LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Campanilismo amorale»

“Campanilismo” significa avere un attaccamento esclusivo ed esagerato al proprio paese, ai suoi usi e alle sue tradizioni tanto da esser portati a escludere il resto fino a trasformarsi in un’ostilità preconcetta verso paesi e costumi diversi dal proprio. Di campanilismo si può parlare pure in occasioni di esposizione d’idee o di opinioni, di sagre e feste religiose. L’isola d’Ischia è colma di “campanili” e non si allontana molto da questa definizione. Alla quale si può aggiungere l’aggettivo “amorale” che determina un comportamento inevitabilmente governato dall’indifferenza nelle sue innumerevoli sfaccettature. Chi pratica pure a sua insaputa il campanilismo amorale dovrebbe come minimo passare per la riprovazione della comunità per trovarsi nella condizione di correggere ed equilibrare la portata del comportamento.

“Campanilismo” significa avere un attaccamento esclusivo ed esagerato al proprio paese, ai suoi usi e alle sue tradizioni tanto da esser portati a escludere il resto fino a trasformarsi in un’ostilità preconcetta verso paesi e costumi diversi dal proprio. Di campanilismo si può parlare pure in occasioni di esposizione d’idee o di opinioni, di sagre e feste religiose. L’isola d’Ischia è colma di “campanili” e non si allontana molto da questa definizione

Dando per scontato, ovviamente, che una “comunità isolana” esista davvero anche se il dubbio – sull’effettiva presenza di una cittadinanza attenta e attiva – in questi anni ha costruito una solida roccaforte. Veniamo ai fatti. Sabato scorso, nell’ambito del Festival Internazionale di Filosofia (giunto alla sua decima edizione pur nella convinzione di molti che si tratti della prima e nella contro convinzione che, secondo chi ha difficoltà a comprenderlo, l’appuntamento creato dall’associazione “InSophia” sia una perdita di tempo!), il museo di Villa Arbusto ha ospitato un incontro interessante.

Tranne i sindaci Pascale di Lacco Ameno e Ferrandino di Ischia assieme a una delegazione del Comune di Serrara Fontana con Tilde Trofa in testa, si è notata – non poco – l’assenza di altri rappresentanti locali. L’appuntamento “Here I am”, ossia “Io sono qui”, moderato dal patron del Festival Raffaele Mirelli, ha accolto la testimonianza di Andrea De Siano. Accompagnato dagli oncologi che si prendono cura di lui, i dottori Maurizio Matarese e Roberto Mabilia dell’ASL Napoli 2, ha raccontato dell’esperienza, della sua resilienza e perseveranza nella lotta contro il cancro scoperto poco meno di due anni fa. De Siano, che con la sua testimonianza si è fatto megafono di quanti si trovano nelle medesime condizioni e combattono ogni giorno con la burocrazia, con lunghe liste d’attesa e ostacoli di ogni genere (oltre che con il cancro), si è fatto promotore di un messaggio importante. Fondamentale il suo “smettete di lamentarvi, uscite dalla logica di mercato che vi vuole imbrigliare a tutti i costi e vivete la vita, attribuitevi un nuovo valore che non sia solo quello economico (dato dal mercato o dal lavoro) ma è soprattutto umano”. Il consulente di marketing con una sensibilità priva di retorica ha messo gli ascoltatori presenti nella sala Gingerò di fronte alla possibilità di reagire all’impotenza che relega ognuno nella paura e nella mancanza di condivisione.

Veniamo ai fatti. Sabato scorso, nell’ambito del Festival Internazionale di Filosofia (giunto alla sua decima edizione pur nella convinzione di molti che si tratti della prima e nella contro convinzione che, secondo chi ha difficoltà a comprenderlo, l’appuntamento creato dall’associazione “InSophia” sia una perdita di tempo!), il museo di Villa Arbusto ha ospitato un incontro interessante. Tranne i sindaci Pascale di Lacco Ameno e Ferrandino di Ischia assieme a una delegazione del Comune di Serrara Fontana con Tilde Trofa in testa, si è notata – non poco – l’assenza di altri rappresentanti locali

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La quale a sua volta produce effetti nefasti che si ripercuotono pure nella qualità della sanità isolana. Conseguenze che la neonata “commissione sanità” del Comune di Ischia – ha detto la dottoressa Raffaella Migliaccio, delegata della commissione – vorrebbe ridurre attraverso una “consulta permanente” tra le sei amministrazioni abbattendo e risolvendo i “buchi” della sanità locale e quelli che i malati oncologici sono costretti a subire. Nel suo breve intervento il dottor Mabilia ha evidenziato un aspetto altrettanto importante.

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Non bisogna cioè passare per la convinzione che dare attenzione allo stato della sanità locale nel tentativo di colmarne le pecche, vuol dire risolvere ciò che non funziona poiché ci si troverebbe davanti a un bluff se non si pensasse a come rendere moderne e migliorare le infrastrutture o fondare un dialogo duraturo tra politica, istituzioni e persone. Se un polo oncologico, sull’isola esiste, funziona e si prende cura delle persone malate di cancro è sicuramente per merito di medici – come Matarese e Mabilia – infermieri, operatori socio sanitari dal valore umano inestimabile. Ed è questo il dato prezioso da riversare nella società isolana. È chiaro che si può fare molto di più migliorando e ampliando il desiderio di umanità. Se è vero che la competenza nella sanità è della Regione Campania – così ha rilevato il sindaco di Lacco Ameno riportando la notizia che molto probabilmente a Ischia sarà riconosciuto lo status di località disagiata – è vero pure che l’autorità nel pretendere – dalla Regione – un servizio sanitario più solidale, funzionante e senza ostacoli, spetta proprio ai sindaci (compresi quelli assenti).

Non aver dato seguito al “Patto per lo sviluppo dell’isola d’Ischia”, con Forio capofila – anche per campanilismo amorale di gran parte della politica – senza un profondo senso d’irritazione della collettività che ha alimentato un silenzioso consenso, perdendo così l’accesso a risorse per almeno 350 milioni di euro in progetti, significa aver smarrito la possibilità di produrre in breve tempo riforme strutturali. In specie nella sanità isolana

Non aver dato seguito al “Patto per lo sviluppo dell’isola d’Ischia”, con Forio capofila – anche per campanilismo amorale di gran parte della politica – senza un profondo senso d’irritazione della collettività che ha alimentato un silenzioso consenso, perdendo così l’accesso a risorse per almeno 350 milioni di euro in progetti, significa aver smarrito la possibilità di produrre in breve tempo riforme strutturali. In specie nella sanità isolana, tra i capitoli di spesa prioritari previsti dal Patto Strategico. Ed è proprio il tempo ciò che si consuma in maniera veloce per chi combatte con dignità contro un tumore, spesso invisibile a chi ha il dovere e l’obbligo di pensare al bene comune.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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