Per noi che conosciamo casa nostra, oltre ciò che si vede, sappiamo che esistono usurpatori, faccendieri, ipocrisie, corrotti e corruttori (ma, diciamo la verità, facciamo pure finta di non vederli), mostri che si nutrono della bellezza di questo posto che calpestano per non esserne schiacciati. In genere cercano di schiacciare anche le persone, la loro dignità. A fargli compagnia in particolar modo in questi giorni di campagna elettorale serrata ci sono abominevoli e primitivi altolocati della politica, i quali invece di parlare di programmi si limitano a ingozzare interessi da piccoli lobbisti senza uno straccio di visione per il futuro.
Sono soltanto due esempi che segnano questo periodo da contro esodo, ce ne sono altri. E al merito da riconoscere a chi vuole rianimare l’interesse popolare con iniezioni di cazzeggio, si può dire che da solo non basta. Non sappiamo neppure se una tal energia si trasformerà mai in una reale vocazione civile permanente. Anzi, una convinzione in particolare ci frega: crediamo di vivere in paradiso e ci adagiamo su questa idea illusoria, banale e limitante mentre certi atteggiamenti rasentano il metodo camorristico. Svegliarsi poi solo durante la campagna elettorale, quando per tutto un periodo, terremoto compreso, c’è chi è rimasto appollaiato sull’Olimpo (della politica) a guardare gli esseri umani da sopra a sotto, non fa grande onore a quella Politica con la “P” maiuscola, locale e regionale. Nemmeno in parte, poi, a questo modo di intendere un paese si può allacciare un possibile sviluppo del territorio. Naturalmente non mi riferisco a Lacco Ameno, se a qualcuno è venuto in mente.
Faccio un discorso in generale, non è difficile osservare che la mensa della Caritas elettorale è imbandita proprio per le prossime elezioni. Sono certo che già porsi in contrasto con qualcuno, anche solo parzialmente, rispetto a ciò che un “gruppo” giustifica e ritiene sufficiente, susciterà l’ira di qualcuno. Poco male. In quel caso potrebbe significare che certe letture si fanno con svogliatezza e il desiderio di capire il senso è partito per terre lontane e non sappiamo se tornerà indietro. Comunque qual è la strada alternativa di cui Ischia ha bisogno, al netto dei proclami per accaparrare voti? C’è questo, c’è anche quello ma che cosa si può e deve fare per questo luogo? In sintesi ricercare la «Bellezza», organizzarsi nel fare sistema per sostituirla alla «Pochezza», quella umana su tutte, quasi cinica oltre che arida e c’è chi la incarna benissimo. Si potrebbe cominciare da Lacco Ameno, da questa che si è rivelata essere una focosa campagna elettorale, con il confronto tra i due candidati alla carica di sindaco. Potrebbe essere una soluzione, come l’ha formulata IL GOLFO. Toccare con mano la solidità dei programmi che il brillante Giacomo Pascale e l’olimpionico Domenico De Siano potrebbero rappresentare in un “faccia a faccia”, magari in Piazza Santa Restituta a debito distanziamento sociale, sarebbe il minimo sindacale e il mezzo per far cadere le mascherine di entrambi. Un incontro ad “armi pari”, incalzati dalle domande del coordinatore Gaetano Ferrandino con risposte a tempo stabilito supererebbe di poco la linea della sufficienza per farci capire quale idea di futuro i due, dal canto loro, voglio percorrere e come, da questa, si può passare ad un’azione collettiva per fare sistema e favorire l’isola intera.
È chiaro che i candidati potrebbero accettare, oppure no. Sarebbe da prendere in considerazione il tipo di risposta che ne potrebbe arrivare. Il sottrarsi a un incontro con regole stabilite, valide per entrambi, equivarrebbe al timore e a non volersi confrontare, non con la stampa ma con la popolazione di Lacco Ameno. Accettare l’invito, invece, mostrerebbe quanta voglia di cambiare il quadro della situazione possiedono i due candidati alla carica di primo cittadino, come ci si può staccare dalla canna del gas e come si può uscire dalla diffusa poraccitudine. Sì, d’accordo, abbiamo visto le domande pubblicate qualche giorno fa, in cui ognuno dei due ha dato la propria visione di “paese”. Tuttavia, in questi intervalli concitati da carta stampata ci potrebbe essere dietro un ghost writer, un suggeritore, un professionista pagato per scrivere. Per eliminare perciò questa sciagurata riduzione della politica a mero marketing, un incontro frontale “tra due visioni” è quello che ci vuole e di cui si sente la necessità. Perché è compito dei leader indirizzare le persone verso un’idea costruttiva e funzionale del paese, per metterci comodi – si fa per dire – e scorgere dall’orizzonte di parole che ognuno dei due userà, quello reale che interessa Lacco Ameno. Augurandoci che sia un poco più lontano dall’universo dei mediocri che finora è stata la sfumatura prevalente.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci