CULTURA & SOCIETA'

Al Pida la ricetta per la nuova Casamicciola

L’assessore regionale all’urbanistica bacchetta i sindaci: “Obiezioni non sempre comprensibili al nostro Piano”.  Nella seconda giornata premi al fotografo Fernando Guerra e a Livia Peraldo, direttrice di “Elle Decor”. Il presidente Crusi: “Le città del futuro vivranno di relazioni

“Per il piano di ricostruzione regionale siamo finalmente alla conclusione di un percorso di confronto con le amministrazioni di Casamicciola, Forio e Lacco Ameno e che porterà alla messa in sicurezza e alla ricostruzione di un territorio sul quale insistono fatalmente criticità sismiche e idrogeologiche, con problemi urbanistici legati all’abusivismo. Le obiezioni delle amministrazioni locali sono state in parte incomprensibili, anche perché non c’erano in precedenza arrivate osservazioni, nel corso della stesura”. Così Bruno Discepolo, assessore all’urbanistica della Regione Campania, ospite della seconda giornata del Pida, il Premio Internazionale Ischia di Architettura. 

“In alcune aree non si potrà ricostruire, com’è noto. – aggiunge Discepolo – bisognerà delocalizzare, evitando il consumo di suolo e recuperando al massimo il cosiddetto patrimonio di sistema, ma non è escluso che si costruisca ex novo, senza naturalmente incidere sull’antropizzazione del territorio”.

Ancora un pomeriggio di lavori intensi al chiostro di San Francesco, a Forio, dove i grandi temi locali si intrecciano con il filo conduttore di un’edizione di alto spessore, vale a dire il futuro delle città europee. “Ed è interessante che un’isola rimandi una riflessione sulla direzione che stanno prendendo la città. – annota Discepolo – Sappiamo che uno dei fenomeni più intensi è la crescita demografica delle grandi metropoli, ma mi piace immaginare che l’Italia – in virtù della sua armatura urbana – rappresenti un modello differente, che punti alla qualità della vita dei piccoli centri. 

“Le città vivono soprattutto di relazioni. – ha evidenziato Massimo Crusi, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) –  la necessità primaria è far convivere le persone che vi abitano, quelle che le utilizzano, quelle che le visitano. L’equilibrio è la parola chiave per la loro vivibilità”. 

Sul tema è intervenuto anche il presidente di Federalberghi Ischia, Luca D’Ambra: “Il compito dell’architettura oggi, qui a Ischia, richiede uno sforzo maggiore per conciliare le esigenze della costruzione a quelle degli abitanti e dei turisti”. Interessanti, tra i progetti raccontati nel corso della sessione, il lavoro degli studenti delle classi terze del circolo didattico di Forio 1, che hanno fotograficamente rappresentato il loro rapporto con gli spazi familiari. Tra gli interventi quelli di Maria Pilar Vettori e Emilio Faroldi, che hanno raccontato le trasformazioni di Salsomaggiore Terme, e quello di Matteo Ruta, che insegna al Politecnico di Milano, e ha presenta il caso virtuoso della rivista “Arketipo”.

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Piatto forte il dialogo tra due grandi fotografi di architettura, Santo Edoardo Di Miceli e il portoghese Fernando Guerra, cui è andato il Pida Fotografia. “Il mio obiettivo è preservare il presente, nei miei scatti la presenza dell’elemento umano, tra le costruzioni, è un a costante”, ha sottolineato Guerra. 

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A Livia Peraldo Matton, dal 2001 direttrice di Elle Decor Italia, magazine internazionale di design e tendenze, arredamento e stili di vita, architettura e arte, è andato il Pida Giornalismo: “Abbiamo l’onere e l’onore di divulgare al grande pubblico, e a target più settoriali, le grandi trasformazioni dell’abitare”.

Ischia è stata assoluta protagonista del workshop di progettazione architettonica, che ha chiamato studenti di tutta Italia a progettare i luoghi della memoria delle ultime calamità naturali di Casamicciola. Ieri sera, la presentazione: ne parleremo nei prossimi giorni.

E di futuri possibili per l’isola ha parlato Marco Imperadori, titolare presso il Politecnico di Milano della cattedra di Progettazione e Innovazione Tecnologica presso la Facoltà di Ingegneria Edile-Architettura: “Il segreto per un territorio sul quale convivono rischi di carattere sismico e idrogeologico – ha detto – è quello di creare strutture che siano più leggere possibili”. Guardando, per esempio, a casi virtuosi, Giappone in primis. E ancora: l’architetto Andreas Profanter ha invece raccontato la storia dello studio NOA nell’ambito della progettazione di hotel a quattro stelle. Di hospitality hanno parlato anche Stefano Tripepi per lo studio Starching e l’architetto Marco Piva per lo studio PIVA. Ieri sera il gran finale, con il premio Pida Internazionale all’archistar Benedetta Tagliabue.                                         

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