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Accadeva ieri: il dibattito prima della catastrofe atto secondo

Ho aperto – con il mio pezzo apparso su “ Il Golfo” nell’ edizione di oggi (per il web ed ieri per la carta stampata)  mercoledì 27 settembre 2017 e prima ancora sul sito di “Teleischia” poiché sostengo che web e televisione  e stampa scritta hanno un’unica “mission” e la renderò ancora più marcata con l’ Agenzia Stampa “ Il Continente” che fra qualche giorno funzionerà a pieno regime –   un dibattito sulla Ricostruzione ripercorrendo quanto ho scritto nel periodo 2012-2014 ed ancora più in là. Ho iniziato con un pezzo “amarcord sui favolosi anni di “ Casamicciola Regina del Termalismo”   che mi è stato trasmesso per tradizione orale dai miei genitori.

Non cerco affatto pubblicità. Ma capisco che per arricchire un servizio si mettano foto dell’ autore. A 68 anni non cerco nuove carriere giornalistiche (sono pensionato) e non cerco nemmeno nuove carriere politiche (non mi ritengo abbastanza forte per diventare sindaco di Casamicciola o deputato al Parlamento ma certamente debbo trovare la forza per dare in prima persona un contributo diretto al Rinascimento del Mio Amato Paese). Per parlare senza PERSONALISMI del lungo inverno che ci aspetta – che aspetta gli sfollati che stimo in 3mila ma mi auguro siano di meno – e quindi del lungo percorso della Ricostruzione e del Rinascimento che dobbiamo affrontare con Coraggio e Responsabilità dobbiamo riflettere su quello che abbiamo detto prima del 21 agosto 2017 e dobbiamo rivederlo poi alla luce del terremoto. Molte delle osservazioni e delle proposte di ieri sono state cancellate dai quei terribili sei secondi del 21 agosto. Dobbiamo rivedere tutto o quasi. Lo farò da giornalista economico non accademico da seguace di J.M. Keynes: “se cambiano i fatti cambiano le miei opinioni”. Ma andiamo avanti nella “ricostruzione storica” di un dibattito di Idee e Programmi svilupattosi prima. Ecco la seconda puntata: un convegno del 2014.

G.M.

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Sabato 29 novembre 2014  un workshop sulla finanza di territorio a Casamicciola

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PER L’ISOLA D’ISCHIA, UNA NUOVA “GOLDEN AGE”

Il grande protagonista dello sviluppo economico dell’ isola d’ Ischia imperniato sul turismo termale fu l’ editore e cineasta  Angelo Rizzoli ( 1889-1970). Se non ci fosse stata la visita ginecologica  a sua moglie Anna da parte del prof. Piero Malcovati ( 1902-1963) – che aveva comprato il fatiscente stabilimento termale di Santa Restituta e non aveva i soldi per il recupero –  Angelo Rizzoli non sarebbe probabilmente mai venuto ad Ischia e non avrebbe mai effettuato i suoi investimenti fondamentali negli anni ‘ 50 cambiando il volto e l’ economia di Lacco Ameno e dell’ isola d’ Ischia.

Per cambiare Lacco Ameno Rizzoli si affidò ad uno dei più grandi architetti dell’ epoca, Ignazio Gardella ( 1905-1999) che progettò non solo il Grande Albergo della Regina Isabella ma tutta la “ trasformazione urbana” di Lacco Ameno dal corso principale con il centro commerciale  all’acquisizione della settecentesca Villa Arbusto. ”La Regina Isabella”, “ Le Terme di Santa Restituta”, “ La Reginella”, “ O’ Pignatiello”, il “ Cinema Europeo”, l’ area dei servizi ,dalle fangaie all’autorimessa ed agli alloggi per il personale e la stessa “ Piazza Santa Restituta” che prima si chiamava Piazza Re Umberto, cambiarono il volto e l’ economia di questo piccolo villaggio di pescatori. La superficie coperta realizzata può essere stimata in circa 20mila o forse più metricubi. Tutto fu realizzato con i pareri della Sovrintendenza ai Beni Culturali perché fino al 1970 non fu applicato il Piano Paesistico Calza -.Bini del 1942.

Rizzoli per i suoi investimenti non fece ricorso alle incentivazioni  creditizie della Cassa per il Mezzogiorno che fin dal primo piano decennale finanziava fino al 70% le nuove strutture alberghiere, termali e commerciali. Se Rizzoli è stato il grande protagonista “ privato” del “ miracolo economico dell’isola d’ Ischia” e della sua “ golden age” la Cassa per il Mezzogiorno  è stato il protagonista “ pubblico” non solo per le incentivazioni creditizie ma anche per la costruzione delle grandi opere infrastrutturali come l’ acquedotto sottomarino inaugurato nel 1958 e considerato una delle migliori realizzazioni del genere in Europa ed ancora le grande arterie di collegamento ,con il braccio operativo dell’Amministrazione Provinciale di Napoli, come la Testaccio-Maronti , la Panza-Cava Grado, la Forio-Citara e tutta una serie di stradine comunali ed intercomunali. La “golden age” dell’ isola d’ Ischia iniziò alla metà degli anni ‘ 50 del ‘ 900 e la grande espansione è durata fino agli anni  ‘ 90 con un grande saccheggio edilizio, uno sviluppo squilibrato e disordinato, senza alcun Piano Regolatore Generale Intercomunale.

Spezzettata in sei Comuni l’isola non ha avuto una coesione economica e sociale. Così ci sono state località prese d’assalto dalla speculazione edilizia e dal capitalismo di rapina ,soprattutto  Forio, ma per fortuna c’è stato anche un “capitalismo innovatore” di livello “schumpeteriano”  proprio a Forio sul finire degli anni ‘ 50 con i giardini termali Poseidon da parte del  medico tedesco Walde tanto da essere estesi a tutte le altre località  ed agli stessi alberghi che dovevano avere la “ piscina termale” per stare sul nuovo mercato internazionale dei viaggi  che offriva Ischia come vacanza completa dal mare alle terme con una ricettività alberghiera che si potenziava quantitativamente ma anche qualitativamente. I nuovi scenari del “ turismo termale”  ponevano in secondo piano  la più antica stazione di cura e soggiorno cioè Casamicciola che  faceva segnare uno sviluppo più lento sia edilizio sia alberghiero ma soprattutto andava in crisi il “ vecchio  stabilimento termale” separato dalla struttura alberghiera. A Casamicciola fino agli anni ‘ 70 esistevano 17 “ stabilimenti termali” e soprattutto c’era  il grande edificio dell’ Ente Pio Monte della Misericordia sulle “ storiche sorgenti del Gurgitello” dal 1895 nell’ area della Marina ma prima ancora in località Piazza dei Bagni, dove c’erano le sorgenti, dal 1604 con l’ antico stabilimento-ospedale andato distrutto dal terremoto del 1883. Questo edificio era non solo la più importante struttura  industriale e ricettiva della cittadina ( poteva ospitare fino a 400  persone) ma era anche  l’ infrastruttura civile per eccellenza per le sue ampie sale dove si tenevano convegni e congressi, manifestazioni artistiche e musicali in un tempo in cui nessun’altra località dell’ isola poteva disporre di spazi simili.

Il “ grandioso stabilimento termale” fu progettato dall’ ingegnere napoletano Giuseppe Florio “ il quale propose – scrive Ilia Delizia, docente di storia dei monumenti alla Federico II  – un organismo a padiglioni terranei in struttura metallica rivestita di muratura in linea con le prescrizioni edilizie varate dal Governo per una località ad alto rischio sismico com’era Casamicciola”. La chiusura di quella struttura-infrastruttura nel 1973, 41 anni fa, per la crisi istituzionale e finanziaria dell’ Ente Morale fino al vergognoso  saccheggio ed abbandono, determinò un colpo tremendo per Casamicciola sia nel suo sistema economico sia nella sua vita civile.

Ecco perché sono assolutamente convinto che il recupero totale di quella struttura ,anche con nuove destinazioni inserite in un Piano di rilancio complessivo urbanistico,economico e civile sia fondamentale ed imprescindibile non solo per il rilancio di Casamicciola ma per avviare finalmente una Coesione dell’ isola d’ Ischia che in tutti i documenti programmatori della Regione Campania viene definita “ sistema territoriale  di sviluppo”  pur essendo divisa in sei Comuni ed inserita nella Città Metropolitana di Napoli, il nuovo Ente Locale che dal 1 gennaio 2015 prenderà il posto dell’ Ente Provincia ma che è avvolta ancora nelle nebbie dell’ incertezza giuridica soprattutto nella farraginosa materia della Pianificazione Territoriale e della ProgrammazioneEconomica ancora un “ libro dei sogni”.

Sabato 29 novembre 2014 nei locali dell’ ex-Capricho de Calise, un’altra struttura chiusa ed in abbandono,nella Piazza della Marina dalle 10 alle 13 abbiamo organizzato con il Comitato  Colibrì per la Terza Rinascita di Casamicciola – dopo  il terremoto del 1883 e la grande alluvione del 1910 – presieduto dall’ arch. Caterina Iacono, con l’ Osservatorio sui fenomeni socio-economici dell’ isola d’ Ischia ( OSIS) costituito dal dottor Franco Borgogna, dall’ing. Angelo D’Abundo e da chi scrive questa nota, con la Banca delle Risorse Immateriali costituita dal dottor Francesco Saverio Coppola, già dirigente dell’ Ufficio Studi del Banco di Napoli e da Osvaldo Cammarota, instancabile animatore e sostenitore dello sviluppo locale, un “ workshop” cioè una “ officina”, un “ laboratorio” più che un “ seminario” per presentare nella maniera più dettagliata e completa  possibile il progetto di trasformazione urbana di Casamicciola in 16 punti già predisposto nel 2012 e presentato nel 2013  alla più ampia platea possibile di interessati ed impegnati nello sviluppo (politici,amministratori,studiosi, imprenditori,cittadini attivi) in modo che si possa avviare concretamente la finanza di territorio o di progetto nell’ isola d’ Ischia per una nuova  “ golden age” dopo quella degli anni ‘ 60 perché al tempo di oggi un mecenate come Angelo Rizzoli non verrà più. Come si può attuare un progetto del genere? Quali sono gli strumenti? Quali  i finanziamenti nell’ ambito dei fondi europei 2014-2020 ? Quali le criticità?

Se ne parlerà al workshop il cui intervento conclusivo è stato affidato al prof. Amedeo Lepore, ordinario di storia economica alla seconda università di Napoli ed autore del volume “ La Cassa per il Mezzogiorno e la Banca Mondiale, un modello per lo sviluppo economico italiano” ( 2013). Non è stato casuale invitare il prof. Lepore, convinto meridionalista. Oggi come ieri e forse più di ieri  il Mezzogiorno ha bisogno di nuovi strumenti e nuove capacità per eliminare il dislivello con il Nord del Paese e per superare la più drammatica crisi economica e sociale che l’ Italia ha vissuto dalla fine della seconda  guerra mondiale. Il caso di Casamicciola diventa paradigmatico e risulta straordinariamente attuale il monito contenuto nelle conclusioni del libro del prof. Lepore: “ … le  strategie di coesione vanno indirizzate verso sbocchi selezionati volti ad accrescere l’ accumulazione produttiva e l’ innovazione… il Sud può svolgere un ruolo fondamentale nel processo di consolidamento di una visione europea… riuscendo a valorizzare e a riportare a sistema le proprie eccellenze culturali, scientifiche ed economiche”.

 Giuseppe Mazzella

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Giuseppe Mazzella, giornalista, autore di “ Ischia, luci ed ombre sullo sviluppo – il sistema economico-sociale dell’ isola d’ Ischia: dall’ espansione selvaggia ( 1970-1974 al tempo della globalizzazione ( 2002-2010) ( OSIS, 2010) e “ Ischia, la Pianificazione mancata – la storia di uno sviluppo edilizio ed economico senza programmazione dal 1949 al 2012” ( OSIS, 2012), già Presidente del Centro Studi su l’ isola d’ Ischia ( 2000-2008).

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