LE OPINIONI

«Caffè Scorretto»«Utopia della ragione»

Premessa 1. Stanno cambiando i rapporti di forza nel mondo e, forse, il Covid-Sars altro non ha fatto che incastrarsi trovando posto in una dinamica globale alla quale ha dato uno stimolo notevole nei suoi effetti negativi ma che già mostrava di essere irrequieta prima del virus. La cartina tornasole che ne viene, in cui elementi come l’inflazione, l’aumento dei beni specie quelli di necessità e dell’energia con il prezzo del gas, che è quintuplicato rispetto al 2019 motivo per il quale il costo dell’energia elettrica è cresciuto quasi del doppio, la crisi del lavoro, la transizione energetica che già “avvisa” si potranno perdere almeno 70 mila posti di lavoro nel Paese, pone domande ed evidenzia solo alcuni aspetti che le Amministrazioni isolane dovrebbero prendere in seria considerazione.

La cartina tornasole che ne viene, in cui elementi come l’inflazione, l’aumento dei beni specie quelli di necessità e dell’energia con il prezzo del gas, che è quintuplicato rispetto al 2019 motivo per il quale il costo dell’energia elettrica è cresciuto quasi del doppio, la crisi del lavoro, la transizione energetica che già “avvisa” si potranno perdere almeno 70 mila posti di lavoro nel Paese, pone domande ed evidenzia solo alcuni aspetti che le Amministrazioni isolane dovrebbero prendere in seria considerazione. Perciò tocca anche a loro, invece di attendere non si capisce ancora che cosa, creare le condizioni per sostenere il sistema locale, il commercio e il turismo, la gente e in particolare chi oggi si trova in seria difficoltà (lavorativa, economica e sociale)

Perciò tocca anche a loro, invece di attendere non si capisce ancora che cosa, creare le condizioni per sostenere il sistema locale, il commercio e il turismo, la gente e in particolare chi oggi si trova in seria difficoltà (lavorativa, economica e sociale). Accade però che questi “enti” (il minuscolo è obbligatorio), sindaci e consiglieri di maggioranza dallo sguardo corto non siano ancora capaci di comprendere che il momento esige azioni più energiche, anche a livello locale.

Probabilmente in ogni Comune c’è un piccolo numero di consiglieri con l’intenzione di fare qualcosa di più ma avendo poteri limitati per condizionare in senso positivo una qualunque strategia amministrativa – nel caso ne esista una -, inoltre sparsi e scollegati tra loro, sono insufficienti per sistemare gli scompensi o perfino “cambiare” la politica di prossimità e dell’ammuina. Alla quale molta dell’opinione pubblica è abituata, più incline a correr dietro eventuali quanto inutili primogeniture (la polemica sulla “zingara” rientra tra le discussioni che ne definiscono il livello) che non ad adottare un ruolo di stimolo nei confronti di chi amministra la cosa pubblica. Insomma – ripeterlo ancora una volta magari aiuta – per azioni sinergiche servono strumenti adeguati, il più possibile in linea con gli scenari europei rispetto alla programmazione degli investimenti. Quello che aspetta ancora di essere ripreso in modo operativo è il Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia. Elaborato dall’allora Commissario dell’Azienda di Cura e Soggiorno Mimmo Barra e firmato da “tutte” le amministrazioni nel 2015, sicuramente potrebbe fornire l’iniezione di denaro sull’isola, adesso più che mai necessario, con lo scopo altrettanto indispensabile di realizzare “progetti per zona omogenea”, (in grado cioè di coinvolgere l’isola nella sua interezza e non soltanto una sua parte, poiché è tra le 11 zone omogenee della Regione Campania insieme con altre in terraferma) in almeno 11 assi d’intervento attraverso il fondo POR – FESR. Molto probabilmente nel periodo 2021-2027 il fondo supererà i 5 miliardi di euro.

Nella tabella di fianco che riguarda le dotazioni finanziarie, ci sono tutti i soldi che le Amministrazioni si sono lasciate scappare finora – e quindi “noi, insieme al territorio isolano, abbiamo perso” -, per non aver adottato il Patto per lo Sviluppo nel ciclo 2014/2020 negli undici assi d’investimento. Nel ciclo 2021/2027 le aree passeranno a 5, proporranno però la sostanza di quello precedente. Il Patto Strategico, inoltre, una volta che fosse ripreso potrebbe garantirci di non perdere le erogazioni riguardanti il PNRR (che, per i più distratti, per essere concesse hanno bisogno di una piattaforma minima di almeno 25 mila abitanti e di una “minima unione d’intenti”; quindi saranno bocciate le giocate in solitaria e sotto la soglia minima)

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Consistente, infatti, sarà l’aumento di risorse per l’Italia che ammonteranno a circa 43,5 miliardi di euro, con un incremento pari al 29%, dovuto all’aggiornamento dei criteri di ripartizione delle risorse tra Stati membri mentre tra le finalità sarà posto l’accento sulle “strategie territoriali attuate in sinergia con gli altri obiettivi politici, con il fine primario di promuovere lo sviluppo economico e sociale delle zone più colpite dalla povertà”.

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In ambito territoriale, si rileva anche la necessità di investire sul patrimonio culturale e di sostenere le imprese che operano nel settore. Nella tabella di fianco che riguarda le dotazioni finanziarie, ci sono tutti i soldi che le Amministrazioni si sono lasciate scappare finora – e quindi “noi, insieme al territorio isolano, abbiamo perso” -, per non aver adottato il Patto per lo Sviluppo nel ciclo 2014/2020 negli undici assi d’investimento. Nel ciclo 2021/2027 le aree passeranno a 5, proporranno però la sostanza di quello precedente. Il Patto Strategico, inoltre, una volta che fosse ripreso potrebbe garantirci di non perdere le erogazioni riguardanti il PNRR (che, per i più distratti, per essere concesse hanno bisogno di una piattaforma minima di almeno 25 mila abitanti e di una “minima unione d’intenti”; quindi saranno bocciate le giocate in solitaria e sotto la soglia minima). Per rallentare gli effetti negativi del caro bollette, dell’inflazione e del carico fiscale, in conclusione, serve guardare oltre il proprio naso ed espandere orizzonti e intenzioni. A quel punto, sì che avrebbe senso il gioco delle larghe intese nelle Amministrazioni tra maggioranza e minoranza – come quella di Ischia – oltre ad acquisire quello per cui valga la pena citarlo nelle interviste insieme all’altro di farsi “vivi” in Tv o sui giornali, soprattutto a sei mesi dalle prossime elezioni (Ischia e Barano in testa). Premessa 2. Si tratta di utopia? Prendetevi la licenza di mandare a quel paese chi pur di non provare a cambiare bolla come “utopia” qualunque azione che abbia come fine ultimo la tensione alla trasformazione o il desiderio di immaginare per realizzare qualcosa che non sia soltanto una “semplice rotatoria” – per carità, pure serve – insieme ad altri disegni. Che magari sono pure utili ma restano slegati – o peggio, alcuni sono riconducibili a una mera propaganda politica – solo perché esistono sei equilibri e modi differenti di interpretare le priorità del territorio. Al contrario queste ultime andrebbero individuate e condivise all’unanimità tra le sei Amministrazioni – per fare un semplice esempio, la tutela delle coste, le spiagge, il trasporto pubblico, la sicurezza stradale, sono temi comuni a tutta l’isola – oltre il proprio orto di riferimento.

Si tratta di utopia? Prendetevi la licenza di mandare a quel paese chi pur di non provare a cambiare bolla come “utopia” qualunque azione che abbia come fine ultimo la tensione alla trasformazione o il desiderio di immaginare per realizzare qualcosa che non sia soltanto una “semplice rotatoria” – per carità, pure serve – insieme ad altri disegni. Che magari sono pure utili ma restano slegati – o peggio, alcuni sono riconducibili a una mera propaganda politica – solo perché esistono sei equilibri e modi differenti di interpretare le priorità del territorio

Purtroppo siamo costretti ad assistere inermi al bivacco di orde di contadini – non me ne voglia chi svolge questo nobile lavoro – dalla mentalità circoscritta e in continua preparazione elettorale per assaltare la diligenza dei Comuni. Senza però la presenza di quella particolare capacità di guardare “oltre” che se affinata consentirebbe di sviluppare potenzialità e spingersi più in là del proprio limite. Non più come punto di arrivo per lasciarsi aggrovigliare dalla totale apatia politica e solo perché conviene a pochi, piuttosto trasformarlo in piattaforma di partenza per riassumere l’ideale con il reale.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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