Barile, Mattera e il mio saluto agli assistiti
DI GIUSEPPE AMALFITANO
Gentile Direttore, ho letto con grande interesse e piacere (e anche un po’ di commozione) le interviste dei due medici prossimi alla pensione, Luigi Mattera e Carmine Barile. Quasi 10 anni fa anch’io chiusi il mio studio medico a Forio alcuni mesi prima dei 70 anni (e purtroppo improvvisamente, a causa di un grave incidente stradale che coinvolse mia figlia) e, costretto a peregrinare per quasi un anno tra vari ospedali di riabilitazione, non ebbi più la possibilità di salutare i miei assistiti per i quali avevo preparato una lettera di commiato. Facendo i miei complimenti ai due bravissimi colleghi (e dicendo loro che, in fondo, presto non saranno più due vecchi medici ma due giovanissimi pensionati) chiedo a lei se possibile, di aiutarmi a salutare (anche se son passati 10 anni!) i miei vecchi assistiti, con la lettera che scrissi per loro ma che non ho mai spedito.
Grazie
Giuseppe Amalfitano
CARI ASSISTITI
Cari amici, fra poco con l’aiuto di Dio, compirò 70 anni. E’ un traguardo che auguro a tutti voi di raggiungere e superare largamente. E’ un traguardo che era lontanissimo dai miei pensieri quando, appena finito il liceo, decisi di iscrivermi a Medicina, eppure il tempo, minuto dopo minuto, è volato via rapidissimo e mi trovo ora alla fine della mia carriera di medico di famiglia e pronto a iniziare quella di pensionato. In tutti questi anni sono stato quasi ogni giorno a contatto con voi tutti, o meglio, prima coi vostri nonni e genitori e ora con voi e i vostri figli. Ci vorrebbe davvero un libro per raccontare le mille esperienze vissute, belle e brutte, i vostri dolori e le vostre gioie, le ansie e le confidenze che ognuno spesso mi ha fatto, i progetti, le speranze. Ormai quando uno di voi mi sta di fronte, immediatamente le mente torna a tanti anni fa, quando le stesse parole le sentivo da vostro padre o vostra madre; spesso vedo nei vostri figli gli stessi atteggiamenti e ascolto le identiche parole che dicevate voi da bambini! Il tempo è passato e anch’io devo passare la mano e cioè i 70 anni per me, pur rappresentando un affascinante traguardo ormai raggiunto, comporta però il dover lasciare per limiti d’età, questa mia professione che ho tanto amato e che ho cercato di onorare nel migliore dei modi, tentando di costruire con voi e spesso riuscendoci, un rapporto amichevole e quasi familiare.
Non desidero soffermarmi sulla rovinosa involuzione del medico di famiglia che da quando ho cominciato nel lontano 1971, è davvero precipitata in un abisso, portandoci ora a essere bravi solo a scrivere qualche ricetta al computer ma allontanandoci sempre più dai pazienti e favorendo spesso conflitti e incomprensioni proprio con coloro che dovrebbero essere l’oggetto delle nostre cure e attenzioni. Ormai la professione medica è molto diversa da come ho imparato dai miei vecchi Maestri e come abbiamo praticato per tanti anni, insieme ai miei colleghi coetanei, con tantissime soddisfazioni ed elogi : fra poco, forse, davvero i Medici di Famiglia spariranno per sempre! Per quanto mi riguarda ho cercato di resistere fino all’ultimo a questi cambiamenti che a volte sono davvero incomprensibili, volti solo a controllare la spesa per il paziente, più che a curarlo e sono certo che tutti i futuri sanitari, pur essendo tecnologicamente più dotati, non avranno e non potranno avere lo stesso rapporto fraterno come è stato fra noi. Salutandovi e ringraziandovi tutti per la fiducia e la stima che mi avete sempre manifestato, non intendo però lasciarvi in modo così repentino e definitivo e vorrei quindi continuare, almeno finché avrò forze fisiche e mentali sufficienti, ad aspettarvi nel mio studio per darvi ancora un consiglio e un sorriso. Gratuitamente, come sempre, poiché si tratterà non di un consulto medico ma del consiglio di un vecchio amico.
Vi abbraccio tutti, con sincero affetto PEPPINO AMALFITANO