di Isabella Puca
Ischia – Si è svolta lo scorso fine settimana la prima parte di Profumo di terra, l’evento organizzato dalla condotta Slow Food di Ischia e Procida. Sede della due giorni, che ha visto grandi appassionati di terra e orto riunirsi, è stata la sede della lega navale nell’ex Palazzo D’Ambra; tra questi anche gli studenti dell’indirizzo di Agraria del Telese. Docente della prima giornata di studi dedicata all’ orticoltura ecologica e agricoltura sostenibile è stato Stefano Pescarmona, agronomo e agricoltore biodinamico, docente di Orticoltura Ecologica e Agricoltura Sostenibile presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Al centro della sua lezione la Terra e i modi di conoscerla e di coltivarla con rispetto, unico modo per ottenere alimenti più sani e buoni e, al tempo stesso, assicurare un’agricoltura veramente sostenibile. Dal Cilento è poi intervenuto Giuseppe Jepis Rivello un artigiano digitale, così come ama definirsi lui, con un intervento dal titolo “Zappa, libro, I pad”. Documentarista, è stato ideatore di un progetto che si occupa del recupero di grani antichi, «sogniamo di vivere il territorio facendo quello che ci piace, come una generazione che deve creare un futuro senza modelli da seguire e che quindi disegniamo noi. La parola fallimento nel mio dialetto si traduce in “fundere” che significa letame, fondamentale in agricoltura per concimare qualcos’altro». Jepis ha presentato agli ischitani una nuova visione di agricoltura che procede di pari passo con il web, «quindici anni fa abbiamo deciso di restare sul nostro territorio ed è la prima sfida che ci siamo posti». Chi produce oggi la zappa? È questa la prima riflessione che ha trovato però un’amara risposta. A produrre la zappa ci pensa l’artigiano, ma oggi, di artigiani, non ce ne sono più, «la zappa ci serve per coltivare, per produrre del cibo, ma oggi chi la produce? Forse nessuno più, eppure è uno strumento che ha ancora tanto da raccontarci, è fatto a misura d’uomo anche se la nostra nel Cilento è diversa perché diverso è il terreno». Suo nonno produceva zappe per tutto il paese e, da 13 anni, insieme ad altri attivisti Jepis organizza il palio del grano una gara per rimettere il grano al centro dell’attenzione. «Nel 2013 è stato recuperato un terreno abbandonato e lì siamo andati a “porchiare”; oggi ci sono dei ragazzi che fanno parte di una piccola rete di produttori che si connette continuamente. È un gruppo di ragazzi che ha preso in mano la zappa, alcuni per la prima volta, e hanno re- immaginato il processo agricolo. Hanno capito chi deve realizzare lo strumento e chi deve utilizzarlo, da una parte abbiamo gli artigiani, dall’altra i contadini; ma anche che la nuova ruralità è fatta di nuovi artigiani e di nuovi contadini». È con una stampante 3D che è stato realizzato un nuovo prototipo di rastrello fatto in un materiale rigido; parliamo dei makers, sono loro infatti gli artigiani del nuovo millennio. Dalla zappa, quindi, per arrivare quindi al libro e all’ i pad tenendo sempre la terra al centro, «il libro è un oggetto, ma sono anche le persone, conoscenze sedimentate da trasmettere, senza rischiare di farle finire, trasformandole però in dati utili da reinterpretare. Il libro dà la possibilità di condividere la conoscenza che abbiamo come opportunità di crescita». La sfida, infine, è quella di pensare digitale, «siamo solo all’inizio – ha concluso Rivello – stiamo costruendo un mondo con dentro il digitale. Pensare digitale significa che da domani siamo continuamente connessi; il digitale è una ricchezza se siamo capaci di sedimentare, e il cibo è un grande laboratorio per una nuova era».