Aggredì la madre, il Riesame conferma la custodia in carcere
Accusato di maltrattamenti contro i familiari e di lesioni personali, M.A. resta a Poggioreale. Si attende la nomina del consulente da parte del Gip
Resta in carcere M.A., il 43enne ischitano arrestato dopo l’aggressione nei confronti della madre avvenuta un mese fa. È questo l’esito del ricorso al Tribunale del Riesame di Napoli. I reati ipotizzati sono quelli di maltrattamenti contro familiari e lesioni personali. Dal punto di vista dell’imputabilità, la strategia difensiva, sostenuta dall’avvocato Mariangela Calise, punta comunque a dimostrare l’incapacità o la semi infermità al momento della commissione del fatto.
A tale scopo il Gip D’Auria a breve procederà a nominare un perito sulla richiesta di incidente probatorio avanzata dal pubblico ministero. In base all’esito della perizia, il magistrato deciderà sull’istanza avanzata dalla difesa di sostituzione della misura cautelare. Come alcuni ricorderanno, era la tarda mattinata dello scorso 10 aprile, quando una pattuglia dei Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile, guidati dal capitano Angelo Pio Mitrione, si recò nella zona di vico Montagna a Ischia Ponte, dopo aver ricevuto una segnalazione per una lite familiare in corso. Circostanza che veniva confermata all’arrivo delle forze dell’ordine: una coppia di anziani, i genitori dell’indagato, erano entrambi feriti. Se al padre la prognosi è stata di soli tre giorni, molto peggio era andata alla madre: la settantasettenne era stata ferita alla tempia destra, una lacerazione che causò una notevole perdita di sangue.
Macchie di liquido ematico vennero infatti rinvenute in vari punti dell’interno dell’abitazione, dove i Carabinieri trovarono M.A. per poi caricarlo sul veicolo militare, con destinazione la Caserma. Fortunatamente, le condizioni della signora destarono preoccupazioni tra i medici dell’ospedale Rizzoli, dove i militari avevano ascoltato i coniugi per ricostruire la dinamica del drammatico episodio e raccogliere la denuncia dei due contro il proprio figlio. Una violenza innescatasi per futili motivi, come spiegarono le vittime alle forze dellordine, e che non si è fermata neppure davanti a coloro che lo hanno messo al mondo. Un episodio che, prevedibilmente, scosse l’apparente quiete del borgo antico di Ischia.