«Caffè Scorretto» «Game of Mobility»
Qualche giorno fa siamo inciampati nella notizia che il convegno sulla mobilità – ben riuscito, almeno negli intenti – organizzato nella sala del polifunzionale di Serrara Fontana da Lucio Poerio Iacono e dall’ingegner Ferdinando Buono, si è svolto senza grossi intoppi. Siamo venuti a conoscenza dell’assenza di almeno un paio di Comuni, compreso quello di Barano, ma alla fine i vari teoremi su come – e se è possibile – migliorare la mobilità sull’isola sono stati esposti alla piccola platea di ascoltatori. Ci permettiamo, dopo aver prestato attenzione alle dichiarazioni di una parte dei relatori, di scrivere due parole a margine dell’incontro.
Qualche giorno fa siamo inciampati nella notizia che il convegno sulla mobilità – ben riuscito, almeno negli intenti – organizzato nella sala del polifunzionale di Serrara Fontana da Lucio Poerio Iacono e dall’ingegner Ferdinando Buono, si è svolto senza grossi intoppi. Siamo venuti a conoscenza dell’assenza di almeno un paio di Comuni, compreso quello di Barano
Per tirar fuori dalla cantina quella che appare come una piccola verità, forse non dissolubile, su quanto chi in rappresentanza delle amministrazioni, con la propria presenza, ha testimoniato la sua sensibilità e preso atto che il problema esiste ed è reale. Pure che questo, probabilmente, non dice nulla sull’impegno di volerlo risolvere e nemmeno risiede nel “letto di lamiere” – usando l’espressione del sindaco di Lacco Ameno, Pascale – essendone solo una manifestazione, ma nell’assenza di desiderio quasi assoluto, men che meno euforico, di costruire una possibilità attraverso un tavolo comune tra i sindaci.
Segno, questo, che apre almeno due filoni di discussione. Sia sulla poca attenzione per il territorio di una parte della collettività e di quelli che hanno il dovere di rappresentarne le richieste. Sia sulla contrapposizione tra chi pensa – trasversalmente – a come si potrebbe migliorarlo iniziando da ora per valutarne gli effetti sul medio e sul lungo periodo e chi, all’opposto, magari la maggior parte, in qualche caso anche eletto, ritiene di dedicarsi ad altro, al breve periodo e a schemi abitudinari che bloccano l’isola su uno (piedi)stallo. Non vi diciamo quanto sia enorme la nostra sorpresa. Considerando anche che negli anni di proposte interessanti, che a Ischia diventano quasi fantascienza, ne abbiamo gettate su carta con Franco Borgogna, Luigi Della Monica, Raffaele Mirelli, Lisa Divina, Benedetto Manna ed altri editorialisti, per poi scoprire amaramente che dopo l’estate arriva il Natale che precede il capodanno in attesa della Pasqua per poi giungere a una nuova, l’ennesima, stagione estiva senza grossi risultati creando un circuito chiuso senza capovolgimenti o avanzamenti.
Questo apre almeno due filoni di discussione. Sia sulla poca attenzione per il territorio di una parte della collettività e di quelli che hanno il dovere di rappresentarne le richieste. Sia sulla contrapposizione tra chi pensa – trasversalmente – a come si potrebbe migliorarlo iniziando da ora per valutarne gli effetti sul medio e sul lungo periodo e chi, all’opposto, magari la maggior parte, in qualche caso anche eletto, ritiene di dedicarsi ad altro, al breve periodo e a schemi abitudinari che bloccano l’isola su uno (piedi)stallo
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Anche di questo dovrebbe rendersi conto la politica di casa nostra che oltre alla produzione del pensiero “ordinario” ha il dovere di “creare i presupposti” per quello straordinario. A ciò, naturalmente, corrisponde il diritto – delle persone – di mostrare, in qualunque modo ma sempre in maniera educata e civile, i segni latenti d’insofferenza di fronte a un progresso mancato e all’evoluzione, a un tempo sia sul piano sociale sia su quello economico, che stenta a manifestarsi. Sgombrando il campo sia dall’ironia, per esempio Giacomo Pascale che sogna un car sharing da almeno una ventina di anni riproponendo l’idea in ogni salsa e occasione pubblica, e dal populismo, che potrebbe contenere l’esempio precedente, c’è un dato da cui partire.
Vale a dire che il convegno ha segnato un – nuovo – inizio, cercando di fotografare e imbrigliare un problema. Cosa che, per la verità, hanno fatto altri appuntamenti simili in passato ma a Ischia, si sa, le cose bisogna ripeterle molte volte confidando che o qualcosa possa accadere (per nessuna opera, poche virtù e scarso spirito) o che qualcuno, con la saggezza del contadino che coltiva il terreno, lo cura dopo la semina in attesa della stagione adatta per il raccolto, possa divenire uno strumento capace di agevolare il naturale processo di crescita delle cose. Capiamo, allora, che la ripetizione di Pascale, in questa situazione, potrebbe avere uno spiccato senso d’ironia e oltre il populismo delle sue dichiarazioni ventennali bisogna riconoscere che un senso reale, di fatto, l’hanno comunque. Non perché non siano valide le proposte del sindaco di Lacco Ameno, ci mancherebbe, ma per l’effettiva carenza di consapevolezza e collaborazione tra le amministrazioni su temi caldi e intercomunali, in cui ricadono i trasporti e la mobilità. Ciò che andrebbe riconosciuto al convegno, è la volontà di rimodulare l’agenda facendo notare un punto da chi l’ha organizzato.
Il convegno ha segnato un – nuovo – inizio, cercando di fotografare e imbrigliare un problema. Cosa che, per la verità, hanno fatto altri appuntamenti simili in passato ma a Ischia, si sa, le cose bisogna ripeterle molte volte confidando che o qualcosa possa accadere (per nessuna opera, poche virtù e scarso spirito) o che qualcuno, con la saggezza del contadino che coltiva il terreno, lo cura dopo la semina in attesa della stagione adatta per il raccolto, possa divenire uno strumento capace di agevolare il naturale processo di crescita delle cose
Su cui si parla ancora troppo o troppo poco e agisce ancora meno insieme alla presa d’atto – come se stessimo scoprendo oggi l’acqua calda – che da soli si può splendere con proposte e ipotesi di azioni nel proprio orticello ma soltanto insieme, in un gruppo spinto da intenti e obiettivi condivisi, si può arrivare da qualche parte. O comunque creare i presupposti – straordinari – di un inizio più inclusivo e integrato, in grado di sciogliere gli schemi chiusi per crearne di nuovi e agevolare il confronto nella costruzione di un dialogo che tra i sei Comuni non c’è mai stato. Augurandosi di non commettere l’errore che nelle buone intenzioni – se sono buone – ci sia già qualcosa di più, la cui esistenza però non andrebbe data per scontata.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci