Leonardo Sciascia, tra i maggiori scrittori e intellettuali italiani, durante un’intervista alla trasmissione “Binocolo”, nel 1985, espresse una riflessione forse ancora attuale. Disse, con il volto solcato da un grande senso di rammarico, che era andato a vedere da vicino come funzionavano le cose. Lo vide al Consiglio Comunale di Palermo, eletto come indipendente nella lista dell’allora Partito Comunista (col quale poi nel 1977 entrò apertamente in contrasto insieme con altri intellettuali); lo vide alla Camera dei Deputati, eletto con i Radicali. In entrambe le occasioni di “impegno politico” giunse alla consapevolezza di una verità disarmante.
Il potere, citiamo Sciascia, non è nel Consiglio Comunale e nemmeno nel Parlamento della Repubblica. Il potere è altrove e, in effetti, forse in Italia basta che si riuniscano cinque persone per decidere tutto. Ciò che disse Sciascia si può calare con molta probabilità anche nell’Italia di oggi? Forse sì
Il potere, citiamo Sciascia, non è nel Consiglio Comunale e nemmeno nel Parlamento della Repubblica. Il potere è altrove e, in effetti, forse in Italia basta che si riuniscano cinque persone per decidere tutto. Ciò che disse Sciascia si può calare con molta probabilità anche nell’Italia di oggi? Forse sì. Aggiungiamo, in qualsiasi luogo istituzionale (compreso i Consigli Comunali). Figurarsi a Ischia.
Nella considerazione, però, che tanto per i primi quanto per i secondi esistono varie sfumature e diversità d’interessi. A molti tutto ciò potrebbe apparire anacronistico, per altri inutile. Per altri ancora ovvio ma, repetita iuvant, l’ovvio non bisognerebbe mai darlo per scontato. Vabbè potrebbe dire qualche altro, chissenefrega. Una cosa bisognerebbe dirla (anche qui il ripeterla giova). Tra le tante esistono varie tonalità del “chissenefrega”. Una è quella che cerca di trasmettere il messaggio che un certo tipo di sistema, in fondo, mantiene – o ha il dovere di tenere – alcuni equilibri (necessari) tanto da metterci nella condizione di accorgerci che non si può modificare (la sostanza) se non fino a un certo limite. Un’altra, invece, si basa sull’indifferenza generalizzata sia alla vita amministrativa quanto a quella pubblica. Tra i tanti risultati c’è quello che spinge verso l’illusione, in grado di trasformarsi in convinzione profonda, che soltanto nel non interessarsi di queste “forze” – in cui è compresa la gestione del potere – saremo tutelati da ogni stortura ed essere liberi.
Ci rendiamo conto che il discorso sarebbe da ampliarsi a dismisura con il rischio, alto, di arrovellarci su ipotesi e soluzioni. Che poi. Insomma, il pericolo di perdere il filo potrebbe esserlo altrettanto. Sarebbe conveniente, quindi, rivolgersi direttamente “a quei cinque” – ovviamente, si fa per dire – che mantengono il potere sull’isola d’Ischia
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Meglio perciò non manifestare nulla e non dire niente (men che meno in pubblico, salvo lamentarsi in privato, con l’amico, a una cena o comunque in forma ristretta che esclude la diffusione della critica personale verso fatti o comportamenti pubblici). Ci rendiamo conto che il discorso sarebbe da ampliarsi a dismisura con il rischio, alto, di arrovellarci su ipotesi e soluzioni. Che poi. Insomma, il pericolo di perdere il filo potrebbe esserlo altrettanto. Sarebbe conveniente, quindi, rivolgersi direttamente “a quei cinque” – ovviamente, si fa per dire – che mantengono il potere sull’isola d’Ischia.
Agli stessi cinque (anche qui, si fa per dire), se da un lato il “boccone” – o l’argomento, il tema, il dilemma o in qualunque altro modo si voglia chiamare – del Comune Unico potrebbe andare di traverso, dall’altro il gruppo occulto (idem, si fa per dire!) potrebbe interessarsi almeno una volta del benessere dell’isola che in modo apparente (si fa per dire) scorre nei Consigli Comunali. L’imprenditore di altissimo profilo Gianni Donzelli, napoletano ma amante di Ischia da decenni, nel tempo e a vari Sindaci e Consigli Comunali, ha fatto una serie di proposte per la costruzione di una centrale elettrica di ultima generazione. Si potrebbe dire, a nostro avviso, una proposta molto più che seria, anzi molto funzionale. Dotare, cioè, come a Capri è avvenuto nel 2020 in un progetto di collaborazione tra pubblico e privato, e dopo in altre zone della terraferma, l’isola d’Ischia di un impianto a tecnologia avanzata con un’efficienza energetica straordinaria da fonti rinnovabili.
L’imprenditore di altissimo profilo Gianni Donzelli, napoletano ma amante di Ischia da decenni, nel tempo e a vari Sindaci e Consigli Comunali, ha fatto una serie di proposte per la costruzione di una centrale elettrica di ultima generazione. Si potrebbe dire, a nostro avviso, una proposta molto più che seria, anzi molto funzionale. Dotare, cioè, come a Capri è avvenuto nel 2020 in un progetto di collaborazione tra pubblico e privato, e dopo in altre zone della terraferma, l’isola d’Ischia di un impianto a tecnologia avanzata con un’efficienza energetica straordinaria da fonti rinnovabili
Nella proposta dell’imprenditore Donzelli, figurava – giustamente – la volontà già acquisita di Terna, società che gestisce la rete elettrica nazionale di alta e altissima tensione, di procedere in questa direzione e ciò che disse l’allora Presidente del Consiglio Conte. Il nuovo sistema di produzione avrebbe ridotto di 130 mila tonnellate l’anidride carbonica, consentito di risparmiare circa 20 milioni di euro l’anno e mandato in soffitta quello alimentato a gasolio, risalente al 1903. Giunto in elicottero a Capri per l’inaugurazione Conte affermò che realizzare spine dorsali come quella era imprescindibile per la competitività del Paese. In un mondo, come anche quello isolano, in cui il potere forse è gestito da un gruppo ristretto (si fa per dire!) e non essendoci riusciti Sindaci e Consigli Comunali, uno dei cinque potrebbe degnarsi di portare la proposta nella sua sede occulta. Magari qualcosa succede.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci
