ISCHIA – Dopo mesi di relativa quiete sul fronte dei prezzi dei carburanti, il mese di gennaio si prospetta decisamente spiacevole per gli automobilisti costretti a sottostare alle oscillazioni di mercato di benzina e diesel. Nel mese di dicembre, caso abbastanza singolare, i prezzi sono calati sensibilmente, mentre nei primi giorni di gennaio il pieno di benzina si è mantenuto per lo più stabile. Decine e decine di euro risparmiate che hanno permesso agli automobilisti di passare le festività natalizie con una serenità maggiore, circostanza tutt’altro che spiacevole. Ora, nel pieno dell’inverno, la musica potrebbe cambiare sensibilmente. I prezzi dei carburanti tornano a salire su tutta la rete italiana e naturalmente anche Ischia non risulterà immune dalle oscillazioni al rialzo del fondamentale elemento. Le principali compagnie di distribuzione di benzina hanno annunciato ritocchi al rialzo che prospettano rincari su tutti i fronti.
Secondo i dati medi raccolti in questi giorni il prezzo medio nazionale praticato in modalità self della verde è pari a 1,495 euro/litro, con i diversi marchi che vanno da 1,484 a 1,524 euro/litro (no-logo a 1,482). Il prezzo medio praticato del diesel è a 1,429 euro/litro, con le compagnie che passano da 1,424 a 1,448 euro/litro (no-logo a 1,414). Naturalmente a Ischia i tabelloni mostrano prezzi decisamente più alti, in media di almeno 20 centesimi più cari, come lunga tradizione sancisce da ormai tempo immemore.
Un caro prezzo che non sembra scalfire la serafica accettazione degli ischitani – così come di tutti gli italiani – nei confronti di un caro benzina che incide in maniera incisiva nelle economie degli isolani. Un tema che inevitabilmente fa guardare ai cugini d’oltralpe che ormai da lunghi mesi continuano a protestare, con forza e anche aggressività talvolta estrema, di fronte ai paventati rincari della green tax che Macron aveva promesso.
Pensieri che non sembrano minimamente scalfire la ferrea indolenza di fronte a ogni tipo di mobilitazione. Che siano in bilico i diritti che ruotano attorno ai trasporti, sanità, e qualsiasi altro importante tema che riguarda l’isola non c’è verso di creare un fronte che lotti compatto per la tutela di propri diritti. Anche se segnali di malessere non mancano tra gli automobilisti, che esternano il proprio disappunto, condiviso da non pochi automobilisti, stanchi di spendere cifre esorbitanti per utilizzare la propria autovettura. Ma tutto si ferma a una semplice lamentela che non sfocia in una protesta organizzata. Nessun grido di protesta, solo un profondo senso di malessere ogni volta che ci si ferma a guardare le cifre affisse di fianco ai distributori.
In Francia è bastata solo l’idea di arrivare a spendere quasi 1,50 euro al litro per mettere a ferro e fuoco le strade francesi, in Italia e soprattutto a Ischia la benzina che tocca è spesso sfonda il tetto di 2 euro suscita solo qualche malumore, a malapena condiviso su internet. Sull’isola verde vince la pigrizia e si continua ad accettare di avere la benzina a cifre tra le più alte d’Europa. La benzina costa 2 euro o poco meno? L’isolano accetta di buon grado, senza nemmeno progettare una protesta o un mobilitazione che possa quanto meno accendere i riflettori su una faccenda che impoverisce, ad ogni sosta dal benzinaio, il consumatore ischitano.
Il modello francese non suscita impeti di ribellione, Ischia, le isole e tutta la nazione preferiscono sfogare sui social la frustrazione piuttosto che gridare a viva voce la richiesta di aver il costo della benzina equiparato alle altre realtà dell’unione europea.
Antonello De Rosa