«Caffè Scorretto»«Un taxi per amico»
«Poiché i taxi collettivi non servirebbero a un’emerita cippa, o almeno non risolverebbero il problema se non in parte, perché non approfittare dell’occasione – e di una sinergia tra Sindaci e tra il pubblico e i privati – per arrivare in tempi rapidi a un regolamento intercomunale e condiviso sui taxi, eliminare i confini amministrativi e aprire nuove opportunità per un servizio più moderno? Per esempio, poiché si tratta di “servizio pubblico”, perché non creare le condizioni per impiegarlo anche nei mesi invernali.
Poiché i taxi collettivi non servirebbero a un’emerita cippa, o almeno non risolverebbero il problema se non in parte, perché non approfittare dell’occasione – e di una sinergia tra Sindaci e tra il pubblico e i privati – per arrivare in tempi rapidi a un regolamento intercomunale e condiviso sui taxi, eliminare i confini amministrativi e aprire nuove opportunità per un servizio più moderno? Per esempio, poiché si tratta di “servizio pubblico”, perché non creare le condizioni per impiegarlo anche nei mesi invernali. Per quale ragione non migliorare i servizi da parte delle cooperative che operano sull’isola, individuare orari e turni di lavoro il più possibile umani e stabilire tetti alle tariffe rendendole decenti e controllate elettronicamente magari installando su ogni auto il POS per permettere il pagamento con carte di credito e bancomat, e spingere l’isola «popolata dalle scimmie» a lasciare l’auto nella caverna per godere, finalmente, di un servizio pubblico da piazza al pari di altri paesi europei?
Per quale ragione non migliorare i servizi da parte delle cooperative che operano sull’isola, individuare orari e turni di lavoro il più possibile umani e stabilire tetti alle tariffe rendendole decenti e controllate elettronicamente magari installando su ogni auto il POS per permettere il pagamento con carte di credito e bancomat, e spingere l’isola «popolata dalle scimmie» a lasciare l’auto nella caverna per godere, finalmente, di un servizio pubblico da piazza al pari di altri paesi europei? Questa proposta in linea con il documento redatto dall’urbanista e professor Sebastiano Conte, dal dott. Franco Borgogna e l’ing. Gigiotto Rispoli tuttora rappresenta uno dei nodi principali da sciogliere per cercare di ricucire la frattura tra il territorio e la sua vivibilità.
Tanti lascerebbero la propria auto in garage per spostarsi o con i mezzi pubblici o con il taxi ma per rendere il servizio concreto e funzionale, deve corrisponderne uno all’altezza in grado di scoraggiare l’uso dell’automobile e la convenienza, se così può chiamarsi, all’uso del servizio pubblico e quello da piazza che continua a rimanere insufficiente e caro sotto certi aspetti, destinato perciò a restare al paleolitico». È una parte di un “caffè scorretto” del 2016. Non è stato l’unico sull’argomento e come si può notare da allora non è cambiato nulla. C’è stato qualche Sindaco che ha (solo) dichiarato di voler perseguire gli stessi principi. Il consigliere Pietro Monti, durante le ultime elezioni a Lacco Ameno, in maniera più pratica avanzò una proposta intelligente ma per il resto il nulla assoluto. Nessuno che abbia accennato un minimo tentativo per riformare l’assetto dei taxi spacchettato tra i sei Comuni e nessuno tra questi ha sollevato o mostrato di voler risolvere il problema. Tranne qualche apertura arrivata da alcuni tassisti mostrando disponibilità a dialogare con gli Enti, il caos nel frattempo si è consolidato in abitudine.
Chiaramente questa non è una critica ai conducenti di taxi. Anzi, no, forse lo è salvando dal mucchio chi svolge il suo lavoro con rispetto nei confronti dei colleghi e dei turisti. La critica, dura, della quale perciò le Amministrazioni sono direttamente responsabili considerando che tuttora sono immobili, va rivolta a quegli autisti che di solito evitano di attivare il tassametro prima di una corsa, oppure fabbricano la tariffa in base alla nazionalità del passeggero “limitandosi a chiedere” un prezzo diverso da quello indicato. Una turista, qualche settimana fa, dopo il tragitto che le sarebbe costato 15€ ha ricevuto la preghiera del “conducente” di arrotondare a 20€ solo perché in braccio aveva il suo cagnolino! Un amico, insomma
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Chiaramente questa non è una critica ai conducenti di taxi. Anzi, no, forse lo è salvando dal mucchio chi svolge il suo lavoro con rispetto nei confronti dei colleghi e dei turisti. La critica, dura, della quale perciò le Amministrazioni sono direttamente responsabili considerando che tuttora sono immobili, va rivolta a quegli autisti che di solito evitano di attivare il tassametro prima di una corsa, oppure fabbricano la tariffa in base alla nazionalità del passeggero “limitandosi a chiedere” un prezzo diverso da quello indicato. Una turista, qualche settimana fa, dopo il tragitto che le sarebbe costato 15€ ha ricevuto la preghiera del “conducente” di arrotondare a 20€ solo perché in braccio aveva il suo cagnolino! Un amico, insomma. Non sono rare le volte in cui c’è chi si azzuffa mentre è in attesa agli imbarchi, mettendo in scena condotte che dimostrano l’esistenza e l’inclinazione dell’abilità umanoide al lato oscuro e primitivo. Di spettacoli ed episodi a differente intensità, indecorosi non solo per loro e la categoria ma per l’isola intera, ci sono non poche testimonianze. Le ultime sono comparse sul profilo social della giornalista Selvaggia Lucarelli che ha raccolto le lamentele di alcuni turisti tanto che vicino al titolo attribuito a Ischia dalla rivista Travel + Leisure di “isola più bella del mondo” potremo metterci quello di troglodita. Magari per ricordarci la direzione verso cui alcuni individui vogliono tornare dopo aver voltato le spalle allo sviluppo e spremuto limoni ignari di esserlo. Al centro di questa pessima figura, ovviamente, c’è Ischia. Non soltanto i tassisti o la “città” ma l’isola, tutta. Il turista o comunque chi usa abitualmente il taxi per muoversi non riesce proprio a capire il motivo per il quale nel passaggio da un Comune all’altro si calcoli il supplemento di tariffa “extra urbana”. Ciò che invece percepisce è il territorio, non curante se è diviso in due, tre o sei Comuni. Quel che capisce è che a Ischia c’è chi approfitta dei periodi estivi di pesca a strascico.
. Di spettacoli ed episodi a differente intensità, indecorosi non solo per loro e la categoria ma per l’isola intera, ci sono non poche testimonianze. Le ultime sono comparse sul profilo social della giornalista Selvaggia Lucarelli che ha raccolto le lamentele di alcuni turisti tanto che vicino al titolo attribuito a Ischia dalla rivista Travel + Leisure di “isola più bella del mondo” potremo metterci quello di troglodita. Magari per ricordarci la direzione verso cui alcuni individui vogliono tornare dopo aver voltato le spalle allo sviluppo e spremuto limoni ignari di esserlo
Neppure comprende il perché qualcuno neghi il funzionamento del tassametro alla richiesta di attivazione, men che meno riesce a spiegarsi la ragione se per una corsa di 5 minuti, senza oltrepassare il confine di quel Comune – dal porto a un albergo del centro – l’allegro conducente possa chiedere anche 50€. Un episodio simile accade tre anni fa nel comune capoluogo, un altro la scorsa estate a Forio. Dalla piazza di Citara fino al Cuotto, meno di un chilometro, a due turisti inglesi il simpatico cavernicolo riuscì a spillare la stessa cifra. Se qualcuno si domanda la ragione per cui pochi, anche isolani, si muovono in taxi e preferiscono prendere l’auto mentre al contrario a Napoli si spostano col servizio pubblico, può trovare da solo la risposta. Non siamo di fronte a un’emergenza, però la complicazione trova il proprio fondamento nella disorganizzazione del servizio pubblico da piazza che rischia di ingigantirsi se le Amministrazioni non maturano la consapevolezza che questo tipo di servizio pubblico è un asset strategico su cui bisogna puntare e investire. Intanto c’è necessità di evolverlo e coinvolgere le sei zolle comunali mediante un piano di ristrutturazione. I mezzi economici ci sono. Esiste un asse d’investimento nel Fondo POR della Regione Campania dedicato specificamente alla mobilità. Con il “Patto per lo Sviluppo” – nella sinergia tra Amministrazioni supportate da progetti condivisi anche a sostegno della categoria – ci sono milioni di euro, utili pure per cambiare il parco auto. Soluzioni, per evitare a ospiti e turisti di qualunque razza, sesso e religione, di atterrare in un posto sperduto in balia della cecità amministrativa e del tornaconto di chi che ha interesse a non sviluppare il servizio pubblico da piazza e utilizzarlo per iniziare a cambiare il volto di quest’isola. Certo, continueranno a esserci orde di analfabeti funzionali, alle quali non si può che raccomandare di astenersi dal fare commenti stupidi, ben vengano però quelli costruttivi. Sicura, piuttosto, è la certezza che c’è da sostituire il paradigma pure nel modo di ragionare, sia da parte dei tassisti e, essendo un principio che interessa tutte le categorie, sia da parte degli albergatori e degli amministratori. Cioè che occorre smetterla di articolare una qualunque riflessione al ribasso basata sul “vabbè, ma questo o quello manca anche nelle grandi città” per spingerla sul terreno del “come” si può fare per migliorare il servizio e l’isola intera in ottica univoca.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci