Assoforense, è scontro sulla riforma dello Statuto
Emergono alcune proposte per l’allargamento del Direttivo: il presidente Cellammare apre a possibili modifiche, ma su deleghe e decadenza è profonda la differenza con la “mozione” lanciata dall’avvocato Francesco Pero
C’è fermento a Palazzo di Giustizia. Tra un processo e l’altro, diversi avvocati discutono nei corridoi su possibili bozze di modifica dello Statuto dell’Associazione forense dell’isola d’Ischia. Si parla infatti della ricorrente questione relativa al rinnovo del Consiglio direttivo, rimasto congelato e più volte prorogato nelle sue funzioni dalla maggioranza assembleare. Dopo il comprensibile entusiasmo seguito al raggiungimento della nuova proroga triennale per la sede giudiziaria locale, la giustizia isolana è tornata alle prese con gli altri endemici e ben noti problemi, primo fra tutti l’insufficienza del personale che resta l’allarme principale nonostante le ripetute astensioni proclamate nel settore penale. Le lotte condotte per il mantenimento e ancor più per la stabilizzazione definitiva del Tribunale non hanno evitato un certo logoramento nella categoria forense, dove stanno emergendo alcune proposte per cambiare la struttura associativa. A parte i necessari aggiornamenti provocati dallo scorrere dei decenni, uno dei principali nodi da sciogliere è quello della possibilità di candidatura da parte del presidente uscente. A rigore, se nel nuovo statuto verrà prevista tale ipotesi, anche il presidente Cellammare (eletto nel 2014) potrebbe ricandidarsi in quanto da allora, nonostante la biennalità del mandato, si è sempre proceduto a prorogarlo. Una gran parte dei soci sarebbe favorevole alla possibilità di conferma, per consentire una continuità di azione all’attuale presidente nell’impegnativa interlocuzione con le varie istituzioni a ogni livello, mentre pare emergere una sostanziale unanimità nel voler estendere la durata del mandato a quattro anni, parificandola a quella del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli.
CELLAMMARE “APRE”
Sulle proposte che circolano al momento, Cellammare ha commentato: «Non ho bisogno della modifica dello Statuto per mantenere la presidenza e proseguire il mio impegno per la stabilizzazione della Sezione Distaccata, perché in tal senso mi fu deliberata una proroga in assemblea che è tuttora valida. Trovo piuttosto giuste le modifiche statutarie richieste dai Colleghi e sono pronto a fare un passo indietro, rinunciando alla proroga per andare alle elezioni che sono l’espressione più alta e nobile della democrazia. Anch’io trovo poco democratico che al Presidente non sia concessa una seconda candidatura perché il principio del doppio mandato è univocamente affermato in tutti gli organi elettivi ad ogni livello ed in tutte le democrazie». Il presidente dell’Assoforense ha poi precisato: «Se non ho ancora indetto le elezioni è solo in virtù della proroga deliberata dall’Assemblea che è Sovrana e perché ci tengo a completare e non lasciare a metà il lavoro svolto per ottenere una legge che stabilizzi gli uffici giudiziari insulari e li riconosca sedi disagiate con incentivi per il personale oggi assolutamente carente a causa delle difficoltà oggettive geografiche di raggiungimento della sede ubicata su un’isola. La mia proposta di emendamento tramite l’ANCIM è approdata alla Camera e sono fiducioso. In ogni caso mi rimetto alle decisioni dell’Avvocatura».
PROPOSTA-PERO
Esiste anche un’altra serie di proposte di modifica dello Statuto, promossa dall’avvocato Francesco Pero, che ha iniziato a raccogliere firme per chiedere la convocazione dell’assemblea e discuterne. Tra gli intenti della “mozione-Pero”, se così possiamo chiamarla, c’è quello di inserire tra gli scopi programmatici associativi l’individuazione di “rimedi a problematiche di rilevanza, economica e morale, anche mediante l’adozione di proprie risoluzioni e pareri, potendo promuovere o istituire apposite commissioni di studio anche interdisciplinari”. Tra le proposte c’è anche un allargamento del Consiglio Direttivo, da un minimo di cinque a un massimo di tredici membri. Inoltre, viene suggerita una serie di modifiche a livello di candidature ed eleggibilità: la candidatura alla carica di Presidente non consentirebbe la contemporanea candidatura alla carica di Consigliere ed il candidato Presidente non eletto non entrerebbe a far parte del Consiglio Direttivo come Consigliere. Inoltre viene prevista la candidabilità alla carica di Presidente per un massimo di due mandati consecutivi di quattro anni ciascuno, col Presidente che non potrà candidarsi per un periodo pari a quello del doppio mandato effettuato. Alla scadenza del mandato quadriennale, il Consiglio Direttivo convocherà l’Assemblea per l’indizione delle separate Elezioni delle cariche di Consigliere e di Presidente che si svolgono a scrutinio segreto con un’unica scheda con l’indicazione delle separate preferenze per i Consiglieri e per il Presidente. Il diritto di voto spetterebbe agli Avvocati e ai praticanti Avvocati abilitati provvisoriamente all’esercizio della professione. Pero propone anche un minimo di sei riunioni annue da parte del Direttivo.
DELEGHE E DECADENZA
I punti dove le proposte in campo appaiono più distanti tra loro sono le ipotesi di decadenza e le deleghe. Secondo l’avvocato Pero l’assemblea deve poter deliberare, come si legge nel testo delle modifiche suggerite, «l’immediata decadenza di taluni Consiglieri per inoperatività ed inerzia degli stessi che saranno sostituiti dai primi non eletti. In caso di mancata presentazione per due volte in un anno, alle riunioni del Consiglio Direttivo ,senza giustificato motivo, vi sarà decadenza automatica del Consigliere». Per l’avvocato Cellammare invece non dovrebbero essere previste ipotesi di decadenza, né limiti ad alcuna candidatura. Inoltre, secondo Pero è fondamentale l’assegnazione delle deleghe ai consiglieri, al punto da prevedere la decadenza automatica del Presidente in caso di mancata assegnazione delle stesse.
Una soluzione che non piace a Cellammare, il quale, pur essendo favorevole alle deleghe, così come all’istituzione della carica di Vice-Presidente, del collegio dei Probiviri e a un allargamento del Direttivo (ma fino a sette consiglieri), teme tuttavia il pericolo di una ingovernabilità dell’associazione. In particolare, secondo il presidente in carica, i rapporti istituzionali non possono essere delegati, in quanto trattandosi di Associazione non riconosciuta il presidente ha la rappresentanza e responsabilità verso i terzi. Insomma, se e quando l’assemblea verrà convocata, saranno molti i punti in discussione per fissare quello che sarà il nuovo Statuto associativo.