CULTURA & SOCIETA'

AMARCORDLA POESIA CHE DOMENICO SAVIO DEDICO’ AI PALESTINESI NEL 1982

In queste settimane, con la complicità del mondo intero, si consuma l’ennesimo genocidio del popolo palestinese a cui esprimiamo la nostra solidarietà politica e sociale pubblicando la poesia composta nel lontano 18 settembre 1982 da Domenico Savio, fondatore e Segretario generale del PCIM-L da sempre amico ed al fianco del popolo palestinese. Quella poesia dedicata “Al Fratello Palestinese” e oggi e più attuale che mai, fu pubblicata su L’Uguaglianza Economica e Sociale, il mensile fondato e diretto dallo stesso Savio.

Poesia Rivoluzionaria

Ragazzo palestinese con bandiera

AL FRATELLO PALESTINESE

Beirut. Campi profughi palestinesi nella notte 17-18 settembre 1982.

Carnefici della storia vivente:

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imperialismo sionismo razzismo

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fascismo nazismo ferocia,

simboli dell’umana barbarie

cui unico sentimento

è massacro strage genocidio

flagello mutilazione di uomini innocui

di donne di bambini di vecchi

di neonati di feti ancor nel grembo materno.

Ovunque è atroce scempio dell’uomo,

corpi dilaniati e disseminati,

carne sangue e terra,

teste braccia gambe brandelli

tutto orribile impasto

di palestinesi massacrati,

di baracche distrutte e spente

col sangue e la carne innocente.

Campi profughi palestinesi

di Sabra e Chatila,

cimitero di morte e di disperazione,

simbolo di impotenza

della ragione e della civiltà dell’Uomo.

Piange la Natura,

si oscura l’alba

e il Sole nascente

dopo la funesta notte.

Palcoscenico agghiacciante della storia

che ricorda Buchenwald, Auschwitz,

Marzabotto, notte di S. Bartolomeo,

l’oscurità del Medioevo,

gli eccidi antichi e imperiali!

Falangisti israeliani, imperialismo oggi.

nazisti fascisti agrari ieri,

re papi nobili imperatori prima

entità dello stesso ceppo

del medesimo male,

forza perversa e bestiale

dell’uomo irragionevole e bruto,

prodotto di cultura e coscienza sanguinaria

che attingono a onte ignobile

della sopraffazione, dell’espansione,

del dominio economico e militare,

dell’egoismo, del dispotismo,

dell’ingordigia e dell’odio

verso il proprio simile e fratello

di Umana Natura,

Sopravvivendo simili mali

sopravviranno le orrendi stragi,

sopravviverà il male sul bene,

 la violenza sulla concordia

tra gli uomini e i popoli,

l’ingiustizia sull’uguaglianza,

l’abuso sul dovere e il diritto altrui.

Dovere dell’Umanità progredita

d’ogni uomo emancipato e coscente

è vivere e lottare

per bandire e estirpare dalla Terra

le cause della violenza, della prepotenza

della cultura e della legge dispotica.

Sconcerta, addolora e tormenta

l’opportunismo clamoroso

di voci e condanna verbale

per terribile carneficina

 che si consuma in terra mediterranea

senza che nessuno intervenga

a fermare la mano grondante di sangue,

la mano assassina dell’uomo sull’uomo,

la guerra sterminatrice

di due popoli e nazioni:

la Palestina il Libano.

Tornino a unirsi popoli e nazioni

per arginare il fiume di sangue

che avanza impetuoso

sulla sponda orientale del Mediterraneo

cosi come ieri fu arginato e prosciugato

quel lago di sangue nazifascista

che minacciava di allagare

l’Europa e l’Universo intero.

Non più parole al vento

non più convenienza o calcoli strategici

non più asfittica diplomazia

ma concreti e onorevoli iniziative

di pace giusta, duratura

e di umana giustizia.

La civiltà può prevalere sulla barbarie,

la ragione sulla forza bruta,

l’amore sull’odio e il possesso iniquo.

Innanzi a tal spaventoso massacro

si ribelli ogni uomo civile,

immoli se stesso alla causa

dei popoli oppressi e torturati.

Piange a dirotto il mio cuore,

gli occhi soffocati dalle lacrime,

la mano tremante a stento

sostiene e muove la penna inchinata

al sangue e alla morte dei fratelli palestinesi

Onore a questo popolo eroico,

vinca la sua causa,

si scrolli di vergogna e complicità

il falso mondo civile dell’Occidente.

Accogliamo e sosteniamo

 il grido di liberazione della Palestina

che proviene dal sangue dell’eccidio di Beirut.

Domenico Savio

Isola d’Ischia, 18 settembre 1982

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