Alta tensione al Celario tra operai e cittadini
Giornata complicata nell’area oggetto della frana del 26 novembre 2022: la situazione si fa bollente, devono intervenire un componente dello staff di Legnini e l’ufficio tecnico comunale
Inizio settimana da brivido sul cantiere in via di predisposizione per l’attività di intervento sui massi in bilico e la conseguente messa in sicurezza del versante di Casamicciola del Monte Epomeo a Ischia, il più colpito dalla frana del 26 novembre scorso. Il cantiere, in località Celario, è stato teatro di un intenso e prolungato scontro-incontro tra cittadini, enti attuatori e operai incaricati che hanno reso necessario l’intervento della struttura del commissario delegato con Luca de Scisciolo, del comune con ufficio tecnico di Mimmo Baldino, vigili urbani, il Rup e la Direttrice dei lavori di Sma Campania, rispettivamente Francesco Pirozzi e Maria Laura Stefanizzi e i tecnici e i rocciatori della Gheller. Istituzioni accorse in forze per riportare la questione alla normalità. Al centro della contesta i lavori eseguiti da rocciatori, detto personale fortemente specializzato che dall’8 febbraio sono impegnati nei primi interventi di messa in sicurezza del versante a monte del Celario. In particolare, dopo aver individuato le vie di accesso a monte della frana, si sarebbe dovuti intervenite per il disgaggio dei massi in equilibrio precario e per il successivo trasporto in aree sicure.
Questo per poi procederà con la riprofilatura delle sponde di alveo e la frantumazione di blocchi tufacei di grosse dimensioni al fine del loro miglior trasporto e riutilizzo. È stato proprio sulla riprofilatura delle sponde di alveo che sono sorti i problemi e le contestazioni a carico dei rocciatori. Gli operai dovrebbero essere in azione per mettere in sicurezza il Monte Epomeo e non per devastare le proprietà private a discapito della sicurezza! È stato questo l’incipit che ha mosso la mini protesta “popolaragricola”. Gli operai hanno segnalato, di converso “Ostruzionismo cittadino” all’ impresa ed alla esecuzione dei lavori. La tensione è giunta la punto tale da rendere necessario, persino l’intervento dei Vigili Urbani, UTC e struttura commissariale per l’emergenza. Addirittura si è intervenuti con un rilievo dall’alto con tanto di elicottero dedicato a ditte, operai e direttore dei lavori che ieri mattina ha sorvolato il paese focalizzandosi sul fronte della valanga.
Segnalazioni incrociate
A far scattare la richiesta di intervento alle autorità competenti, sono state le segnalazioni incrociate degli operi di un cantiere ancora non segnalato, né identificato e di alcuni cittadini che hanno rilevato la necessità di ripristinare l’officiosità degli alvei e dei canali di scolo originari della montagna e non di scavare sulle tracce dei nuovi flussi causati dalla Valanga. Cosa, quest’ultima, che di fatto, stava avvenendo con l’ausilio di scavatori e ragli telescopici che da giorni proseguono a tentoni sul fronte principale di frana. Gli operai, 4 uomini in tutto, non di più che lavorano su un’area di intervento vastissima che va dalla punta di Santo Nicola alla cava Fontana per almeno due chilometri quadrati di intervento. Quasi come voler rimuovere la sabbia dal mare con un cucchiaino. Siamo al limite dell’assurdo. A quanto pare, secondo quanto ci è dato apprendere, a causare la scarsa forza a oro impiegata da SMA e Gheller sarebbe la non definitiva chiusura dell’accordo quadro con il commissario delegato.
Equivoci ed approssimazione
A favorire l’equivoco, poi emerso con mappali e cartografie alla mano , è la totale assenza di atti progettuali, rilievi, picchetti e quant’altro possa essere di supporto all’attività operai e dunque a segnalare le aree da azione della somma urgenza del Celario. Questo di fatto determina una certa approssimazione nell’ agire e scatena la rivolta delle popolazioni che temono, ancora di essere abbandonati a se stessi e a interventi capestro. Una parola tira l’altra, qualche uscita infelice e troppa leggerezza nell’attuare gli accordi quadro (quelli ancora in via di definizione tra commissariato delegato ed enti attuatori) hanno fatto implodere la questione.
La pezza
Alla fine dopo la mediazione di Luca de Scisciolo si è stabilito che con mutuo rispetto si dovranno ripristinare i confini, trovare il vecchio tracciato di alvei e beni demaniali, dissotterrarli rimuovendo i detriti è quindi riportare in superficie canali e strade ora sepolte. Non già invece percorrere la via più breve seguendo i solco nuovi lasciato dalla frana. Infine i materiali recuperati saranno usati per il riciclo e saranno lasciati al riuso per scopi agricoli ed edilizi Ecco compatibili, alle popolazioni locali.
Ad oggi si è intervenuti solo per il disaggio massi e la frantumazione, per la rimozione dei detriti si comincia settimana prossima (sperando che non piova e si trascini via tutto) e alla Gheller si affoancherà anche un nuovo escavatore ed un operai SMA. Era ora!Si tratta di un programma ambizioso e complesso e siamo solo all’inizio…