Bocca vecchia, avamporto e redentore per costruire una “nuova” ischia Il Sindaco Enzo Ferrandino ha la vera possibilita’ di passare alla storia
La Bocca Vecchia del Porto d’ Ischia per la cui riapertura si sta battendo con tenacia sui social e non solo Luciano Venia, l’Avamporto che nel 1963 ipotizzò e propose lo storico sindaco d’ Ischia Vincenzo Telese da realizzarsi al lato dell’attuale faro del porto borbonico davanti alle vecchie fornaci ed in fine l’imponete statua del Re Redentore che il sottoscritto va proponendo dai primi anni ’70 di spostarla dall’ attuale banchina di Portosalvo sull’antica rotonda in mezzo al porto d’ Ischia, sono punti fermi di un programma di interventi straordinari sul territorio in stretta connessione col mare, nostra ricchezza mai abbastanza considerata sul piano commerciale e dei collegamenti con la terra ferma, che andrebbero valutati per i benefici che porterebbero al paese sul piano paesaggistico, economico e culturale per la innegabile storia del luogo.
Volendoli tratta re ad uno ad uno per meglio capire di cosa si sta parlando, analizziamo così le tre proposta, perche tali sono, e che sottoponiamo Nuovamente all’attenzione del sindaco Enzo Ferrandino impegnato a costruire la “Bella Ischia”. Noi diciamo: la Nuova Ischia. BOCCA VECCHIA – Per questo luogo c’è una buona notizia. Secondo un comunicato stampa del luglio scorso la Giunta del Comune d’Ischia ha approvato il progetto esecutivo per la riqualificazione della bocca vecchia del Porto finanziato per 600000 dalla Regione Campania. In autunno, ossia in questo periodo, l’inizio dei lavori che interesseranno le aree destinate al ricovero e ormeggio dei mezzi per la pesca. Gli interventi verranno effettuati lungo la banchina Fraulese dove saranno livellati i basoli, effettuato un escavo per le aree di approdo e di ormeggio e posizionate colonnine erogatrici dei servizi idrico ed elettrico.
Il progetto prevede anche il recupero del tratto della vecchia foce (bocca vecchia) del Porto. Da sempre destinata al tiro delle barche e al loro ricovero durante i periodi di inutilizzo, l’area sarà rifunzionalizzata. Un ponticello collegherà le due sponde e lo specchio acqueo sottostante sarà ripristinato con delle operazioni di escavo in corrispondenza del vecchio percorso della foce. Quindi gli sforzi di Luciano Venia pare verranno premiati. AVANPORTO – L’audace idea la ebbe lo storico precursore del turismo ischitano degli anni ’60, Vincenzo Telese, sindaco di Ischia per oltre un ventennio e Presidente dell’Evi (Ente Autonoma per la Valorizzazione dell’Isola d’Ischia) in quel tempo allorquando, da una posizione decisamente privilegiata , ebbe l’intuito che al porto borbonico già in fase di avanzato sviluppo, potesse servire e risultare utile un avamporto di appoggio logistico.
Telese, che presiedeva un autorevole ente pubblico istituzionale di sviluppo turistico dell’isola al di sopra dei singoli Comuni, sapeva guardare lontano e si affidava appunto al coraggio delle sue idee per vederle realizzate nel proprio paese che amava al di sopra di ogni cosa. Fra le tante iniziative, fra opere pubbliche e di carattere sociale,puntò il dito su qualcosa di rivoluzionario per quei tempi: creare un altro porto davanti al già esistente porto di Ischia, che i tecnici a cui fu affidato il compito di redigere un primo progetto di massima, chiamarono avamporto.
Correva l’anno fra il 1963 ed il’64, quando Telese riunì a Roma nell’suo ufficio dell’Enit i sei sindaci dell’isola che a quel tempo erano Umberto Di Meglio per Ischia, Antonio Castagna per Casamicciola, Vincenzo Mennella per Lacco Ameno, Giovanni Mazzella per Forio, Pietro Carlo Mattera per Serrara Fontana e Giovanni Di Meglio per Barano. A quello storico incontro romano Telese che si fregiava di due titoli di Commendatore e Grand Ufficiale,consegnò a ciascuno dei presenti un documento con la seguente intestazione: Il Coraggio delle idee – un moderno avamporto per Ischia, e giù di lì fino alla fine del foglio, la descrizione del progetto che avrebbe stravolto e migliorato il lato sinistro della vecchia Pagoda e la zona delle fornaci vicine fino a creare un novo e funzionale assetto della location con relativo sbocco stradale di congiungimento con la statale 270 che porta ai centri degli altri comuni isolani.
Ai sindaci l’idea di creare un nuovo banchinaggio protetto da un lungo molo frangiflutti al fine di incrementare e distinguere gli approdi in previsione anche di nuove navi, aliscafi e natanti da diporto in arrivo, parve straordinaria, di possibile fattibilità ed innovativa per il tipo di turismo che si andava impostando. Perfino lo stesso Umbero Di Meglio che non andava d’accordo e d’amore con Telese diede il suo parere favorevole. In sostanza l’ordinamento del traffico marittimo in via di espansione su Ischia, andava seguito ed incoraggiato anche in questo senso. Ma qualcosa andò storto e il progetto di Telese si arenò. REDENTORE – L’idea la andiamo proponendo da oltre 40 anni, purtroppo per ora ancora senza riscontro: spostare il monumento sulla Rotonda in mezzo al porto. Già un’altra volta, da queste colonne ho rilanciato la proposta di spostarlo sul vecchio tondo nel mezzo del Porto, ma nessuno capì l’importanza di quanto andavo suggerendo..
Oggi su pressione di amici e turisti che amano Ischia, la stessa proposta la rilancio e con maggiore convinzione, con la viva speranza che colpisca il segno, nel senso che tocchi lA sensibilità e la lungimiranza del sindaco Enzo Ferrandino e chi altro di dovere che sia in grado di valutare in positivo ciò che si va sostenendo. Qualcuno storcerà il muso, altri approveranno. Comunque vada, credo che la mia idea non è campata in aria. Con lo spostamento del monumento del Redentore sulla Rotonda al centro del Porto, si otterrebbe che la rotonda stessa esca dal suo stato fatiscente e d’abbandono in cui da anni versa, e che infine, potesse fungere da solido e rilanciato piedistallo su cui poggiare il monumento del Redentore restaurato. Bisogna fare scelte coraggiose per migliorare il paese.
Il Cristo Redentore in mezzo al Porto d’Ischia fa pensare alla statua di San Gennaro svettante all’ingresso del porto di Napoli alla estremità del molo principale, e per vederla più in grande, al Cristo Redentore di Rio del Janeiro in Brasile, alla statua della Libertà nel Porto di New York, al Colosso di Rodi. L’impresa, come si dice, varrà la spesa. Quindi la proposta è indirizzata principalmente al sindaco Enzo Ferrandino che può cogliere l’occasione di ascrivere a sé l’iniziativa e passare alla storia Si tratta di una decisione di portata epocale qualora Enzo avesse il coraggio di assumerla. Per quanto mi riguarda, non mi fermo qui. Insisterò dimostrandomi pronto e determinato per coinvolgere anche i cittadini in questa che, manco a dirlo, voglio chiamare “crociata” nei rispetto dei nostri grandi monumenti e della loro storia.
Caro Sgr. Lubrano che ben vengano questi interventi al porto. Come ha detto lei nel titolo “possibilità di passare alla storia ” non mi sembra opportuno e le spiego il perché. Ci sono questioni molto più importanti e gravi per le quali il sindaco potrebbe veramente Passare alla Storia. Cosa che le amministrazioni precedenti non hanno fatto e non hanno voluto fare. Sto parlando di noi sfollati del Monte Vezzi. Siamo ancora nei contenitori di metallo. C’è da dire anche che l’attuale amministrazione è l’unica che ci sta risolvendo almeno i vari problemi dovuti ai Ratti, ai condizionatori ecc. Sperando in un futuro migliore per tutti, per l’isola intera e anche per noi che ormai abbiamo perdo la dignità di poter vivere come esseri umani.