Avvocatura, dai dissidenti arriva la tregua “armata”
Dopo le dimissioni di Cellammare e del direttivo dell’Assoforense, l’assemblea del 29 aprile diventa lo snodo cruciale a cui guardano anche Alberto Barbieri e Gino Di Meglio
Contrordine. Di fronte alla decisione del direttivo dell’Assoforense dell’isola d’Ischia, che ha rimesso il mandato nelle mani dell’assemblea convocata per il prossimo 29 aprile, la “contro-assemblea” indetta per ieri mattina dagli avvocati che contestano la linea del presidente Cellammare è stata sostanzialmente rinviata. In realtà si è comunque svolto un incontro al Tribunale promosso dall’avvocato Alberto Barbieri, fautore della formazione associativa antagonista denominata “La Nuova Curia”, dove erano presenti quasi una decina di professionisti, tra cui i colleghi Gino Di Meglio, Nicola Nicolella, Nello Palomba, ed Elena Fortuna, quest’ultima componente del dimissionario direttivo dell’Assoforense. L’avvocato Barbieri ha rapidamente sintetizzato i problemi della giustizia isolana, chiamando l’avvocatura locale a recuperare la figura dell’avvocato come colui che esercita la professione come una vocazione.
L’avvocato Nicolella, pur riconoscendo e condividendo molte delle lotte portate avanti dall’Assoforense, ha comunque puntato il dito sulle troppe disfunzioni e sul distacco che nel settore civile si avverte tra cittadini e giustizia, al punto che la chiusura della sede locale non sarebbe nemmeno il male peggiore. Entrambi sono apparsi d’accordo sull’opportunità di iniziative ben più dure della sola astensione del settore penale, recentemente messe in atto dall’Assoforense ma che non sembrano smuovere più di tanto i vertici del Tribunale partenopeo. L’avvocato Barbieri si è infatti mostrato più incline a vere e proprie serrate, che paralizzino l’attività dell’intero presidio giudiziario. Circostanza che tuttavia secondo l’esperto professionista non riceverebbe il supporto di determinati gruppi di colleghi. L’avvocato Elena Fortuna da parte sua ha spiegato che l’insufficienza di personale è un male che affligge tutti i Tribunali, non solo quello isolano. Dal breve dibattito è emerso ancora una volta la sensazione di provvisorietà che vive la giustizia isolana, sospesa sotto la spada di Damocle della definitiva cancellazione dalla geografia giudiziaria. L’avvocato Gino Di Meglio ha infine proposto di non attendere la fine dell’udienza penale per dare il via all’incontro fissato, che in un certo senso è stato superato dagli eventi, in quanto le dimissioni del direttivo dell’Assoforense e la contestuale indizione dell’assemblea per fine mese avrebbero reso inutile ogni determinazione, e ha suggerito ai presenti di guardare proprio al 29 aprile come la possibile discriminante sulle mosse future. Dunque, la prossima assemblea si annuncia al calor bianco, in quanto rappresenta uno snodo cruciale: in quella sede si capirà se l’avvocatura isolana saprà prendere un’unica strada verso i propri obiettivi, o se la latente frattura avrà una sanzione ufficiale.