Dal 2007 al 2017 l’isola d’Ischia non ha speso ben 181 milioni di euro di finanziamenti. L’ha detto Osvaldo Cammarota che esercita la libera professione di Operatore di Coesione e Sviluppo territoriale. Intervenuto la scorsa settimana presso le Antiche Terme Comunali, in occasione dell’incontro promosso e organizzato dall’Associazione Guido Dorso si è espresso sulla necessità di fare sistema (anche) sull’isola d’Ischia. Per la verità sono anni ormai che lo ripete a più riprese e, come lui, altri personaggi autorevoli non perdono occasione per ricordarlo agli (attuali) amministratori.
Dal 2007 al 2017 l’isola d’Ischia non ha speso ben 181 milioni di euro di finanziamenti. L’ha detto Osvaldo Cammarota che esercita la libera professione di Operatore di Coesione e Sviluppo territoriale. Intervenuto la scorsa settimana presso le Antiche Terme Comunali, in occasione dell’incontro promosso e organizzato dall’Associazione Guido Dorso, si è espresso sulla necessità di fare sistema (anche) sull’isola d’Ischia
Che gli Enti Locali restino sordi, oggi come ieri, a ogni tipo di appello ce ne siamo accorti da qualche tempo e sebbene forse a un numero limitato di persone possa far clamore o addirittura dare fastidio non è la novità principale. La notizia invece – perché di questo si tratta – di tal enorme massa di soldi persa dovrebbe lasciarci a bocca aperta ma che cosa ha detto nello specifico il dr Cammarota? Non ha accennato soltanto all’esigenza di fare sistema, rilevando che “per riuscirci non mancano certo le risorse finanziarie”.
Quel che ha aggiunto indica quanto le Amministrazioni isolane partecipano, in fondo, essendone la causa principale, alla realizzazione effettiva di un Comune Unico Denominatore dell’inefficienza attraverso l’attuazione di un “non sistema” (che va a vantaggio di pochi e passa per eventuali interessi carsici o di scambio e non pensa ai molti). Mentre alcuni Comuni si preoccupano di prestare attenzione limitatamente all’inaugurazione di piazze, parcheggi, a dedicarsi a eventuali concorsi d’idee (che senza soldi, è bene chiarirlo, non servono a granché) o eventi localizzati come la caccia alle uova di Pasqua (nascondendosi dietro l’attenzione da dedicare ai bambini), giardini, targhe alla memoria per scordarsene il giorno successivo e aiuole etc., etc., gli effetti nefasti dell’inazione ricadono per forza sullo status come sul mancato benessere della popolazione isolana. Nel particolare Cammarota ha aggiunto “facemmo una ricerca nella quale si evidenziò che sull’isola dal 2007 al 2017 ben 181 milioni di euro di finanziamenti non sono stati spesi e questo credo la dica lunga sulla capacità e l’efficienza di chi opera nel nostro territorio”.
Che gli Enti Locali restino sordi, oggi come ieri, a ogni tipo di appello c oke ne siamo accorti da qualche tempo e sebbene forse a un numero limitato di persone possa far clamore o addirittura dare fastidio non è la novità principale. La notizia invece – perché di questo si tratta – di tal enorme massa di soldi persa dovrebbe lasciarci a bocca aperta ma che cosa ha detto nello specifico il dr Cammarota? Non ha accennato soltanto all’esigenza di fare sistema, rilevando che “per riuscirci non mancano certo le risorse finanziarie”
Sì, avete letto bene, si tratta di 181 milioni di euro persi in dieci anni che equivalgono a 18 milioni di euro all’anno per lo stesso periodo o per dirla ancora meglio corrispondono a un buco, a una falla, di circa 50 mila euro al giorno per 365 su un percorso di dieci anni. Soldi che si sarebbero potuti destinare per la costruzione di opere pubbliche di fattiva utilità o al potenziamento delle infrastrutture esistenti oppure per produrre servizi e diminuire le disuguaglianze. Se pensiamo a una Sanità compartecipata tra i sei Comuni per risolvere, a livello intercomunale, le incapacità del settore oppure alle risorse da destinare ai servizi per i malati oncologici e ai trasporti, d’idee ce ne sono comunque parecchie. Il dr. Cammarota, rispetto alla circostanza ripetuta da chi ha partecipato al convegno ossia che a Ischia manca, di fatto, una classe dirigente, ha continuato “vado controcorrente e sostengo che a Ischia non è vero che manca una classe dirigente, c’è da fare qualche sforzo perché la stessa costituisca una visione unitaria più condivisa“. Di sforzi, anche qui è bene ripeterlo, per la verità ne sono stati fatti. Non ultimo fra tutti, in ordine di tempo – sicuramente ce ne sono stati altri – ci ha provato Mimmo Barra nel 2015, quando era Commissario dell’Azienda di Cura e Soggiorno, realizzando il Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia (firmato da tutti i Comuni, di cui Forio è capofila) per consentire ai sei Enti locali di partecipare, attraverso progetti condivisi, all’accesso dei fondi FESR della regione Campania che nel periodo di programmazione 2021-2027, intanto, equivalgono a 3.874.242.592,00. Più precisamente sono composti da zero euro per il 2021; per il 2022 sono 661.799.195,00; per il 2023 parliamo di 672.446.021,00; per l’anno 2024 si arriva a 683.321.237,00; nel 2025, si passa a 694.392.202,00; per il 2026 la dotazione finanziaria senza importo di flessibilità è di 287.702.443,00 mentre quella con importo di flessibilità equivale a 287.702.443,00; infine, per il 2027,la dotazione finanziaria senza importo di flessibilità è di 293.439.525,00 mentre quella con importo di flessibilità arriva a 293.439.526,00.
Di sforzi, anche qui è bene ripeterlo, per la verità ne sono stati fatti. Non ultimo fra tutti, in ordine di tempo – sicuramente ce ne sono stati altri – ci ha provato Mimmo Barra nel 2015, quando era Commissario dell’Azienda di Cura e Soggiorno, realizzando il Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia (firmato da tutti i Comuni, di cui Forio è capofila) per consentire ai sei Enti locali di partecipare, attraverso progetti condivisi, all’accesso dei fondi FESR della regione Campania che nel periodo di programmazione 2021-2027, intanto, equivalgono a 3.874.242.592,00
Che cosa prevede il Patto Strategico per Ischia? Quello che in fondo si auspica il dr. Cammarota, vale a dire la costruzione di una visione unitaria, condivisa, in funzione della crescita e dello sviluppo del territorio isolano in ogni settore. Dai trasporti innovati mettendoli a sistema con maggiori servizi, dalla sostenibilità del territorio alla sua tutela passando per quella idrogeologica e delle coste; dalla creazione di una zona a economia speciale dagli innumerevoli vantaggi fiscali passando per una mobilità rinnovata, fino alla capacità di attrarre nuovi investimenti e, perciò, creazione di posti di lavoro. A questo punto ci si potrebbe aspettare una possibile soluzione su come risolvere la situazione, come cioè sostituire, il “non sistema” con uno capace di integrare risposte e attrarre capitali – anche se si tratta di finanziamenti pubblici – per sviluppare una nuova visione di Ischia partendo dall’esigenza di crescita. Non resta, ai Comuni, che passare all’evoluzione del Sacro Graal dell’efficienza amministrativa, tenendo in piedi da un lato quella che – secondo loro lo è, anche se definirla “efficienza” pone qualche dubbio – già dedicano ognuno alla propria porzione d’isola, dall’altro tenendo bene a mente che fare politica non significa semplicemente “amministrare” approfittando di qualche inaugurazione o andar dietro alle processioni ma “amministrare bene” riguardo a uno scopo che dovrebbe essere lo sviluppo dell’isola. Forse a mancare, però, è proprio tale attitudine che diviene la causa principale della staticità di Ischia, insieme alla voglia di molti amministratori più inclini a salvaguardare il proprio potere personale di gestione che non a frequentare corsi di formazione per capire come si può aumentare il benessere collettivo e una nuova economia.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci