Caccia: dopo il danno, la beffa è puntualmente arrivata
A CURA DI ARCICACCIA CAMPANIA
Ci risiamo: il TAR Campania ha emesso (09/9/2024) l’ennesimo atto monocratico col quale ha sospeso, sebbene parzialmente, l’attività venatoria nella nostra regione. L’atto è stato emanato accogliendo pedissequamente ed acriticamente le richieste delle associazioni ambientaliste ed animaliste ricorrenti sospendendo così il prelievo di alcune specie (colombaccio) che risultano in buono stato di conservazione arrivando addirittura a smentire l’ultimo parere dell’ISPRA, massimo organo scientifico nazionale, andando in controtendenza a quanto legiferato in altre regioni italiane proprio sulla scorta di questo parere. Sembra quasi che la Campania sia una regione diversa da quelle limitrofe nelle quali vige altra legislazione nazionale e persistono diversi flussi migratori e riproduttivi!. I cacciatori campani sono sconcertati, arrabbiati ed increduli e si sentono offesi nella loro dignità di cittadini perbene essendo stati ancora una volta umiliati da questo continuo “gioco” che annualmente viene attuato in loro danno. Alla base di quanto stiamo vivendo in questi giorni si pone una forte incompetenza della Regione Campania: le sue colpe originano dalla prima delibera (DGR n. 414 del 31/7/2024) emanata non considerando quanto avevamo consigliato, inserendo errori ed adducendo motivazioni non sempre efficaci e convincenti. Gli strafalcioni, apparentemente banali, e le argomentazioni poco attendibili hanno aperto la strada ad un ricorso e alla relativa sospensiva da parte del Tar (24/8/2024). Noi ed altre associazioni venatorie, in sede di CTFVR dopo la stesura della bozza del Calendario, avevamo già espresso le nostre perplessità tecnico-giuridiche.
Successivamente, non colmando lacune e non apportando correttivi, si è giunti alla redazione dell’ultima discutibile delibera (n. 459 del 06/9/2024) il cui esito è stato permettere due giorni di preapertura (7 e 8 settembre) col conseguente rischio di compromettere gran parte della stagione venatoria. L’aspetto grave, a nostro parere, è che la Regione ed i suoi consulenti non hanno accolto, neppure all’indomani del primo decreto monocratico di sospensione, l’opportunità di confrontarsi con le Associazioni Venatorie per trovare una soluzione plausibile e concreta. Le AAVV sono state convocate solamente in sede di CTFVR per l’approvazione della nuova delibera del 6 settembre; di fronte a tale stato di cose, poiché il nostro obiettivo primario resta quello di far esercitare ai nostri associati la loro passione, non ci siamo opposti ma abbiamo auspicato, vista l’esperienza dello scorso anno, di tentare anche altre strade giudiziarie eventualmente percorribili. Si auspica che la Regione Campania, al fine di evitare ulteriori restringimenti del periodo venatorio (vedi beccaccia, tordo ed acquatici) che potrebbero derivare dalla prossima Camera di Consiglio che si terrà innanzi al Tar il prossimo 8 ottobre, ponga in essere le opportune e doverose azioni giudiziarie costituendosi nel predetto giudizio e chiedendo sia la revoca dell’emesso decreto – sottolineando le incongruenze e le contraddizioni di quest’ultimo rispetto agli ultimi pareri tecnici espressi sia dall’ISPRA che dal CTFVN – sia l’anticipazione dell’udienza camerale onde poter discutere il prima possibile le questioni in campo e ripristinare un po’ di certezze nei cacciatori. Da parte nostra provvederemo a costituirci ad adiuvandum per tutelare gli interessi dei nostri associati dinanzi al Tar Campania e soprattutto, in caso di esito negativo che pare quasi scontato visto l’orientamento del TAR Campania, innanzi al Consiglio di Stato che si spera voglia prestare maggiore attenzione ed imparzialità alle giuste istanze dei cacciatori campani.