CRONACA

Barriere architettoniche, si migliora ma c’è ancora tanto da fare

Nella giornata di ieri, sulla pagina fb dell’Associazione “Isola che non isola”, Dario ha scritto una bella riflessione, che vale la pena condividere, su come, grazie alle battaglie portate avanti dall’Associazione, al lavoro di tanti e alla mutata consapevolezza di ampi settori della comunità isolana, si stiano facendo piccoli, ma significativi passi in avanti per abbattere le tante barriere che rendono la vita difficile ai cittadini con disabilità.

“Tipica giornata primaverile, un po’ c’è il sole, un po’ si copre, ogni tanto qualche gocciolina d’acqua imperla i gerani sui davanzali. Scendo a Piazza Sant’ Antonio, faccio capolino nella tendina della macelleria e subito l’amico Sevy dispone la pedana per farmi entrare e li mi riempio gli occhi tra il banco della carne e quello dei salumi mentre scambio due chiacchiere con Sevy e con Rino, uscito dalla macelleria passo per il nuovo fornaio e da fuori chiedo un pezzo di pane, poi con un tono po’ “cazzimmoso” (che solo noi portatori di handicap sappiamo fare in alcune occasioni) chiedo al titolare “naturalmente la rampa mobile non l’hai ancora vero ? ” “Certo che si, te la metto così entri ?” Resto positivamente attonito, ringrazio gli dico che sarà per la prossima, entro ed esco facilmente dalla Conad (completamente accessibile) e mi indirizzo verso piazza Olmo , mi affaccio nella ferramenta e immediatamente Marina mi chiede se voglio la rampa per entrare, rispondo di si, chiedo un po di cose, faccio un po’ di chiacchiere con Biagio , esco .

Attendo l’autobus, lo vedo arrivare, è L1, alzo la mano, il pullman accosta alla fermata, l’autista scende e tira fuori la rampa e salgo. Scendo a Piazza della Repubblica, entro un attimo dal tabaccaio (che ha un bello scalino ma anche una bella rampa mobile di alluminio da 90 cm). Entro ed esco più o meno agevolmente dall’ Ufficio Postale facendo qualche piroetta tra le bici ferme davanti alla rampa d’accesso e comincia a cadere qualche goccia di pioggia, lenta e pigra all’inizio ma più insistente ed impertinente dopo un po’, ” e ora che faccio ? “. Click click aumento la velocità della sedia e in 10 secondi sono sotto la pensilina, al riparo dalla pioggia aspettando l’autobus così come la signora con il suo cagnolino al guinzaglio seduta a fianco a me. Arriva il nuovo autobus, l’autista prende la rampa dal portabagagli e salgo, un aperitivo veloce con un amico in uno dei bar del porto (ora tutti accessibili) e ritorno a casa . . .Normale routine direte voi, eppure fino a poco tempo fa questa normale routine, a me ed altri amici, non ci era concessa.

Se penso al cammino che abbiamo fatto con la nostra Associazione in solo due anni non posso fare altro che gioire e ringraziare tutti coloro che hanno collaborato e che ci hanno sostenuto nelle nostre battaglie. Quando parlo di battaglie la prima che mi viene in mente è quella combattuta in tribunale, insieme alla Feder Consumatori, per costringere la Caremar ad adeguare i traghetti per il trasporto delle persone a mobilità ridotta e se stamattina il Fauno con il nuovo ascensore ha iniziato la linea su Procida devo ringraziare innanzitutto la Feder Consumatori, Giuseppe Giaquinto e soprattutto Milena che ci ha rappresentato davanti al giudice. Ringrazio anche quest’amministrazione e la consigliera Lucia Mameli che hanno perseguito lo stesso obbiettivo percorrendo una strada diversa. Penso alle spiagge pubbliche delle Grotte e del Pozzo Vecchio che abbiamo reso accessibile con pedane e sedie job con l’aiuto delle associazioni Marzo donna, Operazione primavera e il Comune di Procida, penso alla battaglia vinta per ottenere lo scivolo alla lido della Chiaiolella, penso alla battaglia contro l ‘EAV per avere tutti i pullman accessibili, penso alla battaglia vinta con il Comune di Procida per fare dotare la Chiesa sconsacrata di San Giacomo di una rampa mobile e per far adeguare le nuove pensiline degli autobus, penso all’opera di sensibilizzazione fatto presso i commercianti e gli operatori turistici per far dotare i loro locali di una rampa mobile, penso al pulmino guidato da bravissimi volontari che la mattina accompagna a scuola i bambini a mobilità ridotta , penso al grande lavoro fatto su nostra richiesta da Eugenio Michelino che ha reso il porto turistico finalmente accessibile a tutti. Spesso abbiamo dovuto ricoprire un ruolo scomodo, abbiamo dovuto lavare i panni sporchi in pubblico rivolgendoci ai media locali e nazionali, abbiamo dovuto battere i pugni sul tavolo, rivolgendoci ai giudici e alla Procura della Repubblica, ma la più grande conquista è stato cominciare a vedere cambiare la mentalità, l’atteggiamento dei Procidani e forse anche di chi ci amministra, nei confronti della problematica dell’abbattimento delle barriere architettoniche. La strada è ancora lunga, c’è ancora tanto lavoro da svolgere e tanti obbiettivi da raggiungere ma tutti insieme possiamo migliorare quest’isola rendendo a tutti le stesse opportunità e la stessa libertà di viverla.(Dario)”.

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