Circa il 90% delle tasse di soggiorno sono versati dagli albergatori”. Cospicua fino ad oggi la somma versata da coloro che fanno ospitalità attraverso strutture extralberghiere. Con il “decreto Crescita”, però, tutto dovrebbe cambiare. 

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