Affitti brevi tracciati: contro gli evasori ecco la banca dati
Scatta l’obbligo di censimento presso l’Agenzia delle Entrate: ogni proprietario che vuole affittare un immobile si vedrà assegnare un codice identificativo per inserire il proprio annuncio sulle piattaforme di intermediazione
La misura era attesa. Grazie a una serie di emendamenti al Decreto Crescita, è stata creata la banca dati degli affitti brevi. In tal modo le abitazioni affittate per pochi giorni a turisti e villeggianti dovranno obbligatoriamente essere censiti con l’inserimento in un’apposita banca dati gestita dall’Agenzia delle Entrate. La nuova normativa è diretta a contrastare l’evasione o l’elusione fiscale in tema di locazioni, coi “padroni di casa” che fanno ricorso a note piattaforme sul web come AirBnb, Booking, HomeAway. Grazie alla banca dati, anche un affitto di pochi giorni dovrà essere censito presso l’Agenzia, che potrà dunque controllare ogni passo della transazione. In sintesi, ciascun proprietario dovrà registrare il proprio immobile che intende dare in locazione. Gli verrà assegnato un codice identificativo alfanumerico, che dovrà inserire in ogni annuncio da pubblicare sulle piattaforme. In tal modo sarà tutto tracciato, e l’Agenzia sarà agevolata nel rilevare eventuali discrepanze nella dichiarazione dei redditi. Infrangere l’obbligo di pubblicazione e promozione del codice identificativo potrà essere punito con sanzioni variabili tra i 500 e 5mila euro.
La norma viene incontro alle proteste degli albergatori, che da anni lamentano la concorrenza sleale da parte di strutture ricettive illegali, in crescita anche nella nostra regione negli ultimi anni. Non è un mistero che Federalberghi vedesse nella cosiddetta shadow economy turistica un problema in grado di compromettere seriamente il futuro di tutte le destinazioni turistiche italiane, dal momento che in alcune località era stato rilevato che la percentuale di case-vacanza che operano abusivamente sfiora il 100%. Una circostanza che giocoforza finisce per falsare i dati rilevabili. Con le risorse degli enti pubblici fortemente ridotte, il mancato afflusso derivante dalla tassa di soggiorno manda in fumo milioni di euro, che progressivamente erodono la capacità competitiva di chi invece paga ogni imposta e mantiene in piedi un settore strategico come l’industria turistica.
Con la banca dati appena istituita, almeno in occasione dei soggiorni brevi, come quelli coincidenti coi ponti festivi più o meno lunghi, verranno “censite” molte transazioni che finora rimanevano invisibili all’erario.
Naturalmente anche a Ischia esiste il fenomeno delle strutture finora rimaste “nell’ombra”. Cosa cambierà adesso, su un’isola dove di turismo vive la grandissima parte della popolazione? Abbiamo chiesto a Ermando Mennella, vice presidente regionale di Federalberghi, di commentare la novità legislativa.