A Il Golfo la storia di Giorgio, costretto a vivere da clochard
di Sara MatteraISCHIA
. Ci accoglie con un sorriso sulle labbra, mentre è disteso placidamente sul letto di una delle camere del Centro di Prima Accoglienza “Giovanni Paolo II” nel Comune di Forio. Centro gestito dalla Caritas diocesana di Ischia, che offre un tetto e un pasto caldo a chi ne ha bisogno. Ed è qui che, insieme con altri isolani e alcuni immigrati, Giorgio Pilato, 87 anni, trascorre le sue giornate da qualche tempo, dopo aver vissuto per quasi 10 anni in una condizione molto simile a quella dei tanti senza tetto che vivono per strada. Giorgio, però, un tetto sopra la testa lo aveva, ma le condizioni in cui è stato costretto a vivere non sono state delle migliori. Vedovo dal 2005, fino a qualche giorno fa l’anziano signore infatti viveva da solo, in un appartamento in affitto nella frazione di Testaccio, nel Comune di Barano, percependo mensilmente una pensione di circa 1250 euro. Una somma, quindi, non cospicua ma con la quale avrebbe potuto vivere in tutta tranquillità. Peccato, però, che di quella pensione, frutto del lavoro di una vita, Giorgio non ne vedeva passare tra le sue mani neppure la metà. Costretto a pagare ai proprietari dell’appartamento in cui viveva 1110 euro mensili, Giorgio tirava a “campare” con circa 150 euro al mese, con i quali si comprava qualche medicina e qualcosa da mettere sotto i denti. “Davo al mio padrone di casa – ci racconta lo stesso Giorgio – tutta la mia pensione. Con quel poco di soldi che mi restavano, mi compravo qualche cosa da mangiare o da bere alla salumeria”. Visto il lauto fitto che Giorgio pagava, i proprietari dell’appartamento erano, infatti, soliti cucinare qualcosa all’anziano, che non avendo nessuno su cui fare affidamento e avendo anche problemi di salute, non era in grado di provvedere da solo ai propri bisogni. E per vitto e alloggio, 1110 euro mensili sarebbero potuti sembrare, tutto sommato, una cifra ragionevole, soprattutto se l’anziano avesse vissuto in condizioni dignitose. Nel caso del signor Giorgio, però, le condizioni in cui ha vissuto per lungo tempo sono state tutt’altro che decenti. Non solo, infatti, gli restavano poco più di un centinaio di euro per le proprie necessità, ma l’anziano viveva anche in una vera e propria topaia. Un appartamento fornito di una sola camera e di un bagno, ben lontano dal poter essere considerato un posto accogliente e soprattutto dal valere quei mille euro mensili. “L’appartamento in cui viveva – ci racconta Michele D’Antonio, il cittadino isolano che si è attivato per la situazione di Giorgio – era un vero e proprio buco, in condizioni pietose. I proprietari della casa, gli davano un po’ di pane, oppure un piatto di pasta asciutta. Per il resto mangiava qualche panino o si comprava del pan carrè e lo consumava per strada. Lo vedevo sempre in giro sporco e con gli stessi vestiti e anche quando si ammalava, nessuno si preoccupava di chiamare un medico per farlo visitare. Purtroppo, la situazione familiare di Giorgio è complicata. Nessuno dei figli poteva occuparsi di lui ed è per questo che è finito a vivere in questa situazione”. Nonostante avesse un tetto sopra la testa e nonostante la pensione, Giorgio, quindi, ha vissuto in deplorevoli condizioni, completamente abbandonato a sé stesso per lungo tempo, mentre i proprietari dell’appartamento in cui viveva speculavano, con la scusa del presunto “vitto”, sulle tasche dell’anziano signore, che, non vivendo bene in quella casa, preferiva trascorrere le sue giornate in giro per le strade di Ischia, come un vagabondo. “Stavo male – ci racconta a fatica Giorgio – non venivo trattato bene e preferivo scendere per strada. Quando ti lasciano solo 150 euro per vivere, non puoi fare a meno di pensare di volerti uccidere”. Ed è in uno dei suoi consueti vagabondaggi per le strade di Via Alfredo De Luca, che Giorgio ha incontrato nell’Ottobre del 2015 D’Antonio, il quale, forte della sua passata esperienza da carabiniere, sentendo i racconti dell’uomo, non ha potuto fare a meno di prendere a cuore la situazione disdicevole in cui viveva l’ottantenne. Comicia, così, la lunga scia di telefonate ai parenti lontani e vicini di Giorgio, il sopralluogo nell’appartamento dell’anziano e la ricerca di una nuova sistemazione. La situazione, però, è complicata e nonostante denunce alle forze dell’ordine da parte di D’Antonio e nonostante l’aver richiamato l’attenzione la situazione agli assistenti sociali, le vicissitudini di Giorgio, continuano a trascinarsi per mesi. “Gli ho proposto – ci spiega D’Antonio – tante volte di spostarsi in qualche appartamento al camping, dove poteva pagare solo 300 euro di fitto e il resto utilizzarli per le sue necessità, ma lui non ne ha voluto sapere nulla. Anche se riconosceva di non trovarsi bene nel posto in cui viveva, non voleva spostarsi perché, anche se pagava 1100 euro al mese e anche se veniva trascurato, almeno c’era qualcuno che, di tanto in tanto, gli cucinasse. Lui era consapevole di non poter badare da solo a sè stesso.”. E come biasimare d’altronde Giorgio: è risaputo che gli anziani sono pur sempre restii ai cambiamenti e quindi egli ha preferito continuare a vivere in quella condizione pietosa, fino a quando, qualche giorno fa, nella sua storia complessa è arrivata una svolta decisiva. Quando Giorgio va, infatti, a ritirare la propria pensione, invece dei consueti 1250 euro, ne riceve soltanto 800, a causa di alcune trattenute statali. Una cifra con la quale gli è impossibile pagare il lauto affitto di casa. Giorgio consegna comunque gli ottocento euro ai proprietari dell’appartamento in cui vive, ma finisce ugualmente per essere cacciato dalla propria abitazione. In poche ore, da quasi clochard, si trasforma in un senza tetto a tutti gli effetti. Non sapendo dove andare e non avendo alcun soldo con sé, l’anziano decide di accamparsi con qualche coperta tra le siepi dell’area pinetina posta di fronte l’hotel Central Park nel Comune di Ischia. Giorgio dorme lì per tre notti tra rovi, immondizia e umidità, fino a quando non sopraggiunge l’intervento di Michele D’Antonio che, coadiuvato dalle forze dell’ordine, riesce a portare via l’anziano dalla strada e a ubicarlo presso il Centro di Prima Accoglienza di Forio, dove Giorgio risiede dallo scorso martedì. E pulito, profumato e soprattutto in un posto accogliente, ben lontano dalla topaia in cui viveva, l’anziano ottantenne, oggi è finalmente tranquillo. “Ora sono contento – ci dice Giorgio lasciandosi sfuggire qualche lacrima di commozione – . Mi sento meglio e qui mi trattano bene”. Dopo un lungo pellegrinaggio, la complicata vicenda di Giorgio, però, è tutt’altro che conclusa. Nel Centro di Prima accoglienza, infatti, i cittadini italiani possono permanere per non più di un paio di mesi. Tra due mesi, quindi, Giorgio, se non si troveranno altre soluzioni, potrebbe ritornare a vivere in una condizione precaria. Fortunatamente, però, chi di competenza si sta già attivando per far sì che lo sfortunato anziano possa vivere la sua vecchiaia senza altri grattacapi. Il nostro appello, nel raccontarvi la triste e complicata vicenda di Giorgio è che venga fatto tutto il possibile affinché questo indifeso vecchietto possa avere il suo meritato lieto fine trascorrendo i giorni che gli rimangono da vivere senza patire altre sofferenze.