Antonio Conte presenta il conto
Il direttore tecnico dell’Amca ha notificato l’atto di pignoramento presso terzi con il quale chiede una ingente somma di denaro alla società partecipata che si occupa del servizio di igiene urbana
Il senso del pudore, per una volta (ove mai fosse una, ma su questo preferiamo stendere un velo pietoso) può attendere. Si consuma con un atto di pignoramento presso terzi l’ultimo atto – in ordine di tempo, mai mettere limiti alla provvidenza con determinati personaggi e interpreti – del contenzioso tra l’attuale direttore tecnico della società municipalizzata AMCA srl, Antonio Conte e l’azienda per la quale è tuttora contrattualizzato. Rappresentato dagli avvocati Filippo e Dario Barbagallo, il Conte ha tirato l’ultimo vergognoso schiaffo alla municipalizzata (e pensare che c’era pure qualcuno che credeva non l’avrebbe fatto) depositando un atto di pignoramento presso terzi nei confronti dell’Azienda Multiservizi Casamicciola e di un istituto bancario con sede a Napoli oltre che naturalmente del Comune termale.
Nel documento si legge che l’istante, e cioè Antonio Conte, “intende sottoporre a pignoramento tutte le somme di pertinenza dell’AMCA a qualsiasi titolo detenute sul conto corrente dall’istituto bancario nonché dal Comune di Casamicciola Terme fino alla concorrenza della somma indicata in precetto di euro 53.077,66 oltre quanto maturando per interessi legali dal 1 ottobre 2019 fino alla data dell’effettivo soddisfo e delle ulteriori spese occorrende, ovvero le somme che l’istituto bancario e il Comune detengono, possiedono, deterranno o possiederanno a qualsiasi titolo e per qualsiasi ragione, e cioè la somma che hanno incassato o incasseranno per conto della società debitrice fino alla concorrenza dell’importo di euro 78.616,79 corrispondente, ai sensi dell’art. 546 cpc, all’importo precettato aumentato della metà per interessi e spese della presente procedura”. Inoltre la banca in questione e l’AMCA srl sono state invitate a comparire davanti alla sezione distaccata di Ischia del Tribunale di Napoli, all’udienza in programma il prossimo 21 febbraio 2020.
L’azione portata avanti da Antonio Conte, ovviamente, è discutibile sotto molti punti di vista e rappresenta una sorta di vendetta messa in atto nei confronti di un’amministrazione comunale dalla quale – è bene ricordarlo – il professionista casamicciolese si è allontanato volontariamente per sposare (con la moglie Loredana Cimmino candidata al consiglio comunale e poi eletta tra i banchi della minoranza) la causa di Arnaldo Ferrandino, uscito letteralmente “asfaltato” alle ultime elezioni amministrative. Da ricordare che il Conte si è visto accogliere il ricorso presentato per ottenere un rapporto subordinato con l’azienda Amca a far data dal luglio 2012 con qualifica di ottavo livello professionale, ma in molti vedono anche in questa sua proditoria decisione di richiedere una serie di arretrati una sorta di mossa in considerazione della scadenza contrattuale che lo lega all’azienda che opera nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Tutto questo, manco a dirlo, nonostante lo stesso Conte proprio dall’attuale amministrazione sia stato indicato come direttore tecnico nell’ultimo quinquennio, lautamente retribuito. Poi la decisione di prendere un’altra strada politica, va rimarcato ancora una volta in piena autonomia, e un contenzioso che si è innescato con una richiesta di assunzione che fino a quel momento era stata tenuta congelata. Ma al netto di ogni considerazione, parliamo di un gesto che certamente corre il rischio di creare seri danni a un’azienda nella quale si è lavorato e si continua tuttora a lavorare e che certamente rappresenta oltremodo una macchia laddove si consideri che parliamo di un soggetto che direttamente o indirettamente ha fatto e continua a fare politica nel Comune termale. L’ultimo capitolo, ovviamente in ordine di tempo, di questa vicenda è francamente da dimenticare. Ma quello che maggiormente sorprende, è rappresentato dalle parole degli inquilini del palazzo municipale di Casamicciola Terme. Alcuni amministratori, commentando l’iniziativa giudiziaria di Antonio Conte, non hanno mostrato alcun sentimento di sorpresa: “Mai pensato che potesse andare diversamente”. Insomma, l’epilogo non è sembrato a sorpresa per nessuno. O quasi.