CRONACA

Alessandro Sacchi, Ischia: il mio tatuaggio sul cuore

Scampoli di vacanze, attimi da vivere con l’intensità di sempre a due passi dal mare, le cui onde sbattono sugli scogli del Castello Aragonese. Un’altra estate che sta per andare in archivio, con il suo carico di emozioni e di note. Quelle suonate dal maestro Vito Colella, personaggio quasi mitologico ormai, metà uomo e metà pianoforte, direbbe il professore Bellavista, alias Luciano de Crescenzo. Per l’avvocato Alessandro Sacchi, presidente dell’Unione Monarchica Italiana, ischitano d’adozione, bravo chitarrista e nobile cantore di brani antichi, questa estate ha un sapore diverso, quello della riscossa. Una botta di adrenalina e di ricarica, dopo le fatiche politiche e la battaglia per le ultime elezioni Europee. Un traguardo sognato e, almeno per ora, non raggiunto, nonostante un plebiscito di voti giunti da più parti del centro Italia e anche dall’isola verde.

L’esperienza delle Europee è stata stancante ma emozionante”,  dice l’avvocato Sacchi, mentre sorseggia la sua grappa preferita e fuma l’ennesima sigaretta. “La sconfitta è nei numeri ma non nel riscontro che ho avuto tra la gente. Il mio soggiorno ischitano mi servirà a riprendere la strada tracciata, a intraprendere nuove sfide, con sempre maggiore determinazione”. 

Ci sarà tempo per tornare in pista, intanto il pianoforte è sempre lì a portata di voce e la tentazione di cantare resta forte. “Chi ama Ischia – dice – sa che l’estate non è affatto finita. Per certi versi, anzi, è appena cominciata. Tra qualche giorno sarà settembre. E chi considera Ischia una sorta di tatuaggio sul cuore, sa che si tratta del periodo migliore, più adatto e magico per trascorrere notti d’incanto e vivere emozioni irripetibili”.

Eppure l’isola sta cambiando. Ogni anno sembra le manchi qualcosa, come se le rughe del tempo che passa fossero sempre più profonde, su un volto così sofferente. “Ischia cambia perché noi cambiamo e qualche volta non riusciamo ad adeguarci ai suoi mutamenti. L’isola ha vissuto momenti tragici in questi ultimi dieci anni. Il terremoto, la pandemia, l’alluvione del 2022. Ferite che non si rimarginano e le cui conseguenze si ripercuotono sul turismo e sull’umore della gente”. 

La voglia di rinascere però è insita nel carattere degli isolani. “Ischia ha bisogno di una politica stabile, sinergica, senza divisioni. C’è bisogno di uomini capaci e di persone che abbiano veramente a cuore il destino di un territorio che non ha eguali al mondo”. E forse ha bisogno anche di amore e di amicizia. Quella amicizia che la lega a Vito Colella da oltre 30 anni. “Io e Vito siamo come i protagonisti della Canzone per Piero, di Francesco Guccini. E quell’inciso che fa chi glielo dice a chi è giovane adesso di quante volte si possa sbagliare, fino al disgusto di ricominciare perché ogni volta è poi sempre lo stesso”, è in qualche modo la fotografia della nostra vita”.

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Una vita in simbiosi con Ischia. “Infiniti ricordi. Tra poco spegnerò 60 candeline e le esperienze vissute sull’isola sono tante, troppe forse. Il Dai Tu, le lunghe discussioni con Aniello Di Scala, le partite a carte, le notti al Castello, la chitarra e le scalate sull’Epomeo. Il pane caldo ad Ischia Ponte, tirare avanti tutta la notte, i cornetti caldi all’alba, il mio vecchio Boston che solca il mare della baia di Cartaromana. 

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I tanti amici, come Tommaso Lamonica, leader storico dei monarchici ischitani. E poi quelli che non ci sono più e quelli che sono spariti dalla nostra vita, senza neanche un perché. E’ tutto nel cuore di questa isola che non ha termini di paragone, che ti ingloba e ti strega. Come un tatuaggio indelebile sul cuore”. E allora tanti auguri avvocato Sacchi. In fondo, così come per Ischia, il settembre dei suoi 60 anni non è altro che l’inizio di un’altra estate.

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