Addio, Capricho

Mettiamola così: i titoli di coda sono stati scritti, adesso vanno soltanto pubblicati. Non ci riferiamo a un film, ma all’ultimo atto della trafila che porterà l’ex Capricho di Casamicciola Terme ad essere demolito, come nei piani dell’amministrazione guidata dal sindaco Giosi Ferrandino. Lo stesso primo cittadino ha confezionato l’ordinanza che deve soltanto essere inserita nell’albo pretorio on line del Comune termale e che sancirà la fine di un immobile capace di rappresentare per decenni un fiore all’occhiello di Casamicciola e poi un monumento del degrado. Cadente, fatiscente, addirittura inagibile, si è ritrovato a vivere una “seconda vita” (non certo giovinezza, viste le condizioni in cui versava) quando è stato destinato dopo il sisma del 21 agosto 2017 a casa comunale. Gli ultimi respiri esalati, poi la chiusura dei battenti nel momento in cui gli uffici municipali si sono spostati nella nuova e decisamente più confortevole sede di via Salvatore Girardi. Il documento firmati dal sindaco Ferrandino ha un oggetto chiaro e inequivocabile: oggetto “Ordinanza contingibile e urgente per lavori concernenti l’incolumità pubblica per esecuzione di lavori di demolizione all’immobile ex Capricho del Calise in Piazza Marina”. L’incarico di provvedere alla demolizione ad horas, è scritto nel testo, è stato conferito al responsabile dell’ufficio tecnico comunale ing. Gaetano Grasso.

L’ordinanza cita anche una serie di passaggi, su tutti una relazione tecnica recentissima – risalente allo scorso 18 settembre – firmata da Crescenzo Di Noto Morgera e Luca Imparato nella quale si legge tra l’altro che “si rappresenta e conferma il precario stato di conservazione dell’intero manufatto, che visti gli ultimi eventi metereologici, potrebbero portare ad un progressivo peggioramento con l’aggravamento del fenomeno di sfondellamento dei solai e carbonatazione dei relativi ferri d’armatura del solaio del primo impalcato, già puntellato con tubi innocenti a seguito del sisma del 2017. Quindi, appare evidente, oltre alle condizioni strutturali, anche quello relativo al rischio igienico sanitario, come già comunicato nei precedenti accertamenti, considerato che l’area antistante la predetta struttura è frequentata in alcune ore della giornata da bambini che giocano. L’immobile quindi non è in grado di assolvere la sua funzione e pertanto, il persistere dell’attuale stato dei fatti, rappresenta un grave pericolo per la pubblica e privata incolumità”. Nel dispositivo firmato da Giosi Ferrandino, poi, vengono evidenziati anche i seguenti fattori: “Che il manufatto pericolante oggetto della presente Ordinanza è situato a ridosso della ex strada statale SS270, ove veicolano numerosi mezzi pesanti, che causano continue sollecitazioni e aggravano l’instabilità strutturale del manufatto de quo; – che, allo stesso tempo, la precarietà strutturale dell’immobile ex Capricho de Calise rappresenta un pericolo costante per l’elevato numero di mezzi che veicolano lungo la suddetta strada statale; che nonostante le continue transennature e recinzioni apposte alla struttura al fine di impedirne l’accesso, bambini e non eludono tali divieti introducendosi nell’immobile e mettendo a repentaglio la propria incolumità; delle condizioni di degrado statico in cui versa l’immobile ex Capricho de Calise, ormai irreversibili; dell’indifferibilità nell’adottare atti perentori per scongiurare, a causa dell’avanzato stato di degrado riscontrato, il pericolo imminente di eventi futuri che pregiudichino la pubblica e privata incolumità”. Quanto basta, insomma, per cancellare un pezzo di storia. E anche decisamente a breve…