Probabilmente lo era già da prima, ma adesso si è raggiunto il punto di non ritorno. Insomma, per farla breve la misura è colma. La questione dei lavori che procedono a rilento (o meglio, a voler essere sinceri non procedono affatto) allo stadio Mazzella di Fondobosso hanno spazientito tutti. I tifosi dell’Ischia Calcio sono adirati perché costretti dapprima a recarsi in quel di Casalnuovo per seguire la propria squadra del cuore, poi a dover cercare esilio in quel di Forio: una sistemazione sicuramente più agevole, visto che si evita la trasferta in terraferma, ma che è fortemente limitativa e discriminatoria. Il “Salvatore Calise”, dove sono in corso lavori, è stato ritenuto agibile per una capienza massima di 199 persone il che non consente nemmeno a tutti gli abbonati di poter accedere all’impianto. Inutile far finta di nulla, fin qui un po’ tutti hanno pazientato ma davvero si sta assistendo a un qualcosa di osceno. Ieri mattina ci siamo recati per ben due volte al “Mazzella” (come documentano le foto che vedete in pagina): in prima battuta non abbiamo trovato nessuno, un’oretta dopo una ruspa o pala meccanica che dir si voglia che si muoveva almeno apparentemente senza una meta fissa. Niente direttore dei lavori, niente operai, niente di niente. E sembra che le cose vadano avanti così da almeno un paio di settimane. Di questo passo inutile prendere per i fondelli la gente, per riavere il campo utilizzabile se ne parlerà in primavera ma sempre con un deciso cambio di passo altrimenti sono cavoli amari.
E così nella giornata di ieri sulla vicenda è intervenuto il presidente del consiglio comunale di Ischia, Gianluca Trani, che ha contattato proprio il direttore dei lavori, Rosario Caruso (tra l’altro vicesindaco di Serrara Fontana) al quale ha chiesto di preparare una lettera di contestazione alla ditta che sta eseguendo – si fa per dire, a giudicare dalla pachidermica lentezza – i lavori che dovranno portare il “Mazzella” a dotarsi del manto in erba sintetica. Una missiva, che dovrebbe essere notificata agli interessati entro la giornata odierna, con la quale evidentemente saranno messe nero su bianco una serie di palesi e clamorose omissioni e mancanze. E a seguito della quale non si esclude nemmeno l’applicazione di eventuali penali. E’ chiaro che se a questo punto per riavere il Mazzella fruibile bisognerà arrivare alla “notte dei tempi”, non è nemmeno da escludere che dal palazzo municipale di via Iasolino possano arrivare provvedimenti clamorosi nei confronti di chi sta letteralmente facendo scoppiare il fegato di tanti tifosi e appassionati dell’Ischia e non solo. «Avevamo preso atto sia pure a malincuore del fatto che sarebbe occorso almeno un mese in più per l’ultimazione dei lavori per consentire che il terreno di gioco avesse dimensioni regolamentari anche nel caso in cui si disputassero campionati professionistici – commenta Gianluca Trani – ma quello a cui stiamo assistendo negli ultimi tempi è un qualcosa di assolutamente inaccettabile. Chi sta operando con superficialità, o meglio non lo sta affatto facendo, dovrà dare delle risposte e soprattutto accelerare i lavori recuperando per quanto possibile il terreno perduto: così non si può andare avanti, questa mi pare l’unica certezza».
Insomma, la speranza è che questa contestazione possa servire a svegliare chi dorme, anche perché di questo passo di contestazione si rischia di vederne un’altra, quella cioè dei tifosi che sarebbero pronti a scendere in piazza (o meglio, recarsi sotto il municipio) e dissotterrare l’ascia di guerra. Non è un caso che – come tra l’altro riportato sulle colonne del nostro giornale nell’edizione di ieri – a perdere la pazienza sia stata anche l’ex bandiera e capitano dell’Ischia Franco Impagliazzo, solitamente sempre molto “british” nelle sue esternazioni. Taratà è stato chiaro e caustico con una dichiarazione che somiglia tanto ad una chiamata alle armi: “Sono diversi anni che tutte le mattine mi reco allo stadio Mazzella per salutare Luigi Fiore il magazziniere dell’ Ischia calcio, prendiamo un semplice caffè, scambiamo qualche chiacchiera e rimaniamo fino alle 10:30, oggi però sono rimasto nauseato per non dire incazzato, nel vedere che sono 12 giorni che non si vede il volto di un operaio è una vera vergogna, sono trascorsi 6 mesi dal termine del passato campionato, i lavori dovevano iniziare il 20 maggio, siamo al 4 novembre e di questo passo arriveremo a fine campionato, solo una protesta massiccia e civile di 200-300 persone presso la casa comunale, faccio pubblicamente un appello ai tifosi se siete d’accordo mi metto io in prima persona, non se ne può più”.