Buche killer, l’esempio di Roma: per la morte di uno studente contestato l’omicidio stradale
La cronaca nazionale di questi giorni riporta la notizia relativa alla tragica morte di Luca Tosi Brandi, 20 anni, studente universitario che il 12 dicembre 2008 ha perso la vita cadendo con la moto in una buca a Roma, in zona al Labaro e per cui i pubblici ministeri della Capitale hanno chiesto il rinvio a giudizio dei due dirigenti della società responsabili della manutenzione della strada. L’accusa contestata dai magistrati è quella di «omicidio stradale» per non aver sistemato il manto d’asfalto sul quale ha perso la vita il ragazzo. Reato per il quale sono previsti fino a sette anni di reclusione in caso di condanna. Si tratta di una decisione molto importante quella presa dai magistrati romani che in questo modo pongono l’accento sulle responsabilità politiche, tecniche ed amministrative che ci sono dietro i pericoli di morte che ovunque possono rappresentare le buche.
Luca Tosi Brandi morì cadendo dalla moto a causa di una buca nel 2008 nella capitale, adesso è stato chiesto il processo per i dirigenti responsabili della manutenzione della strada
Il dissesto stradale causato dalla mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria e prodotto dall’insensibilità e dall’incoscienza politica ed amministrativa di chi ci governa a tutti i livelli istituzionali a partire dai comuni, coinvolge le strade di tutta Italia, comprese quelle dell’isola d’Ischia che sono letteralmente sconquassate da buche e dislivelli. In tutti i comuni isolani. Ecco alcuni emblematici esempi. A Ischia Ponte, nel suggestivo piazzale Aragonese, a creare pericoli soprattutto a pedoni e scooteristi, c’è il dissesto del basolame che in alcuni casi è addirittura sprofondato nel selciato, mentre in altri risulta spaccato o consumato. In via Gian Battista Vico, invece, il pericolo è costituito da buche e dislivelli. E guardate la situazione venutasi a creare da anni sulla centralissima strada che costeggia il porto di Casamicciola. Qui l’asfalto è saltato per diversi metri ma sembra non importare a nessuno visto che la sede Municipale affaccia proprio su questa mega buca.
Anche a Ischia, però, nonostante le tante tragedie, le arterie sono tutt’altro che sicure, ma la politica continua a latitare e a non far nulla per porre rimedio
Stesso discorso dicasi per Lacco Ameno, sulla strada che porta nella zona terremotata del Maio. Qui il pericolo è costituito da dislivelli in serie dovuti alle tracce scavate per precedenti lavori pubblici e per cui la strada, chiuso il cantiere, non è stata asfaltata a dovere. La maglia nera per il dissesto più diffuso e pericoloso sul territorio isolano, però, spetta al Comune di Forio. Qui è difficile, se non impossibile, trovare una strada priva di pericoli. A partire dalla via Provinciale che dall’ingresso del paese porta dritto, dritto alla frazione di Panza. Buche larghe e profonde fanno ovunque brutta e pericolosa mostra di se persino sulle strisce pedonali ed in curva. La strada che a Panza si trova nei pressi del Cimitero, sembra sia stata bombardata tanti sono i fossi di cui è costellata. Il problema è che nel comune all’ombra del Torrione da oltre sette anni anziché asfaltare a dovere le strade, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Del Deo ha optato per fare da tappabuchi e così da anni si buttano a mare cospicue somme di danaro per l’acquisto di asfalto a freddo che poi salta dopo la prima pioggia: assurdo! Ma è possibile che isolani e turisti nel percorrere le strade, debbano rischiare la vita? E pensare che durante convegni e incontri pubblici, i sindaci dell’isola d’Ischia, soprattutto all’indomani delle tragedie che hanno insanguinato la nostra rete stradale, si dicono sensibili al tema della sicurezza stradale, salvo però poi non fare nulla per rendere sicure le strade: da non credere!