CRONACA

Affaire rifiuti, rigettate le eccezioni della difesa

Si avvia faticosamente il dibattimento nel processo per le presunte tangenti negli appalti per la gestione della nettezza urbana sull’asse Forio-Lacco Ameno

Il processo sulle presunte tangenti negli appalti per la gestione dei rifiuti, sull’asse Forio-Lacco Ameno è ripreso ieri mattina, dinanzi la Quarta sezione penale, collegio A, del Tribunale di Napoli. Dopo oltre tre anni e mezzo, il dibattimento stenta a decollare. Il collegio che inizialmente era stato deputato alla trattazione, come si ricorderà, aveva visto l’astensione di uno dei giudici, in quanto quest’ultimo aveva già ricoperto in passato il ruolo di Gip, firmando alcuni decreti sulle intercettazioni.

In primavera ecco la nuova assegnazione del processo, e dopo un ulteriore rinvio ieri si è svolta finalmente l’udienza nella quale si è deciso il destino delle eccezioni sollevate da alcuni difensori, gli avvocati Dell’Orfano, Pane e Tortora, sull’utilizzabilità di alcune intercettazioni. Il collegio ha comunque rigettato tali eccezioni, rinviando le parti alla prossima udienza fissata a dicembre, quando alcuni testimoni del pubblico ministero dovrebbero finalmente essere ascoltati e dare così il via alla vera e propria istruttoria dibattimentale di un processo legato a eventi ormai risalenti, e per il quale a inizio 2016 venne eseguita l’applicazione delle misure cautelari nei confronti di alcuni degli imputati, che portò l’inchiesta sulla ribalta mediatica, visti anche taluni nomi eccellenti coinvolti, come quello del senatore De Siano, per il quale la Camera del Senato negò l’autorizzazione a procedere. Uno dei motivi dell’enorme ritardo con cui il processo si è avviato è costituito dal fatto che sin dalle prime battute la posizione del dottor Rumolo venne stralciata dalle altre, a causa di un difetto di notifica che provocò una surreale “navetta” tra Procura e Gip durata oltre un anno con ben cinque tentativi di richiesta di rinvio a giudizio, vista la reiterazione dell’errore da parte degli uffici della Procura.

Da quel momento, il ramo “principale” del processo, pur formalmente iniziato, “frenò” nell’intento di aspettare che anche lo storico dirigente del comune di Lacco Ameno venisse rinviato a giudizio, cosa che poi è effettivamente avvenuta nell’ottobre 2017. Tuttavia le cose si complicarono proprio in corrispondenza dell’istanza di riunione dei due rami della vicenda. Dopo estenuanti lungaggini, ad aprile 2018 il fascicolo riunito fu assegnato al citato collegio della Quarta sezione presieduto dal dottor Rescigno. Poi quest’ultimo fu trasferito, e adesso finalmente si è giunti alla riassegnazione definitiva. Per la cronaca, sono tredici gli imputati nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti della gestione rifiuti che oltre a Lacco Ameno e Forio coinvolge anche il Comune di Monte di Procida per episodi accaduti tra il 2011 e il 2012: oltre Oscar Rumolo, anche Salvatore Antifono, Vittorio Ciummo, Domenico De Siano, Vincenzo Di Maio, Carmine Gallo, Franco Iannuzzi, Restituta Irace, Antonio Mattera, Enzo Rando, Paolo Scotto Di Frega, Carlo Savoia, Vittoria Ciummo.

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