CRONACAPRIMO PIANO

Antonella Di Massa si è suicidata

Come annunciato in anteprima qualche tempo fa dal nostro giornale, il pm ha chiesto l’archiviazione sul procedimento aperto a seguito della morte della 51enne casamicciolese ritrovata morta a Succhivo 11 giorni dopo essersi allontanata da casa il 17 febbraio. E allora sono tanti dubbi e interrogativi che non troveranno risposte

Nessuna sorpresa, anzi per noi de Il Golfo era già tutto previsto al punto tale che ci siamo concessi l’azzardo di pubblicare con largo anticipo ed in esclusiva quello che stava per succedere ed è poi puntualmente successo. La tragica morte di Antonella Di Massa, trovata morta il 28 febbraio in un terreno di Succhivo dopo essersi allontanata di casa per motivi ancora oggi non del tutto chiari undici giorni prima, sta per scrivere presumibilmente il suo ultimo capitolo, sta per chiudersi, sta per lasciarsi alle spalle tante domande alle quali non ci sarà più bisogno di dare risposte. Perché quando non c’è un potenziale colpevole da perseguire, che possa rimanere una zona d’ombra in un vero e proprio giallo fa davvero poca differenza. Che fosse chiaro che si andasse in una direzione ben precisa, lo si era intuito nel momento in cui sulla scrivania del pubblico ministero erano state trasmesse le risultanze dell’esame autoptico alla quale era stata sottoposta la salma della 51enne casamicciolese, la cui salma era stata cremata subito dopo la celebrazione del rito funebre presso la Chiesa dei Passionisti. Il pubblico ministero ha ritenuto fondato l’intento suicidiario della donna, avendo riscontrato l’assenza di riscontri genetici appartenenti a terze persone sul cadavere e il ritrovamento delle tracce del liquido refrigerante all’interno del sangue, che Antonella aveva acquistato presso un rivenditore autorizzato di Ischia Porto. Purtroppo il medico legale, anche a causa delle condizioni del cadavere, gravate dal clima impietoso di quei giorni e dal mancato rilievo della temperatura corporea al momento del ritrovamento, non è stato in grado di determinare la data della morte, sulla quale l’unico dato su cui poter fare riferimento è rappresentato dalla constatazione del rigor mortis a braccio e gamba sinistra da parte del personale ASL al momento del ritrovamento del cadavere.

Detto che il mancato rilevamento della temperature non è proprio il massimo della vita e che in ogni caso l’inchiesta era rimasta aperta sull’unico reato teoricamente ipotizzabile (non essendoci stata alcuna persona iscritta nel registro degli indagati), ossia quello di istigazione al suicidio, appare in ogni caso evidente che la morte di Antonella non potesse risalire a più di 48 ore. E non c’è soltanto la scienza a dirlo – o come abbiamo visto, nel caso di specie a poterlo supporre – ma anche il fatto che il terreno praticamente a fronte strada su cui è stato trovato il corpo della vittima era stato battuto palmo a palmo per diversi giorni e fino a quello precedente al ritrovamento, quando si era deciso di sospendere le ricerche (altra casualità che lasciò davvero perplessi in tanti). Un teorema questo, niente affatto fantasioso, che pone una volta di più davanti ad un interrogativo più o meno inquietante: dove si è nascosta Antonella per otto lunghi giorni? Se davvero si è tolta la vita a Succhivo, è verosimile che non si sia mai allontanata dal borgo serrarese e soprattutto dalla sua fitta vegetazione. Ma anche su questo aspetto c’è da fare una riflessione: la zona in questione è stata battuta palmo a palmo con un ingente spiegamento di uomini e mezzi: droni e apparecchiature elettroniche di ultima generazioni, unità cinofile, cani molecolari, forze dell’ordine, protezione civile, speleologi, vigili del fuoco, volontari, associazioni e chi più ne ha più ne metta. Addirittura, grazie al supporto di alcuni contadini della zona sono state esplorate anche grotte e anfratti ubicate al di sotto dei terreni e sconosciute ai più ma tutto questo senza esito. Viene spontaneo pensare che qualcuno possa avere ospitato o se non altro aiutato a nascondersi Antonella per alcuni giorni, ma non si capisce perché poi l’abbia lasciata andare soprattutto se la donna aveva intenzione suicide e dunque pericolose per la propria salute. Il filone d’inchiesta era stato aperto con l’accusa di istigazione al suicidio, l’unico reato che potesse avere un senso in un contesto del genere e soprattutto consentire di tenere aperto il procedimento da parte della Procura della Repubblica. Che però non ha mai ricevuto né trovato indizi, notizie o piste interessanti da battere. Il caso di Antonella si è arenato prima ancora di nascere e adesso presumibilmente sta per far calare i suoi titoli di coda. Ma, lo ripetiamo, i dubbi restano tanti. Su tutti, quello che nella piccola frazione serrarese, dove la vita di comunità è abbastanza “vissuta” e gli abitanti si conoscono tutti, qualcuno sappia o sospetti ma si sia rassegnato (o fatto convincere) che è il caso di tenere la bocca cucita per evitarsi problemi. “Resterà un mistero”, avevamo titolato in prima pagina sul nostro giornale qualche tempo fa. Non ci eravamo sbagliati, ma ci avrebbe fatto piacere cadere in fallo. Perché pensare che su una vicenda tanto controversa debbano iniziare a scorrere i titoli di coda è davvero un qualcosa che certo si comprende dal punto di vista giuridico ma che da quello pratico si fa invece davvero fatica a digerire.

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Rossy

Nel testo dell’articolo io ci metto un bel punto interrogativo. Potete scrivere e dire tutto quello che volete ma Antonella di Massa non si è suicidata, non ci crederò mai e poi mai. Si vuole nascondere la verità. È una vergogna.

Uno qualsiasi.

Ma come è possibile credere che Antonella si sia suicidata, leggere una così non verità fa male, fa rabbia. E che diavolo non lasciate che tutto venga sotterrato per continuare a vivere nel mistero. Perché è inutile, la sorridente Antonella è stata uccisa. Per me non ci sono dubbi. Ma uno qualsiasi che può contro tutti gli altri? Non può niente lo so ma almeno ho detto quello che mi sento di dire.

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