LE OPINIONI

«Caffè scorretto» «Di programmi elettorali e mobilità sociale (bloccata)»

Altro che riaccenderla. L’isola bisogna riesaminarla e, dopo, rivoltarla come un guanto. A questo processo devono partecipare tutte le amministrazioni, nessuna esclusa, a cominciare dai due Comuni prossimi alla campagna elettorale vale a dire Forio e Casamicciola. A ciò deve corrispondere una composta visione per costruire un’isola nuova, ripensata, nella consapevolezza che può vivere con risorse proprie. Magari partendo proprio dall’associazione tra i comuni che la compongono (vi ricordo che arriverebbero soldi, tanti, dallo Stato Centrale solo per il fatto di aver pensato all’unione dei servizi) ed estendere la collaborazione alle altre isolette dell’arcipelago campano (riuscite a vederlo un “consorzio” tra isole dell’arcipelago?).

L’isola bisogna riesaminarla e, dopo, rivoltarla come un guanto. A questo processo devono partecipare tutte le amministrazioni, nessuna esclusa, a cominciare dai due Comuni prossimi alla campagna elettorale vale a dire Forio e Casamicciola. A ciò deve corrispondere una composta visione per costruire un’isola nuova, ripensata, nella consapevolezza che può vivere con risorse proprie. Magari partendo proprio dall’associazione tra i comuni che la compongono (vi ricordo che arriverebbero soldi, tanti, dallo Stato Centrale solo per il fatto di aver pensato all’unione dei servizi)

In ipotesi, per questa via, potrebbe allora considerarsi «l’uscita» dalle congetture e dai labirinti mentali di un territorio che usa poca attenzione per se stesso e non pensa, al contrario, alle sorti dei suoi abitanti (cosa che accade spesso). Servono programmi allora, non solo parole, in linea con il rilancio del proprio Comune in funzione della ripresa dell’isola e della sua crescita.

Per il momento bisogna prendere atto che l’unico manifesto è stato redatto e pubblicato dal candidato sindaco Vito Iacono. In alcuni passaggi propone una qualche forma embrionale di unione dei servizi nella cognizione che Forio, come gli altri Comuni, è parte di un sistema che poche volte, forse quasi mai, tranne quando si tratta di arrivi e partenze di turisti, si è percepito tale e “isolano”. Uno degli scopi che dovrebbe prefiggersi un manifesto elettorale è quello di favorire l’uscita dallo stagno del disastro per raggiungere il mare delle occasioni e navigare su una rotta precisa alla scoperta di nuove terre e cooperazioni, sia a livello nazionale sia internazionale. Non sarebbe sbagliato, perciò, riflettere su come amplificare il dialogo. Si potrebbe partire dal turismo o, in senso più ampio, dalla cultura (buona la proposta nel programma di Iacono nel voler istituire un assessorato al Turismo e alla Cultura unico dell’isola d’Ischia, con un altrettanto cartellone di eventi unico) o – ancora – dalla cornice del Patto per lo Sviluppo normalmente detto Patto Strategico dell’isola d’Ischia elaborato da Mimmo Barra nel 2015 di cui per l’appunto Forio è capofila.

Uno degli scopi che dovrebbe prefiggersi un manifesto elettorale è quello di favorire l’uscita dallo stagno del disastro per raggiungere il mare delle occasioni e navigare su una rotta precisa alla scoperta di nuove terre e cooperazioni, sia a livello nazionale sia internazionale. Non sarebbe sbagliato, perciò, riflettere su come amplificare il dialogo. Si potrebbe partire dal turismo o, in senso più ampio, dalla cultura (buona la proposta nel programma di Iacono nel voler istituire un assessorato al Turismo e alla Cultura unico dell’isola d’Ischia, con un altrettanto cartellone di eventi unico) o – ancora – dalla cornice del Patto per lo Sviluppo normalmente detto Patto Strategico dell’isola d’Ischia elaborato da Mimmo Barra nel 2015 di cui per l’appunto Forio è capofila

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Se ripreso, da chi si appresta nella corsa per diventare amministratore, avrebbe una valenza non soltanto simbolica ma anche sostanziale per promuovere e realizzare nei fatti una partecipazione intercomunale in grado di mettere al centro l’interesse isolano, risultante della composizione dei singoli Comuni, e favorire l’accesso in forma condivisa (tra i sei) ai fondi regionali e nazionali. Ovviamente un programma dovrebbe pure contenere una previsione su che cosa si vuol fare, ad esempio, in termini di politica economica, per la Sanità e più in particolare per il disagio che vivono quotidianamente i malati oncologici con proposte per diminuirlo al minimo o eliminarlo del tutto. Infine, un altro grande tema che non dovrebbe mai mancare in nessuna “ricetta” elettorale è l’indicazione al “merito” e i modi per conseguirlo. Qualche tempo fa il sito lavoce.info pubblicò una ricerca – a cura di Giovanni Pica, professore associato di economia politica presso l’Università degli Studi di Milano – in cui si stabiliva la correlazione tra la prosperità di una società e la sua mobilità sociale. Ovviamente alla mobilità sociale si lega l’idea di uguaglianza di opportunità nella società stessa, in cui anche chi parte da una condizione svantaggiata ha la possibilità di emergere e salire (o scendere) la scala sociale. Si parla in questo caso di prosperità della società, vale a dire che il reddito pro capite e le possibilità di occupazione sono migliorate. Tutto ciò si può stabilire attraverso un indice di mobilità sociale, cosa che ha fatto la ricerca del professor Pica per ciascuna provincia nel nostro Paese, derivante dal confronto tra la variabilità dei redditi all’interno delle famiglie, identificate attraverso il cognome, con la variabilità complessiva dei redditi. In sintesi quanto più è bassa la mobilità sociale in una determinata provincia tanto più omogenei sono i redditi all’interno di ciascuna famiglia rispetto alla variabilità complessiva di questi, e viceversa. Per farla breve, in un luogo dove la mobilità sociale è bassa, per conoscere il reddito di un individuo basta sapere a quale famiglia appartiene. I risultati della ricerca sono stati riassunti su una cartina identificando le province del nostro paese per colore. Dal blu chiaro, che indicava una maggiore mobilità, a quello più scuro cui si associava una scarsa mobilità. Com’è facile immaginare la maggior parte delle regioni del sud – cui si unisce la Campania divisa per zone compresa Ischia -, sono di colore blu scuro.

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Qualche tempo fa il sito lavoce.info pubblicò una ricerca – a cura di Giovanni Pica, professore associato di economia politica presso l’Università degli Studi di Milano – in cui si stabiliva la correlazione tra la prosperità di una società e la sua mobilità sociale. Ovviamente alla mobilità sociale si lega l’idea di uguaglianza di opportunità nella società stessa, in cui anche chi parte da una condizione svantaggiata ha la possibilità di emergere e salire (o scendere) la scala sociale

Lo studio tendeva a rendere palese che la mobilità sociale si collega a una serie di esiti economici. Per esempio i talenti individuali possono essere favoriti da una migliore allocazione e generare un livello elevato dell’attività economica, finanche stimolando la crescita della società o di suoi segmenti. Magari per qualcuno è facile collegare il tutto al concetto di “merito”, e fa bene. Sarebbe interessante vedere l’andamento nello specifico sull’isola, sebbene qualche eccezione negli uffici, sia pubblici e sia privati, è possibile trovarla (allo stesso modo è semplice imbattersi in cognomi o parentele affini, il che costringerebbe a risalire ai metodi di selezione). La prima impressione è che su questa isola “felice” –più “ghetto mentale” che terra aperta al mare delle possibilità e al mondo – sia presente più di uno strato cristallizzato, tra gli altri, proprio dal fattore “parentela alla famiglia X”. Il che richiama per conseguenza il nesso tra potere economico ed esercizio del “potere” (pensiamo a quello che si esercita in politica: lo vedete pincopallo junior figlio di pincopallo senior, per esempio candidato alla carica di Sindaco o l’investitura di “pezzi” di famiglie già protagonisti di campagne elettorali precedenti?). Su questa strada si procede con similitudini in altri settori. Si potrebbe azzardare addirittura una connessione tra tale “potere” e la costruzione di un “merito” ad hoc per qualcuno al quale attribuire la direzione dell’azienda di famiglia, dell’impresa o perfino di (settori di) un comune. Più in generale, in alcuni di questi personaggi si potrebbe scovare perfino la causa del ritardo che tanto i singoli Comuni quanto l’isola intera come zona turistica, hanno accumulato negli anni in termini di servizi, di cultura della crescita come della sua gestione espandendo per converso la cultura della “non crescita”, della “non economia” e della “non competitività”. Da ciò, si apre un’altra prospettiva. Anzi, una riflessione apparentemente scollegata dalla realtà territoriale. In molti paesi le famiglie con reddito più alto si possono permettere sia connessioni sociali migliori, sia di poter investire sul capitale umano. E qui torna, complice la considerazione di sopra, la “costruzione del merito” per figli e affini di X e l’esclusione da quella “fascia” di chi non può permetterselo perché non può contare sulle stesse relazioni. A Ischia, come nel resto d’Italia, non si premia il capitale umano. Anzi è esattamente l’opposto. Forse nella moltitudine si può pure trovare chi, in effetti, quel “merito” lo meritava davvero ma dal quale, però, è stato escluso. Se qualcuno durante questa lettura volesse girare la frittata e metterla sul politichese ideologico andante per farci una polemica inutile, la questione interessa poco. Il ragionamento ci interessa, invece, nella misura in cui le diseguaglianze, sull’isola in generale e nei Comuni in particolare, continuano a rimanere tali creando, di fatto, una società multiforme ma per niente “mobile”, bloccata nel modo di pensare avvantaggiando così la sua involuzione.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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