«Caffè Scorretto» «Da Bravi, fate i bravi»
Come reagire di fronte a una politica che nel quotidiano è povera di contenuti e azioni forti, oltre che incapace di proporre soluzioni ai temi più complessi di quelli che è in grado di immaginare? Il sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino, almeno ci prova ad avanzare timidi passi nella costruzione lenta di un sottopassaggio verso la modernità e favorire lo sviluppo del suo comune ma che cosa stanno facendo gli altri? Le notizie sono discordanti, almeno su questo c’è unità d’intenti. Francesco Del Deo “lotta” per curare i mali delle isole minori, nel suo nuovo ruolo di presidente di ANCIM. Giacomo Pascale, a Lacco Ameno, non è più sindaco.
Quasi certamente è stato travolto dal personalismo di chi finora è stato muto e invisibile sulle situazioni più urgenti. Pascale insomma è reo di aver cavalcato troppo i teatri locali e nazionali. Ciò ha costretto il promotore della sfiducia di massa a correre ai ripari per difendere la propria pretesa fetta di visibilità. Tuttavia è palese la necessità da parte dei sindaci isolani di pianificare (magari insieme?) appuntamenti mensili, con i cittadini e la stampa. Serve fare il punto, continuamente, su scenari presenti e futuri. Un calendario d’incontri come l’esperimento di Enzo Ferrandino, via social, può essere percorso di nuovo. Sottoporre i governi locali a domande dirette su temi con un certo grado d’incombenza, consentirebbe di tastare il polso dell’attività amministrativa collettiva. Il sindaco, Dionigi Gaudioso, intanto stimolato dalle vicende che l’hanno reso attore protagonista nella fiction di casa nostra, nei giorni trascorsi ci ha dato la sua (re)visione della realtà gettando acqua sul fuoco delle polemiche.
Specie dopo la querelle che ha avuto col fondatore del movimento “Dai una svolta all’isola d’Ischia. Libertà e Democrazia”, Aldo Presutti, finita con la cacciata di quest’ultimo dall’ufficio del primo cittadino, destinatario di una serie di domande sul Rio Corbore. Almeno per ciò che riguarda il territorio di cui è feudatario indiscusso, Gaudioso ha sfruttato il colloquio per proporre la sua visione anche un po’ edulcorata. Dalle dichiarazioni che ha reso, è possibile tentare un parallelismo con gli altri territori e smantellare, definitivamente, la malsana e diffusa idea che definisce le gestioni negli Enti locali un po’ parassite e coperte dalla politica clientelare. Dato questo che metterebbe al riparo anche l’idea di democrazia consentendoci di fantasticarci sopra. Magari a Barano c’è ancora da migliorare qualcosa ma Gaudioso appare soddisfatto della trasformazione del suo comune in un piccolo Caput Mundi. Dall’intervista si deduce che le acque dei Maronti godono di buona salute, il Sole brilla alto nel cielo e gli uccellini cinguettano pure in autunno. Addirittura l’aumento della Tari è giustificato perché Barano non ha lo stesso numero di alberghi che insistono negli altri pezzi dell’isola, da cui deriva perciò uno scarso gettito della tassa di soggiorno.
Sui trasporti, come ha detto, è chiaro che bisogna potenziare quelli pubblici per limitare l’uso dell’auto e diminuire il traffico. Ci saremmo aspettati però una “ricetta personale di azioni” da parte del sindaco. Infine sull’ipotesi di Comune Unico ha indossato i panni di Don Rodrigo ne I Promessi Sposi e ha gridato da “bravo” «Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai». Lasciamo stare per un momento l’ipotesi di fusione e dedichiamoci ad altro. Il Testo Unico degli Enti Locali (la Legge 267/2000) prevede l’istituto dell’Unione dei Comuni. Consente le associazioni tra Enti locali che vogliano migliorare l’efficienza, anche economica, specie nei servizi. Secondo il TUEL dallo Stato centrale, nel caso si scegliesse la costituzione di un Ente sovra comunale, arriverebbero finanziamenti per almeno dieci anni. Perché Gaudioso non prende in considerazione un’alternativa al comune unico e punta all’ottimizzazione dei costi gestendo, in forma unita, insieme con gli altri, i servizi principali? Il punto è questo e tocca un altro aspetto che riguarda perciò i suoi colleghi. Il Movimento di Presutti pare seriamente intenzionato a lavorare su ciò che può essere modificato. Anche se i cinque primi cittadini di fronte alle tesi di collaborazione con lui continuano a restare freddi e fare spallucce, le iniziative della neonata “Libertà e Democrazia” sembrano disegnate. Il proprietario dell’hotel Solemar pur bersagliato dall’indifferenza non si da per vinto. Ospiterà a sue spese per tre giorni, a novembre, alcune aziende. Si occuperanno di progetti ad ampio raggio e ne darà conto in una conferenza stampa. La discussione si incentrerà su mobilità e car sharing, della raccolta dei rifiuti solidi urbani per trasformarli da costo in risorsa fino alla costruzione di case ecosostenibili; dei trasporti pubblici (l’ipotesi è di sostituire gli autobus esistenti con quelli ibridi) fino alla gestione isolana del servizio. Tutte iniziative che si possono realizzare con un pizzico di buon senso. Naturalmente Aldo Presutti non ha alcun potere. Le sue sono proposte (e proteste costruttive). I sindaci, se finora le hanno umiliate, hanno l’occasione di prenderle in considerazione e servirsene per avviare qualcosa di rivoluzionario a reti unificate. Lunedi c’è stato l’incontro con De Magistris al Palazzo Reale di Ischia. Si può partire da quello, all’unanimità, per tracciare una strategia e risposta diversa. Perché quella attuale, scontata, è che la politica isolana elude ogni forma di collaborazione e limita la realizzazione di asset capaci di erodere la gestione e il controllo “personale”. Perciò, per non perdere lo status di “Bravi” sostenitori d’interessi che con quello collettivo hanno poco o nulla a che vedere, il paradigma del potere locale resta inscalfibile. Per questo motivo l’attuale sclerotica rappresentazione dell’isola, pronta a implodere su se stessa, per loro, quasi certamente resterà il migliore dei mondi possibili. E allo stesso tempo la causa fondante del ritardo strutturale di Ischia su tutti i fronti.