«Bradisismo? Ischia dorma sonni tranquilli»

Il vulcanologo Giuseppe Luongo si sofferma sui recenti fenomeni che stanno creando preoccupazione nei Campi Flegrei ma tranquillizza (con dati scientifici) che isolani e turisti non hanno nulla di cui preoccuparsi: «Nelle vicinanze temporali dell’isola non ci sono fenomeni preoccupanti, ogni timore sarebbe del tutto ingiustificato»

Vorrei partire dalla domanda forse più semplice e scontata che le farebbe un profano: come si fa a sintetizzare quello che sta accadendo nei Campi Flegrei? Partendo dal presupposto, ovviamente, che sono consapevole che fare sintesi è davvero un qualcosa di arduo.

«Bisogna osservare in primo luogo che un vulcano, prima di eruttare, inizia sempre a creare dei problemi perché aumenta la sua pressione e tenta di risalire verso la superficie. Naturalmente il fenomeno nel suo insieme è molto particolare, perché questo movimento che è meccanico, di una parte fusa delle rocce, è accompagnato anche da una complessità legata alla presenza di fluidi nelle rocce stesse che si riscaldano e possono aggiungere un notevole contributo alla risalita ed alla deformazione di quel territorio. Ma c’è dell’altro».

Cosa?

«In realtà prima di un’eruzione noi ci aspettiamo che il magma spinga le rocce sovrastanti con il risultato di deformarle, producendo dunque un sollevamento. Oltretutto le rocce non sopportano tutto questo, quindi si fratturano e generano terremoti. Che, infatti, altro non sono che fratture. Queste, a loro volta sono invase probabilmente da fluidi e anche da magma che altro non è che una massa fusa che può risalire verso la superficie in pressione e causare un’eruzione».

Sulla nostra isola dobbiamo preoccuparci di quanto sta accadendo in terraferma o possiamo sfatare ogni timore e dire che non c’è nulla da temere?

«Anche qui vorrei partire da lontano. Tempo fa l’allora responsabile di Protezione Civile, Guido Bertolaso, parlò dell’ormai famoso “colpo in canna” del Monte Epomeo. Dunque secondo Bertolaso, che magari utilizzò una terminologia infelice, occorreva prestare molta attenzione perché il magma a suo dire esercitava uno stato di pressione. In realtà i fatti hanno dimostrato che le cose non stavano affatto così. In realtà l’isola sta affondando lentamente il che significa che non c’è una sorgente magmatica in pressione. Da questo punto di vista Ischia non ha nelle sue vicinanze temporali nessun problema o rischio di alcuna natura. Quindi si può stare tranquilli, si può venire in vacanza tranquilli, e questo è doveroso affermarlo. Lo dice la scienza e va rimarcato dal momento che pare essersi diffusa una sorta di psicosi assolutamente ingiustificata».

Questo è un bel messaggio…

«Ma è una verità scientifica, diciamo che la pericolosità di un’eruzione non è neanche all’orizzonte lontano ipotizzabile sull’isola d’Ischia. Ribadisco e sottolineo una volta di più: non c’è alcun segnale di dinamica endogena che possa far pensare a qualcosa di questo genere e quindi possiamo stare tranquillissimi. E poi…».

E poi?

«Ischia tra l’altro ha patito i problemi che tutti conosciamo e un’altra che bisogna necessariamente aggiungere è che sull’isola la sismicità è davvero molto delimitata: quindi la gran parte del territorio non ha problemi nemmeno di questa natura, dunque non è proprio il caso di lasciarsi a dare a previsioni catastrofiche o scenari che non hanno alcun senso né motivo di essere. Naturalmente ogni fenomeno e le sue evoluzioni vanno attentamente seguiti, ma dal punto di vista eruttivo non c’è proprio nulla che possa preoccuparci. Ritornando all’aspetto sismico, va monitorata la parte alta di Casamicciola che storicamente ha sempre dimostrato di essere particolarmente sensibile. Ma anche in questo caso è possibile intervenire ad esempio dal punto di vista idrogeologico, il fenomeno può essere mitigato con interventi mirati e ben realizzati specialmente sul versante dell’Epomeo».

Ecco, a proposito di Monte Epomeo, da tutti e da sempre viene guardano con quel fascino di leggenda e mitizzazione. In realtà che ruolo riveste? Perché è sempre presente in ogni fenomeno naturale nel quale si parla di Ischia?

«Allora, diciamo che l’Epomeo va interpretato e considerato come una massa tufacea che copre e che naturalmente interessa gran parte dell’area centrale dell’isola che stava emergendo. Noi dal punto di vista vulcanologico lo definiamo come una caldera risorgente. Caldera significa una depressione prodotta dalla grande eruzione riempita di materiale tufaceo. Ebbene, questo materiale negli ultimi 30.000 anni pian piano, lentamente, è risalito a formare questo massiccio. Ora non è più così, adesso va giù lentamente per il suo carico ed è questo che poi produce i terremoti a Casamicciola: la colpa è da attribuire al carico stesso dell’Epomeo, il quale poi di tanto in tanto supera gli attriti interni e scivola lungo una superficie che purtroppo emerge nella parte alta della cittadina termale dove poi crea i problemi ormai noti a tutti. D’altronde è noto che almeno dalla fine del ‘700 si registrano terremoti sempre nella stessa area. Poi l’Epomeo, se vogliamo, è al centro in quanto immagine rilevante dell’isola e presente anche in molti miti e leggende. A maggior ragione, si badi bene, si tratta comunque di una risorsa, un qualcosa di interessante dal punto di vista culturale: insomma non commettiamo l’errore di penalizzarlo, piuttosto utilizziamolo come attrattore»

Intanto siamo alle prese col bradisismo chen rischia di creare problemi anche al porto di Pozzuoli e di conseguenza alle isole di Ischia e Procida, visto che sta diventando complicato far ormeggiare i traghetti e soprattutto fare imbarcare e sbarcare i veicoli dagli stessi.

«Su questo tema posso offrire un mio contributo. Il porto flegreo sta perdendo fondo, per intenderci, la copertura di acqua sta diminuendo proprio perché il fondo si sta sollevando. Bisogna stare attenti perché se questo trend continua con tali ritmi, tra poco le navi non potranno neanche entrare nel porto, se il sollevamento prosegue con l’attuale dinamica e intensità tra un anno rischiamo di avere problemi abbastanza significativi. E tra l’altro c’è un altro ostacolo con il quale fare i conti, quello di non sapere quanto sia spesso lo strato di sabbia da poter dragare perché sotto ci sarà sicuramente del tufo. Ecco, un’analisi conoscitiva in tal senso sarebbe quanto mai opportuna. Su questo bisogna lavorare e fare pressioni presso le autorità competenti, la mia impressione è che tutti dimenticano queste piccole cose e sarebbe un errore: se non si corre ai ripari è ovvio che Ischia potrebbe avere degli svantaggi perché rappresenta il punto di maggior traffico da e verso Pozzuoli non solo per i passeggeri ma soprattutto per i mezzi pesanti. Il problema va affrontato ed io mi auguro che lo facciano quanto prima. Nel frattempo i turisti si godano l’estate serenamente».

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