Accusati di ricettazione, sentenza ribaltata

Valerio Radosavljevic e Bosco Jankovic erano ritenuti responsabili anche del reato di riciclaggio. Il Tribunale ha optato per la restituzione di 10 mila euro e Rolex . Il provvedimento grazie al lavoro del legale Rocco Maria Spina

Accusati di ricettazione e riciclaggio, recuperano i beni ed il danaro sequestrati dalle autorità grazie alla difesa dello studio legale Avv.Rocco Maria Spina & Partners. Il tribunale di Napoli, X Sezione-Collegio B si è espressa sul riesame dei provvedimenti restrittividella libertà personale e dei sequestri Tribunale dano ragione e forza ale tesi dell’Avv. Rocco Maria Spina. In particolare i magistratiPietro Carola,  Paola Lombardi, Alfonso Scerminosi sono espressi  sulle istanze di riesame proposte nell’interesse di RADOSAVLJEVIC Valerio e BOSCO Jankovic, riunite in Udienza Camerale per ragioni di connessione oggettiva, averso il decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di Napoli Sezione XX. Il tribunale napoletano, esaminati gli atti trasmessi dall’Autorità procedente,sentita, proprio, la difesa, che depositava memoria scritta con allegata documentazione, all’udienza cameraledel 18 luglio 2023 (assenti il P.M. ed i ricorrenti);a scioglimento della riserva per il deposito dei motivi formulata nel dispositivo depositato in paridata, dispone l’accoglimento dell’istanza e per questo motivo: “ letto l’articolo 324 del codice di procedura penale, annulla il provvedimento impugnato e dispone il dissequestro e la restituzione di quanto in sequestro agli aventi diritto nulla per le spese manda al pm per l’esecuzione alla cancelleria per gli adempimenti”. Il giudice estensore è la Dott.ssaPaola Lombardi.

In particolare nel procedimento i magistrati osservano che “ Con il decreto impugnato il G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta del P.M., convalidava il sequestro preventivo eseguito dagli ufficiali di P.G. in data 28 giugno2023 e disponeva il sequestropreventivo della somma di denaro complessiva di € 4.300,00, divisa in 86 banconote da € 50,00 e diun cinturino bracciale in oro marca Rolex con codice 8723, riportante marchi Rolex 18K, il tuttorinvenuto nella disponibilità di RADOSAVLJEVIC Valerio, nonché della somma complessiva di € 5.000, divisa in 100 banconote da € 50.00, rinvenuta nella disponibilità di BOSCO Jankovic, stantela sussistenza di precisi e concreti indizi a carico di entrambi i ricorrenti in odine al reato di cuiall’art. 648 c.p. “risultano dal verbale di sequestro che la polizia giudiziaria è intervenuta inprossimità di un esercizio commerciale destinato alla vendita di orologi e gioielli e che gli indagati,che risultano privi di reddito, non hanno saputo fornire spiegazioni in ordine al possesso del denaro e dell’oggetto rinvenuto” ed altresì “stante la urgente necessità di impedire la protrazione delsuddetto reato, l’aggravamento delle sue conseguenze nonché la commissione di ulteriori reati”(cfr. decreto di sequestro)”.

Orbene, come si legge agli atti avverso detto provvedimento proponeva impugnazione il difensore di RADOSAVLJEVIC Valerio e BOSCO Jankovic, chiedeva l’annullamento del decreto di sequestro con modalità e ragioni fattuali e giuridiche che alla corte sino apparse meritevoli di accoglimento ovvero scrivo i giudici: “ La richiesta di riesame appare fondata”.Invero, osserva il Collegio come effettivamente nel caso di specie difetti il fu su del reato provvisoriamente contestato ai ricorrenti ex art. 648 c.p. A proposito viene richiamata la giurisprudenza, condivisala giurisprudenza della Corte di Cassazione che con orientamento condiviso dal Collegio, ha anche di recente ribadito che la configurabilità del “fumus” del reati contro il patrimonio presupponenti la consumazione di un altro reato è necessario anche che il reato presupposto , quale presupposto, quale  essenziale Elemento costitutivo delle relative fattispecie, sia individuato quantomeno nella sua tipologia, pur non essendone necessaria la ricostruzione in tutti gli estremi storico fattuali. 

Una vicenda destinata, nel bene e nel male a fare giurisprudenza. Invero, osserva il Collegio come“effettivamente nel caso di specie difetti il fumus del reato provvisoriamente contestato ai ricorrenti ex articolo 648 c.p.A tal proposito occorre di chiamare la giurisprudenza della Suprema Cassazione che, con orientamento condiviso dal collegio partenopeo, anche di recente ribadito che “al fine della configurabilità “fumus” dei reati contro il patrimonio presupponente la consumazione di un altro reato(art. 648,648 bis, 648 ter, 648 ter.1.Codice Penale)“.

Ovvero come scrivo i magistrati: “Ai fini della consumazione di un altro è necessario che il reato presuppostoqualeessenziale elemento costitutivo delle relative fattispecie, sia individuato quantomeno nella suatipologia, pur non essendone necessaria la ricostruzione in tutti gli estremi storico-fattuali. (Inapplicazione del principio, la Corte ha annullato con rinvio l’ordinanza del tribunale del riesameconfermativa – in relazione alla contestazione alternativa di ricettazione o di riciclaggio –del sequestro preventivo di euro 30.000, rinvenuti all’interno dell’autovettura condotta dall’indagatoche aveva dichiarato trattarsi dei suoi risparmi, rilevando l‘inidoneità, quanto all’individuazione del

reato presupposto. del riferimento compiuto dall’ordinanza a pregresse cariche dell indagato insocietà fallite o cessate per le quali non erano state presentate dichiarazioni fiscali ed allapercezione da parte sua del reddito di cittadinanza)

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