‘A casa tutti bene’, l’isola di Muccino stasera in prima tv su RaiUno
In anteprima assoluta per il piccolo schermo, la commedia al veleno girata a Ischia nel 2017 e pellicola italiana più vista della stagione cinematografica 2017/2018
E’ il film italiano che ha incassato di più nella stagione cinematografica 2017/2018. Oltre 9 milioni di euro grazie a un milione e mezzo di spettatori che, da quel San Valentino scelto non a caso per l’uscita nelle sale, sono corsi a vederlo. Ma “A casa tutti bene” è anche il film del vero rientro di Gabriele Muccino in Italia dopo “L’estate addosso”, produzione e cast italiani ma girato negli Usa. Per questo ritorno, invece, il regista romano sceglie l’isola d’Ischia, teatro (quasi) unico del suo affresco familiare che attraversa ben tre generazioni. Una scelta coraggiosa (e lodevole) che verrà confermata anche dopo il terremoto del 21 agosto 2017, a poche settimane dall’inizio delle riprese. Non importa. E qui che Muccino sente di dover girare e, ottenuto l’ok del produttore Marco Berardi, è qui che girerà.
Approda stasera, in prima visione assoluta sulla rete ammiraglia della Rai, la commedia velenosissima di “A casa tutti bene”. Con tutti i temi (e i vezzi) cari al regista , quelli che da “Ecco fatto” (il suo primo film del ) rendono riconoscibile con un solo sguardo il suo cinema e il suo mondo. Grande riunione di parenti per le nozze d’oro di Pietro e Alba, interpretati da Ivano Mariscotti e Stefania Sandrelli. Una festa a cui partecipano tutti: figli, nipoti, sorelle, ex mogli, cognati. Parenti serpenti. Un anniversario per farli incontrare, una tempesta per farli sbranare. Isolati sotto i cieli minacciosi di un’isola ammaliante che ha sempre sedotto i cineasti d’ogni latitudine e che Gabriele Muccino, pur non citandola mai sullo schermo (ma fuori sì), trasforma in campo di battaglia di una famiglia disfunzionale, allargata, irriducibilmente infelice.
Ma anche in curioso studio di posa, set in tenuta di perenne combattimento dove anche il cast delle grandi occasioni (quasi un omaggio alla storia del cinema italiano, dalla Sandrocchia di Fellini al clan Tognazzi alla coppia Favino/Accorsi fino alla diva televisiva di “Rosa Abate” Giulia Michelini) è stato costretto a convivere per due mesi e mezzo. Dentro e fuori dal set, nelle battute amare del copione ansiogeno o all’aria aperta tra le malie del Castello Aragonese e i giardini di Punta Caruso, a Sant’Angelo e al porto di Casamicciola (spacciato per la terraferma), nei furiosi litigi di scena o nell’allegria, cameratesca e dolente, delle prime giornate d’autunno, in balia di albe e tramonti di fuoco che solo l’isola d’Ischia sa regalare, lodati pubblicamente perfino dal direttore della fotografia Shane Hurlbut («nemmeno a Los Angeles esiste una luce così»).
Gli ospiti del festino, bloccati da un tempesta di vento e mare, si accampano nella grande casa che guarda l’orizzonte infinito di Forio. All’apparenza uniti, nascondono conflitti tra loro e soprattutto con i rispettivi partner sentimentali. Conflitti che diventano esplosivi quando le onde non si placano, i traghetti non partono e la brigata è costretta a vivere fianco a fianco. Un titolo così rassicurante, “A casa tutti bene”, non può che nascondere uno schiaffo, una resa dei conti, un duello (quasi) al sangue come ogni western familiare ci insegna. La rappresentazione febbrile di tanti piccoli psicodrammi consumati (e fin troppo urlati) nel buen retiro isolano prevede la puntualissima esumazione di tutti gli scheletri che per anni erano stati accuratamente nascosti nell’armadio. Nemmeno il finale (volutamente amaro) riuscirà a sanare gli affari di famiglia. Da dove è arrivata questo storia tempestosa, dal titolo ironico e amaro? «Attraverso una famiglia sgangherata – dichiarò all’epoca Muccino in un’intervista rilasciata al Golfo – ho voluto raccontare la complessità dell’animo umano e delle relazioni, perché, quando si allarga, la famiglia diventa villaggio globale e le sue dinamiche sono le stesse.
Racconto anche di porte che si chiudono e si aprono, della ricerca della felicità tra pathos, emotività e spasmo febbrile. La famiglia è il nostro luogo di partenza, di fuga e di ritorno. Una burrasca dove si ritrovano tutti i miei personaggi». «Ischia – disse ancora – era l’isola più giusta perché offre una grande spedalità grandi strutture per ospitare una troupe per pernottare con una troupe intera e per lungo periodo. Nel film esce il sole in tutta la sua unicità, forza e bellezza. La splendida casa dei protagonisti è Villa Gancia a Forio, gioiello anni ’50: «Non è stato facile trovare una villa che restituisse il sapore di una famiglia di ristoratori ritirati per la loro pensione. Una casa di famiglia, di vacanza ma ampia abbastanza per contenere quasi tutti i suoi personaggi». Appuntamento dunque stasera, su RaiUno, per il primo passaggio televisivo di un film centrale non solo nella filmografia di Muccino ma anche nel rapporto, antico e fecondo, tra l’isola d’Ischia, le sue location e l’immaginario cinematografico.
Mi ricordo quando nel 2017 hanno girato il film a Ischia. Però mi raccomando Muccino ha deciso di non nominare Ischia. E ricordo anche quando l’ho visto proprio in un cinema a Ischia e il mio giudizio fu negativo. Stasera la rai lo trasmette per la prima volta ed io l’ho rivisto per la seconda volta. E posso dire che non ho cambiato giudizio. Dico solo una cosa, non c’è paragone con il film Parenti Serpenti.