Bocca Vecchia, Rotonda e Avamporto: così può rinascere il porto d’Ischia
Correva l’anno fra il 1963 ed il’64, quando lo storico sindaco d’ Ischia Vincenzo Telese riunì a Roma nell’suo ufficio dell’Enit i sei sindaci dell’isola. A quello storico incontro romano Telese consegnò ai presenti un documento e la descrizione del progetto che avrebbe stravolto e migliorato il lato sinistro della vecchia Pagoda e la zona delle fornaci fino a creare un novo e funzionale assetto della location con relativo sbocco stradale di congiungimento con la statale 270 che porta ai centri degli altri comuni isolani
C’è attenzione per le spiagge e per le coste. Il mare di Ischia rientra anche quest’anno nel vasto piano della salvaguardia dell’utenza marittima e marina a tutti i livelli e della sicurezza, per la qualcosa sono impiegati tutti i mezzi a disposizione affinchè le operazioni che saranno effettuate in mare dalla nostra guardia costiera comprese quelle più ardite abbiano esito positivo.
Quindi il nostro mare in primo piano già da oggi e continuerà ad esserlo per tutta la buona stagione 2019 che si preannuncia alla grande. Addirittura la Capitaneria-Ufficio Circondariale marittimo, una vera e propria celebrazione nell’ambito del programma nazionale che sarà messo in atto giovedi prossino 11 aprile in tutta Italia, e che vede a Ischia coinvolti tutti gli istituti scolastici dell’isola di ogni ordine e grado con proprie iniziative che faranno parte di un’ unica programmazione . Al nostro mare saranno dedicate odi, musiche, poesie, il tutto arricchito da dimostrazioni in acqua di vela e voga con visite guidate sulla città sommersa di Aenaria fra il Castello e la Torre di Michelangelo e al Museo etnografico del Mare al Borgo antico di Ischia Ponte. L’importante evento, come afferma il comunicato della Capitaneria,”ha come obiettivo quello di sviluppare la cultura del mare inteso come risorsa di grande valore culturale, scientifico, ricreativo ed economico”. Rimanendo in tema, quale occasione migliore della presente per parlare anche del nostro porto borbonico e puntare al suo ulteriore miglioramento attraverso ambientali e srutturali che potenzierebbero la sua già conclamata bellezza?
Parlo della riqualificazione in senso lato dell’ex lago di Villa Baglio trasformato e inaugurato come porto del futuro in quella storica data del 17 settembre del 1854 da Re Ferdinando II di Borbone e dalla sua consorte Regina Maria Teresa d’Austria detta “Tetella”. Una riqualificazione che passerebbe per tre importanti interventi che diventerebbero epocali se realizzati, e cioè: il ripristino e quindi la riapertura della Bocca Vecchia (lato banchina Olimpica-Agostino Lauro) per un maggiore deflusso del mare, il già molto invocato trasferimento della statua del Redentore dalla banchina di Portosalvo alla rotonda di Marco Aurelio in mezzo al porto ed in fine un avamporto, già magnifica idea dell’indimenticabile storico sindaco di Ischia del passato, il Comm. Vincenzo Telese dotato tra l’altro di visioni straordinariamente coraggiose e lungimiranti. Per questo mi aggancio al noto titolo di un fortunato album di canzoni del cantautore romano Renato zero “Il Coraggio delle idee”, frase-slogan non proprio inedita, per meglio significare e ridare forza e slancio a quell’audace idea, manco a dirlo, che ebbe lo storico precursore del turismo ischitano degli anni ’60, Vincenzo Telese, sindaco di Ischia per oltre un ventennio e Presidente dell’Evi (Ente Autonoma per la Valorizzazione dell’Isola d’Ischia) in quel tempo allorquando, da una posizione decisamente privilegiata, ebbe l’intuito che al porto borbonico già in fase di avanzato sviluppo, potesse servire e risultare utile un’ avamporto di appoggio logistico. Telese sapeva guardare lontano e si affidava al coraggio delle sue idee per vederle realizzate nel proprio paese che amava al di sopra di ogni cosa. Fra le tante iniziative, fra opere pubbliche e di carattere sociale, puntò l’attenzione su qualcosa di rivoluzionario: creare un altro porto davanti al già esistente porto di Ischia, che i tecnici a cui fu affidato il compito di redigere un primo progetto di massima, chiamarono avamporto. Correva l’anno fra il 1963 ed il’64, quando Telese riunì a Roma nell’suo ufficio dell’Enit i sei sindaci dell’isola che a quel tempo erano Umberto Di Meglio per Ischia, Antonio Castagna per Casamicciola, Vincenzo Mennella per Lacco Ameno, Giovanni Mazzella per Forio, Pietro Carlo Mattera per Serrara Fontana e Giovanni Di Meglio per Barano. A quello storico incontro romano Telese che si fregiava di due titoli di Commendatore e Grand’Ufficiale,consegnò a ciascuno dei presenti un documento con la seguente intestazione: “Il Coraggio delle idee – un moderno avamporto per Ischia”, e giù di lì fino alla fine del foglio, la descrizione del progetto che avrebbe stravolto e migliorato il lato sinistro della vecchia Pagoda e la zona delle fornaci vicine fino a creare un novo e funzionale assetto della location con relativo sbocco stradale di congiungimento con la statale 270 che porta ai centri degli altri comuni isolani.
Ai sindaci l’idea di creare un nuovo banchinaggio protetto da un lungo molo frangiflutti al fine di incrementare e distinguere gli approdi in previsione anche di nuove navi, aliscafi e natanti da diporto in arrivo, parve straordinaria, di possibile fattibilità ed innovativa per il tipo di turismo che si andava impostando. Perfino lo stesso Umberto Di Meglio che non andava d’accordo con Telese diede parere favorevole. In sostanza l’ordinamento del traffico marittimo in via di espansione su Ischia, andava seguito ed incoraggiato anche in questo senso. Ma Antonio Castagna, sindaco di Casamicciola, unico fra i suoi colleghi, si dimostrò subito contrario al progetto di Telese, avanzando dubbi e perplessità che potevano apparire anche fondati se il Castagna non fosse stato “scoperto” a preservare e difendere gli interessi del suo Comune che sognava il proprio porto turistico e commerciale dell’immediato futuro, in segreta concorrenza con quello più accreditato di Ischia capoluogo. In realtà, sia Telese che Castagna erano lungimiranti: il primo pensava ad una Ischia capofila per un turismo nuovo ed organizzato, capace di partire e proseguire alla grande dal Porto d’Ischia e servire l’intera isola, mentre il secondo volgeva le sue attenzione esclusivamente al nuovo porto di Casamicciola a vocazione commerciale e non solo che di lì a poco doveva nascere avendo egli, democristiano di ferro, dalla parte sua quella Cassa del Mezzogiorno che finanziava opere pubbliche soprattutto di richiedenti “amici” con il supporto del Genio Civile alle Opere Marittime. Fra i due fu battaglia politica nel loro stesso partito della Democrazia Cristiana dell’epoca per alcuni anni, fino a quando Telese non gettò la spugna dando partita vinta a Casamicciola, che ebbe il porto commerciale ed anche turistico a discapito del telesiano avamporto di Ischia ideato, già a quel tempo con buone ragioni da colui che fu il pioniere del turismo isolano.
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