Un pony che pensa di essere un cavallo destinato però a non crescere mai. Potrebbe essere una delle tante metafore attraverso cui descrivere e cogliere l’essenza di Ischia e i molti (non) modi da parte della politica amministrativa di (non) far fronte “comune” per risolvere le difficoltà isolane. Una sindrome spesso incarnata da gran parte del tessuto imprenditoriale come dalla maggioranza di chi fa la (sua) politica a livello locale, tranne rarissime perle, per lo più dimensioni aiutate da tempi di elaborazioni biblici anche solo per capire certi fenomeni.
Un pony che pensa di essere un cavallo destinato però a non crescere mai. Potrebbe essere una delle tante metafore attraverso cui descrivere e cogliere l’essenza di Ischia e i molti (non) modi da parte della politica amministrativa di (non) far fronte “comune” per risolvere le difficoltà isolane. Una sindrome spesso incarnata da gran parte del tessuto imprenditoriale come dalla maggioranza di chi fa la (sua) politica a livello locale, tranne rarissime perle, per lo più dimensioni aiutate da tempi di elaborazioni biblici anche solo per capire certi fenomeni
Mancando a entrambi i livelli idonei strumenti per interpretarli, siamo ormai da tempo di fronte alla degenerazione presuntuosa e pretestuosa di una classe dirigente che fatica ad ammettere la sua inadeguatezza a causa della quale invece di uno “stallone” nel turismo e nella tutela di bellezza e territorio potrebbe rivelarsi una cosa diversa.
Non serviranno né l’acqua né il sapone della novità amplificata dalla gran cassa mediatica per cambiare il corso degli eventi e neppure potrà essere utile la capacità di trasformare formalmente un fatto negativo in positivo se esiste e predomina chi attribuisce l’importanza della forma sulla sostanza. Sgombriamo il campo da qualche incertezza. Con la nomina “esterna” del dottor Josep Ejarque il sindaco Enzo Ferrandino non ha fatto bene ma, anzi, benissimo anche se il suo occhio sicuro ha colto immediatamente in ritardo la possibilità di considerare il turismo come un asset principale e solo dopo gli ultimi cinque anni. Naturalmente si potrebbe andare più indietro nel tempo, e rilevare che la ristrettezza di vedute ha interessato anche altri suoi predecessori e colleghi dei cinque Comuni. Ciò su cui però andrebbe fatta una riflessione invece, è che, parafrasando Leo Longanesi, chi rompe uno schema d’immobilismo non paga se non in termini di responsabilità ed ha diritto, per così dire, di sedere al governo per fare scelte pure interessanti o fino a quel momento non considerate tali. Un salto indietro nel tempo.
Sgombriamo il campo da qualche incertezza. Con la nomina “esterna” del dottor Josep Ejarque il sindaco Enzo Ferrandino non ha fatto bene ma, anzi, benissimo anche se il suo occhio sicuro ha colto immediatamente in ritardo la possibilità di considerare il turismo come un asset principale e solo dopo gli ultimi cinque anni
Nel luglio del 2011 alcuni amministratori tra cui l’assessore di Lacco Ameno dell’epoca, Giacomo Pascale, il sindaco Rosario Caruso per Serrara Fontana, per Ischia l’assessore all’ambiente Ottorino Mattera e l’architetto Silvano Arcamone, per Casamicciola il sindaco Vincenzo D’Ambrosio mentre per Barano era presente l’assessore all’ambiente Iacono, si riunirono presso il Comune di Forio guidato dall’allora sindaco Franco Regine. L’incontro era finalizzato alla firma di un protocollo d’intesa – che non è mai stato reso esecutivo – tra ANCITEL Campania, braccio operativo di ANCI, l’amministratore delegato di ESCO Italia e le sei Amministrazioni. Alla firma prese parte anche chi aveva promosso quell’incontro, l’associazione “La Svolta” che già in quel periodo elaborava soluzioni ai numerosi problemi che opprimevano il territorio, gli stessi di oggi. L’appuntamento aveva lo scopo di formalizzare l’adesione, in quell’anno, a livello europeo, al progetto “Patto dei Sindaci”. Vi si poteva accedere mediante un protocollo d’intesa, che aveva per scopo l’uso delle energie rinnovabili per ridurre – entro il 2020! – l’anidride carbonica nell’atmosfera. L’isola d’Ischia sarebbe diventata, così, un laboratorio a cielo aperto con lo sviluppo di una mobilità ed eco sostenibilità di rilievo internazionale oltre che trasformarsi in polo attrattore di convention internazionali su temi come efficientamento energetico degli edifici, la mobilità alternativa e l’utilizzo del “solare-geotermico” pure per le abitazioni private. Quell’intesa, promossa dall’associazione di professionisti, avrebbe potuto rappresentare la connessione tra la forma e la sostanza, l’inizio di una nuova coscienza amministrativa e d’intenti comuni attraverso il finanziamento totale da parte dell’UE di tutte le opere da realizzare attraverso un fondo di 500 milioni di euro direttamente erogabili nelle casse degli Enti locali per sostenere progetti condivisi.
Regine, in un’intervista dichiarò che quella firma tra i Comuni, non avrebbe solo concretizzato una forma di sinergia tra i sei, interrompendo così le attività frammentate delle Amministrazioni, ma avrebbe di certo favorito una crescita omogenea del territorio. Terminò con “questa crescita è la parte più importante, ciò che ci serve, anche per caratterizzare le nostre attività in futuro”. Naturalmente l’adesione al “Patto dei Sindaci” la cui ufficializzazione era pianificata per il settembre di quell’anno in un evento di rilievo europeo, non avvenne e si persero così impegno, concretezza e grandi occasioni per entrare nella massa dei Fondi europei (che ancora esistono). Nel successivo 2015 sempre le magnifiche sei Amministrazioni firmarono il “Patto per lo Sviluppo” promosso da Mimmo Barra il quale ha al centro la considerazione che il territorio di Ischia deve essere trattato come “zona omogenea” e a nulla valgono i progetti se questi, in particolare nei temi che riguardano l’intera isola (porti, ospedale, lavoro, etc), non assumono una dimensione d’interesse inter comunale. Torniamo al presente, sorvolando ma anche partendo dal presupposto che in poco più o poco meno un decennio abbiamo perso sia i fondi del “Patto dei Sindaci” e quelli riguardanti il “Patto Strategico” a causa della miopia della classe politica isolana. In compenso al posto di “fiumi di soldi” abbiamo assistito a “fiumi d’inchiostro e parole”. La mancanza di un interesse isolano, forse è la questione politica principale. È chiaro che la nomina del dottor Ejarque rappresenta uno scatto in avanti di Ischia rispetto agli altri Comuni, tuttavia con l’enfasi che è stata attribuita alla notizia il rischio di passare come l’ennesima semplice operazione di maquillage amministrativo per dare più peso alla forma e non senso alla sostanza è molto alto.
Torniamo al presente, sorvolando ma anche partendo dal presupposto che in poco più o poco meno un decennio abbiamo perso sia i fondi del “Patto dei Sindaci” e quelli riguardanti il “Patto Strategico” a causa della miopia della classe politica isolana. In compenso al posto di “fiumi di soldi” abbiamo assistito a “fiumi d’inchiostro e parole”
Una fuga in avanti che nel non considerare le altre Amministrazioni, si accompagna al probabile desiderio di sedersi sul trono più alto a dimostrazione che la “città” di Ischia è capace di indossare l’abito del capofila e non ha bisogno, per converso, di altri. Assistiamo, ancora una volta, al frazionamento dell’interesse isolano a tutti i costi, alla sua disgregazione e all’indifferenza politica e amministrativa in chiave personalistica anche se ciò significa sacrificare la visione d’insieme che è quanto mai necessaria. La quale, al contrario, dovrebbe riguardare la gestione coordinata di tutti gli elementi che compongono la destinazione “Ischia” nella sua interezza (attrazioni, accesso, marketing, risorse umane, immagine e prezzi) tramite un approccio strategico. Nell’indifferenza degli altri Comuni e nel volersi costringere a non allargare la professionalità del dottor Ejarque agli altri, per collegare tra loro entità molto diverse e per migliorarne la gestione, siamo di fronte a una questione politica non di secondo piano (come invece vorrebbe farci intendere qualcuno). Se è difficile mettere insieme le Amministrazioni su temi condivisi e che le riguardano da vicino, significa che la classe dirigente è cieca e non ha ancora compreso che cosa significa l’importanza strategica di quel che qualcuno in modo superficiale, anche se dice di averlo compreso, definisce “gioco di squadra”. La nomina del dottor Ejarque, insomma, se resta in questi termini non solo lo costringerebbe a “lavorare” a mezzo servizio con evidente parcellizzazione della sua professionalità ma potrebbe essere uno spiraglio – per la “città” di Ischia – oppure una voragine in cui finirebbero i Comuni. Gli altri cinque, chiaramente.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci