Affidamento del porto di Lacco, De Angelis “chiude” il controesame
NAPOLI
. Ieri mattina presso la prima sezione penale del Tribunale di Napoli, davanti al collegio B presieduto dal dottor Francesco Pellecchia, si è celebrata una nuova udienza del processo per accertare le presunte irregolarità nella procedura che portò all’affidamento della gestione dell’approdo di Lacco Ameno nella stagione 2015. Gli imputati sono due: Giuseppe Perrella, il giovane imprenditore cui fa capo la società Marina di Capitello Scarl che si aggiudicò la gestione del servizio, ieri presente in aula, e l’ingegner Gaetano Grasso, profondo conoscitore dei vari uffici tecnici isolani e protagonista anche dell’episodio contestato dalla Procura. Come si ricorderà, i due sono accusati di concorso di abuso d’ufficio per il rilascio della gestione del porto turistico senza la necessaria procedura ad evidenza pubblica. Dopo l’udienza dello scorso febbraio, in cui si decise di acquisire l’informativa di reato redatta dagli ufficiali del Circomare di Ischia che svolsero le operazioni d’indagine, ieri si è svolto il controesame. Erano presenti sia il Tenente di Vascello Alessio De Angelis, Comandante del citato Ufficio circondariale marittimo, sia l’ufficiale Agostino Piscopo. Il collegio giudicante ha chiamato il primo a deporre sul banco dei testimoni. Il controesame è stato inizialmente condotto dall’avvocato Luigi Tuccillo, il quale ha sottolineato l’esistenza di una delibera emanata nel maggio 2015 dal commissario straordinario in carica presso il Comune di Lacco Ameno, in cui si affermava che l’ente di Piazza Santa Restituta non aveva personale sufficiente o con le adeguate competenze per predisporre un bando di gara europeo col quale procedere all’assegnazione del servizio. In sostanza, secondo il penalista, tale delibera era la ricezione di un’istanza, perché in quel momento, a primavera inoltrata e dunque a stagione già ampiamente avviata, si rischiava di perdere l’annata se non si fosse proceduto all’affidamento: quindi la procedura adottata era quasi obbligata per evitare danni all’economia del paese collegata con le attività da diporto. L’avvocato ha infatti ricordato che in quel momento il paese era senza una giunta, quindi in una situazione di emergenza, in quanto il nuovo esecutivo dopo gli anni di commissariamento si sarebbe insediato soltanto a giugno 2015. La difesa ha cercato di mettere in evidenza che anche nei due anni precedenti il porto fu affidato tramite l’applicazione dell’articolo 45 bis del codice della navigazione, il quale afferma che “il concessionario, in casi eccezionali e per periodi determinati, previa autorizzazione dell’autorità competente, può affidare ad altri soggetti la gestione delle attività oggetto della concessione. Previa autorizzazione dell’autorità competente, può essere altresì affidata ad altri soggetti la gestione di attività secondarie nell’ambito della concessione”. L’avvocato Tuccillo ha inoltre domandato al Comandante chi effettivamente procedette all’affidamento. Secondo il responsabile del Circomare isolano si trattava generalmente di un funzionario. Dopo qualche altra domanda circa il ruolo dell’ingegner Gaetano Grasso, all’epoca in forza presso il Comune di Casamicciola e poi nominato “a scavalco” per procedere all’affidamento del porto lacchese, e sull’entità dell’importo dell’affidamento, il controesame è continuato tramite l’avvocato Fogliamanzillo, il quale ha voluto evidenziare la necessità di affidamento esterno del porto, in quanto la struttura necessita annualmente di opere di manutenzione costanti per le quale il Comune di Lacco Ameno non ha fondi sufficienti da stanziare. L’avvocato ha chiesto al Comandante De Angelis quali rapporti ci fossero tra Grasso e Perrella al di fuori della questione riguardante il porto. Il testimone ha spiegato di non conoscere i rapporti intercorrenti tra i due, ma di essersi spesso confrontato con l’ingegner Grasso, il quale per le sue competenze tecniche negli scorsi anni è stato sovente chiamato a collaborare in quasi tutti gli uffici tecnici comunali dell’isola. Si è chiusa così l’udienza di ieri, in quanto il collegio presieduto dal giudice Pellecchia ha ritenuto superflua la testimonianza dell’altro ufficiale del Circomare, visto che i due esponenti della Capitaneria avevano proceduto insieme alle attività d’indagine. La prossima udienza è fissata a fine novembre, quando sarà ascoltato l’ultimo teste del pubblico ministero.
Francesco Ferrandino